- #1 Giorno – CicloViaggio Etiopia – NAGAYE Project 4 Chain of Love
- #2 Giorno – CicloViaggio Etiopia – NAGAYE Project 4 Chain of Love
- #3 Giorno – CicloViaggio Etiopia – NAGAYE Project 4 Chain of Love
- #4 Giorno – CicloViaggio Etiopia – Natale ad Addis Abeba – NAGAYE Project 4 Chain of Love
- CicloViaggio in Etiopia – Preparazione Materiale, Bikepacking & Bicicletta
Questo articolo é dedicato al mondo del cicloviaggio, del viaggio in bicicletta e ti spiego come mi sono preparato i bagagli e la bicicletta per affrontare le strade in Etiopia tra il 2016 e il 2017.
[jumbotron bgcolor=”#fff9ef” class=”postit”]Il Progetto CicloViaggio NAGAYE
Percorrere in bicicletta 850km da Addis Abeba ad Adigrat, cittadina a poche decine di chilometri dal confine Etiopia/Eritrea e sede della O.N.G. Chain of Love che l’associazione culturale NAGAYE Project con sede ad Aquileia, supporta dall’Italia.
Il CicloViaggio era un pretesto per me ed Alessio di ritornare in Etiopia e rivedere gli amici etiopi, ma una grande occasione per poter far da collante e creare un reale ponte fatto di progetti ed attività tra Italia ed Etiopia, portare le donazioni liberali raccolte in Italia nel 2016 da NAGAYE e rigirarli per tutte le attività della O.N.G. Chain of Love che si prodiga a dare sussistenza alla popolazione locale di tutto il nord Etiopia, operante nella regione del Tigrai
Se vuoi scrivimi un commento per avere maggiori dettagli sul progetto di supporto sociale tra Italia ed Etiopia o seguici su Facebook 🙂
[/jumbotron]Io sono solito pedalare in modalità “scatto fisso” e “brakeless” per le strade del Friuli Venezia Giulia e Slovenia, anche se é faticoso e non per tutti.
Per il viaggio in Etiopia tra il 23 dicmbre 2016 e il 2 gennaio 2017 però ho optato per il ciclocross, con freni, marce e ruote larghe perché il viaggio, la pedalata di 850km che separa Addis Abeba da Adigrat, avrebbe potuto offrire anche sentieri non del tutto asfaltati o addirittura fuori strada, ghiaia, sassi e sabbia.
La bici come ho scritto é un cyclocross, ha freni a disco meccanici (ho optato ai cavi invece che idraulici per motivi di rottura e manutenzione in luoghi come l’altopiano etiope in cui non é possibile trovare facilmente un negozio di biciclette come puoi trovarlo sotto casa e con tutti gli accessori e prodotti: sei in un paese in cui devi adattarti e non puoi scendere a conpromessi)
Anche se per il cicloviaggio in Etiopia con i colori NAGAYE Project, io ed Alessio avevamo il supporto di Marco e di un minibus che ci ha portato i bagagli e le provviste per più giorni, la mia partenza da Addis Abeba l’ho voluta approcciare in modalità bikepacking e autonoma per capire pro, contro ed eventualmente avere un’esperienza diretta per un prossimo futuro su come prepararmi al viaggio in maniera autonoma ed indipendente: mi spiego, avevo la tenda agganciata sul manubrio e una sacca sotto sella che mi permetteva di portarmi dietro l’indispensabile come attrezzatura per la manutenzione e riparazione della bici e indumenti ed accessori che mi avrebbero permesso di essere completamente autonomo.
La tenda é una Ferrino da 2 posti, modello MTB2, leggera, meno di 2kg, compatta, ma al tempo stesso senza pretese, pratica per le temperature e i climi etiopi, unico neo non ha un telo anti pioggi, poco male.
La sacca sotto sella é stato un regalo della mia amica Lucy, artigiana creativa di San Martino del Carso che ha creato il brand Rusjan e produce sacche ed anche zaini di pura qualità (e non lo scrivo come marchetta solo perché la conosco, ma con cognizione di causa: faccio presente che utilizza materiali come tri laminato per mute da sub e kevlar per le parti da rinforzare e le cuciture sono totalmente impermeabili!) – la sacca che é di 17 litri e dentro mi sta il mondo 🙂
Dettagli, abbigliamento e materiale dentro la saddlebag – sacca sotto sella:
Per questo cicloviaggio, quello in Etiopia dal 23 dicembre 2016 al 2 gennaio 2017, quindi obiettivo e particolare per questo viaggio (non me la sentirei di generalizzare perché ogni viaggio, cicloviaggio ha il suo approccio e le sue caratteristiche e variabili – meteo, ambientali, finalità…) é stato il seguente:
- una coppia di cambi divise/abbigliamento ciclistico completo: 2 salopette corta, 2 maglie maniche corte, 2 maglie microfibra a maniche lunghe traspiranti (per la sera o le temperature più basse – abbiamo pedalato di media sui 2000 mt sul mare, ma abbiamo toccato i 3100 mt sul mare e quindi nelle zone d’ombra e in discesa faceva un certo freddino).
