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Davide Tommasin ዳዊት

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Etiopia, la disastrosa situazione degli sfollati in Tigray nonostante l’accordo di cessazione ostilità

Pubblicato il 08/03/23, 12:45 pm

La guerra genocida inizita il 3 novmebre 2020 in Tigray, regione settentrionale in Etiopia e descritta dal governo centrale come veloce “azione di polizia” per fermare e bloccare tutti i membri “dissidenti” del partito TPLF – Tigray People’s Liberation Front, si è placata con un accordo di cessazione ostilità, di tregua firmato a Pretoria il 2 novembre 2022.

Il report di UNHCR del 23 febbraio 2023 riguarda gli sfollati interni, gli internally displaced person (IDP) che si sono creati come conseguenza di tale guerra.

Report versione PDF : UNHCR-Ethiopia-Protection-Monitoring-and-Solutions-PMS-Report1-Mekelle-February-2023

AGGIORNAMENTO 9 marzo 2023:

Per dovere di cornaca, come redazione di Focus on Africa, abbiamo caricato la su citata copia in pdf in quanto dopo la visione sul servizio Reliefweb (servizio di archivio ufficiale) di UNOCHA, tal report risulta rimosso.

Fortunatamente anche il servizio WebArchive ci viene in aiuto perché ha tenuto traccia (snapshot del 6 marzo 2023, ore 19:05:39) della pagina web in cui era stato pubblicato il rapporto: https://web.archive.org/web/20230306190539/https://reliefweb.int/report/ethiopia/ethiopia-protection-monitoring-and-solutions-pms-report-1-tigray-region-eastern-zone-february-2023/

Contesto degli sfollati interni in Tigray

UNHCR indica che nel 2022 più di 200.000 sfollati interni sono tornati al loro luogo di origine nella regione del Tigray e oltre 33.000 sono stati assistiti dall’UNHCR e dai partner con denaro contante, NFI (Emergency Shelter/Non-Food Items) e mezzi di trasporto.

Genta Afeshum, Gulo Mekeda e Hawzen woredas [distretti] nella zona nord-orientale del Tigray sono stati selezionati [come luoghi] per l’implementazione pilota dei nuovi strumenti di monitoraggio e soluzioni di protezione (PMS) dell’UNHCR a causa della loro elevata popolazione di sfollati rimpatriati.

Questi strumenti includono un’indagine su informatori chiave, discussioni di focus group (FGD), mappatura delle strutture e liste di controllo osservative. Gli obiettivi del PMS includono la valutazione della durabilità dei ritorni, la coesione sociale tra le comunità e le questioni abitative, fondiarie e immobiliari (HLP). Il conteggio delle risposte dei partecipanti durante le discussioni aiuta a generare dati quantitativi e aiuterà a tenere traccia delle tendenze nei diversi cicli di raccolta dei dati.

Il Report di UNHCR è tratto da una serie di 7 discussioni di focus group (FGD) con 66 sfollati rimpatriati originari dei 3 distretti sopra citati, 55% donne e 45% uomini.

Quando è stato chiesto a queste persone perché fossero tornati, l’86% ha risposto perché non stavano ricevendo supporto umanitario nell’area di accoglienza.

Dopo il loro ritorno ai luoghi d’origine, non hanno ricevuto ancora supporto umanitario.

La principale esigenza, necessità citata dal 100% del gruppo è stata “cibo”. Con il 43% salute ed educazione per i bambini.

2919 case completamente distrutte e 830 parzialmente danneggiate.

Il 95% delle 126 scuole primarie e l’86% delle superiori completamente distrutte.

Il 94% (61) delle 71 strutture sanitarie dei 3 distretti completamente distrutto, mentre il 10% parzialmente.

Dei 2019 bacini, riserve e punti per l’acqua, il 63% è stato distrutto, il 37% parzialmente: senza acqua non c’è vita.

Distrutto il 100% degli uffici pubblici.

A Kokob Tsibah:

  • interi villaggi sfollati – 34 sepolti il giorno della visita d’osservazione
  • 11 torturati
  • 150 sopravvissuti *identificati* GBV – Gender Based Violence (1,5% pop.)
  • 120 HIV+ (sieropositivi) noti senza farmaci.
  • Tutto il bestiame, i raccolti, i depositi di grano, le attrezzature saccheggiate o distrutte.
  • Carenza acuta di cibo/WASH.

Hadnet

  • Nessun rimpatriato ha ricevuto aiuti dal 2022
  • raccolti, bestiame, strutture agricole distrutte o danneggiate
  • UXO non chiarito nei campi
  • Nessuna assistenza sanitaria
  • Le donne incinte devono camminare un giorno per farsi curare ad Adigrat
  • Carenza acuta di cibo/WASH.

Fatsi

  • Gli sfollati interni sono rientrati perché non c’erano aiuti ad Adigrat.
  • L’esercito eritreo è sistemato appena fuori città, occupando una scuola
  • Nessuna amministrazione
  • Centro sanitario distrutto
  • Famiglie divise tra Adigrat e Fatsi
  • Donne capofamiglia particolarmente vulnerabili

Città di Hawzen

  • sfollati rimpatriati per mancanza di aiuti a Mekelle
  • mancanza acuta di cibo, WASH, carenza di vestiti
  • La maggior parte delle proprietà saccheggiate
  • Fortemente colpito dalla violenza di genere

Si parla di Adigrat e Mekellé come città di riferimento e di consegna, immagazzinamento degli aiuti umanitari per gli sfollati del Tigray orientale perché le loro aree di origine sono inaccessibili al comparto umanitario.

Da considerare che a Mekellé, capitale della regione tigrina, sono presenti oggi 300.000 IDP che attendono ed hanno denunciato a loro volta la mancanza di supporto umanitario.


  • Approfondimenti:
  • Etiopia, 54.000 sfollati ad Abiy Addi senza cibo, medicinali e altre zone del Tigray senza aiuti
  • Etiopia, l’accordo di tregua non ferma violenze e abusi dei soldati eritrei in Tigray
  • Etiopia, mancanza di aiuti adeguati agli sfollati interni (IDP) in Tigray
  • Etiopia, ancora blocchi sugli aiuti umanitari nel Tigray

Le realtà che dovrebbero monitorare e quelle che dovrebbero dare trasparenza ed aggiornamenti dal campo si fanno attendere: la principale motivazione di non accesso nei distretti è l’occupazione eritrea. La causa del mancato aggiornamento da parte dei partners umanitari non è dato sapere, se sia per mancanza di accesso o di fondi. Il risultato finale è che centinaia di migliaia di persone in Tigray ad oggi sono in balia degli eventi.


Credit foto di testa: IOM/Kaye Viray – Una scuola trasformata in un sito per sfollati a Shire, nella regione del Tigray in Etiopia, ospita migliaia di sfollati interni.

Davide Tommasin
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