Il Sultanato di Afar ha condannato l’attacco con drone del 30 gennaio da parte delle forze di sicurezza di Gibuti, definendolo un attacco “atroce e indiscriminato” contro i civili. In una dichiarazione, ha espresso una “condanna inequivocabile”, sostenendo che l’attacco ha ucciso “donne, bambini e anziani” in un villaggio remoto che già soffriva di “malnutrizione e fame”. Il Sultanato ha accusato Gibuti di essere coinvolto in “persecuzioni sistematiche, violenza sponsorizzata dallo stato e negligenza deliberata” contro il popolo Afar.
Il Ministero della Difesa di Gibuti ha precedentemente confermato l’attacco, ma ha dichiarato che è stato condotto “all’interno del suo territorio” e ha preso di mira una “base logistica e operativa” dopo “una settimana di sorveglianza”. Ha riconosciuto “danni collaterali” e ha affermato che è in corso un’indagine. Il Sultanato ha respinto la giustificazione di Gibuti come una “menzogna disperata e trasparente” e ha sollecitato “un’azione internazionale immediata” per ritenere i responsabili responsabili.