- un paio di calzini e di mutande;
- 1 tuta in microfibra per i momenti in cui non ero in sella;
- 1 k-way per eventuale pioggia o per temperature d’avvero fredde e per emergenze termiche;
- sapone, dentifricio, spazzolino, asciugamano compatto (di quelli da viaggio leggeri – non ne ero certo, ma asciugano bene)
- 1 cuscino da spiaggia gonfiabile (per la comodità di appoggiare la testa su qualcosa di morbido nei pernottamenti in tenda)
- 1 kit di primo soccorso;
- 1 tubetto di crema solare (il sole scalda e brucia ed il vento asciuga la pelle: un’accoppiata micidiale che spacca la pelle, meglio proteggersi in Etiopia anche se di solito non ci si scotta mai);
- 1 sacchettino con cavetteria e powebank per gli aggeggi tecnologici;
- 1 sacchettino con attrezzi per manutenzione e riparazione bicicletta (oltre all’attrezzatura standard, 1 camera d’aria, 3 levette togli copertoni, 1 pompa, attrezzo multi uso per brugole e chiavi, ci ho aggiunto una scatoletta con biechi e mastice, dei pezzi di copertone come rinforso eventuale);
- un rotolo di nastro isolante + un poche di fascette da elettricista (non guastano mai per riparazioni veloci, estreme e d’emergenza per tira raggi, ferma qualcosa, nastra, blocca vavi, leve o altro…);
- una pinza multi uso della Nicholson Multi Max (eredità di mio papà);
- un paio di luci led (non si prevedeva di pedalare di sera, ma non guastano mai – meglio averle tanto non occupano e non pesano nulla);
- 1 torcia led da caschetto (luce da speleologia, decathlon a buon prezzo) per eventuale uso in tenda;
- 1 blocnotes + penna + matita (son geek e pubblico online ma mi piace scrivere anche a mano – tante volte preferendo questa opzione);
- 1 libro per allietare le eventuali serate o per momenti di relax (per questo viaggio, lo avevo appoggiato su una mensola della mia libreria da anni senza aver avuto mai l’ispirazione di iniziare a leggerlo e questo viaggio mi sembrava la giusta occasione per farlo: I Vagabondi del Dharma di Jack Kerouac);
Dettagli materiale itech – tecnologia per cicloviaggi
Vengo al dunque ad un dettaglio più tecnico e itech, ovvero, la ruota anteriore, precisamente il mozzo della ruota anteriore é un mozzo ma anche una dinamo 🙂
Questo mi permette di poter essere anche totalmente indipendente dalla corrente elettrica per quanto riguarda la ricarica di tutte le batterie che posso alimentare con una presa usb: cellulare, navigatore GPS/Garmin, lucette e torce led.
Il mozzo é il modello SP PD-8 32 fori che ha il supporto per il disco del freno.
In accoppiata al mozzo ho comperato una “scatoletta” che si chiama Revolt (Rivolta Caricabatterie Dinamo Bicicletta Universale Navigatore Satellitare, Iphone, Smartphone Co.) che mi permette di collegarsi con un cavo elettrico alla dinamo del mozzo e mi fornisce un convertitore (da corrente alternata a continua) con una presa USB a cui poterci collegare un iPhone, un Garmin o altro da poter ricaricare.
Ho aggiunto l’ultimo componente, un’altra “scatoletta” che si chiama All-In-1 FileHub, una scatoletta che mi fa da batteria tampone (la ricarico e poi con questa posso ricaricare altri “aggeggi” elettronici), fa da lettore di microSD e da file server (ha una porta eth per collegarci un cavo di rete e ha anche funzionalità di wi-fi così che possa utilizzarlo per collegarmi con lo smartphone sia per scaricare foto per liberare spazio dal cellulare, sia da bridge wi-fi: se c’é una connessione nelle vicinanze la condivide con il mio cellulare ed eventuale tablet di amici)
Con questo assetto quindi, grazie alla dinamo nel mozzo, impermeabile anche alle intemperie, mi permette di pedalare e riuscire a ricaricare le batterie di qualsiasi aggeggio elettronico: con una media di 15/20 km/h per circa mezza gironata (4 ore circa) riesco a ricaricare una batteria, il powerbank, la scatoletta di cui sopra che mi garantisce due ricariche al 100% dell’ iPhone in caso di emergenza.
Il CicloViaggio in Etiopia – NAGAYE Project 4 Chain of Love
Puoi leggere giorno per giorno – Puntata dopo Puntata:
- #1 Giorno – CicloViaggio Etiopia – NAGAYE Project 4 Chain of Love
- #2 Giorno – CicloViaggio Etiopia – NAGAYE Project 4 Chain of Love
- #3 Giorno – CicloViaggio Etiopia – NAGAYE Project 4 Chain of Love
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia