- #1 Giorno – CicloViaggio Etiopia – NAGAYE Project 4 Chain of Love
- #2 Giorno – CicloViaggio Etiopia – NAGAYE Project 4 Chain of Love
- #3 Giorno – CicloViaggio Etiopia – NAGAYE Project 4 Chain of Love
- #4 Giorno – CicloViaggio Etiopia – Natale ad Addis Abeba – NAGAYE Project 4 Chain of Love
- CicloViaggio in Etiopia – Preparazione Materiale, Bikepacking & Bicicletta
Oggi, 24 Dicembre, vigilia di Natale, ci svegliamo sempre in albergo, al Classic Hotel, facciamo colazione e siamo pronti per fare una puntatina verso il market più vicino per comprare materiale e provviste per la pedalata che inizierà lunedì, fra due giorni.
Abbiamo comprato il minimo indispensabile, o meglio, il giusto:
- qualche pacco di pasta (penne), abbiamo trovato la marca Divella;
- un 3 posate, non avendo trovato i pacchi di posate in plastica, abbiamo ripiegato in un paio in metallo;
- un 4 buste di pane a fette per colazione e spuntini;
- un paio di barattoli di marmellata;
- un paio di barattoli di occiolone, sarebbe burro d’arachidi … da provare con la dovuta cautela, presente la pasta per fare i calchi dentali? Ecco, l’occiolone é buono ma lega un pochetto in bocca :D;
- una scatola di bustine di te;
- varie ed eventuali;
- taaaaanta acqua, un 3 casse di acqua per iniziare;
Il Progetto CicloViaggio NAGAYE
Percorrere in bicicletta 850km da Addis Abeba ad Adigrat, cittadina a poche decine di chilometri dal confine Etiopia/Eritrea e sede della O.N.G. Chain of Love che NAGAYE Project supporta dall’Italia.
Il CicloViaggio era un pretesto per me ed Alessio di ritornare in Etiopia e rivedere gli amici etiopi, ma una grande occasione per poter far da collante e creare un reale ponte fatto di progetti ed attività tra Italia ed Etiopia, portare le donazioni liberali raccolte in Italia nel 2016 da NAGAYE e rigirarli per tutte le attività della O.N.G. Chain of Love che si prodiga a dare sussistenza alla popolazione locale di tutto il nord Etiopia, operante nella regione del Tigrai
Se vuoi scrivimi un commento per avere maggiori dettagli sul progetto di supporto sociale tra Italia ed Etiopia :)[/jumbotron]
Come al solito, il tempo passa senza accorgersene, arriva l’ora di pranzo.
Ci troviamo con Iyasu in Classic Hotel dove eravamo tornati per lasciare le festal, le borse della spesa e intanto Iyasu ci segnala subito che siamo invitati a cena a casa sua e non possiamo declinare visto il caloroso invito.
Tutti insieme ci incamminiamo verso il centro di Addis Abeba per andare all’ appuntamento con Hulluf che aveva già organizzato il pranzo in un locale: mentre ci avvicinavamo a piedi per gli ultimi centinaia di metri, ho notato un piazzale in cui c’era un po di movimento, non che non ce ne sia tutt’intorno per le strade di Addis, ma qui mi colpì per il fatto che c’erano bambini ed adulti e tante biciclette parcheggiate ed utilizzate: in questo piazzale si stavano facendo dei corsi su un mini circuito allestito per l’occasione per insegnare ad andare in bicicletta, sì, hai capito bene, non solo per i bambini ma indirizzato anche agli adulti.
Può sembrar strano, da noi abbiamo l’immagine del papà con il figlioletto che viene supportato, sorretto dal genitore che lo spinge e lo sorregge al tempo stesso per insegnargli a pedalare sulla sua biciclettina con le rotelle laterali… ad Addis, capita questo anche per gli adulti, direttamente su bici senza rotelle laterali, ma che magari non hanno mai visto una bici ma vogliono imparare ad utilizzarla: fantastico 🙂
Intanto nel centro di Addis Abeba oltre al traffico caotico su quattro e due ruote motorizzate, sfoggia la linea ferroviaria che taglia tutta la metropoli.
Tre anni fa, al mio primo viaggio in Etiopia su invito di Alessio, abbiamo visto una Addis Abeba martoriata, in mezzo al fango, centri commerciali, via principale del centro con i suoi mega palazzoni, vetrate scintillanti che si stagliavano su una strada che sembrava un enoorme letto di fiume di terra e fango in cui scorrazzavano mezzi pesanti, camion e ruspe: tutti intenti a preparare e gettare le basi per la costruzione della metropolitana a cielo aperto, di una linea ferroviaria che ad oggi, nel 2017 ormai é funizionante, ed in soli tre anni abbiamo potuto amirare il cambiamento di un centro di Addis martoriato dai lavori in corso (non che oggi non ce ne siano, ma allora era davvero d’impatto) arrivando ad oggi ad avere la linea ferroviara funzionante per i cittadini.
Oltre ad esserci una 50/60km di linea per Addis, la stanno già estendendo verso i confini nord verso Adigrat, e anche direzione Djibouti: tanto di cappello agli etiopi per il lavoro infrastruttarale che stanno protando avanti e questo della ferrovia é solo un dettaglio di quel fermento di innovazione e di voglia di crescere che si può percepire nei centri grossi come ad Addis Abeba.
Arriviamo all’ appuntamento con Hulluf che ci porta in un locale un po sopra elevato in cui la vista panoramica non é per nulla male, si può vedere la ragnatela di palazzi e strade di Addis in primo piano e a perdita d’occhio le cime dei monti dell’alto piano etiopico subito dietro, monti dai colori giallo, marroncino, terreni e rocce bruciate dal sole e dal vento.
Il pranzo é fatto da qualche pizza condivisa e qualche birretta, naturalmente San George 🙂 mentre si parla di tutto un po.
Il tempo passa, si conclude il pranzo, Hulluf torna al lavoro mentre io, Alessio e Marco accompagnati da Iyasu iniziamo ad incamminarci per le strade di Addis verso una zona un po più storica dove possiamo intravedere palazzi con un’architettura un attimo più tipica meno sfarzosa rispetto a vetri e metallo luccicanti al sole, ma con parapetti e terrazze in legno, qualche negozio anche di artigiani, falegnami e mercatini.
Questa zona adatta per cercare prima di tutto qualche t-shirt per Alessio che era partito con la valigia leggera, ma anche per chiudere qualche altra piccola commissione prima della partenza della pedalata del lunedì.
Gira un angolo, passa in mezzo ad un mercatino, vedi una bancarella, gira un altro angolo, vediamo un tipo che camminava con in spalla un bombolone rosso, un fornello : quello che cercavamo pure noi per il nostro cicloviaggio, se no con che cosa avremmo cucinato la pasta?
La giornata passava ed anche noi siamo diventati portatori di un bombolone rosso per le vie di Addis mentre ci incamminavamo verso… verso dove? Stavamo andando in direzione della casa di Iyasu, prima però con tappa per un bunna, tanto non c’era nessuno che ci correva dietro ed avevamo concluso tutte le commissioni della giornata ed eravamo pronti con tutto il materiale per poter partire il lunedì in pedalata.
Così subito dopo siamo andati direttamente a casa di Yiasu per chiudere il tardo pomeriggio con cerimonia del caffé, pop corn, colo e chiacchere assieme a Bisrat, uno dei suoi fratelli.
La cerimonia del caffé non é un “capo in b” mordi e fuggi come a Trieste, ma può preannunciare l’inizio della cena, come effettivamente é stato: abbiamo pasteggiato con injera, tegamino shiro e la giornata non poteva concludersi in un miglior modo, in tavola condividendo il cibo ed il tempo assieme ad amici.
Questa per me é stata la cena della vigilia di Natale.
Nei prossimi giorni pubblicherò un’altra puntata sul CicloViaggio NAGAYE 4 O.N.G. Chain of Love in Etiopia.
Seguimi e condividi 🙂
Se vuoi leggere le puntate precedenti:
#1 Giorno – CicloViaggio Etiopia – NAGAYE Project 4 Chain of Love
#2 Giorno – CicloViaggio Etiopia – NAGAYE Project 4 Chain of Love
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia