In bicicletta da Caporetto a Caporetto scollinando il passo del Vrsic (1611 mt) e il passo del Predil (1156 mt) passando per Bovec, Kranjska Gora e Tarvisio.
Questa é stata la pedalata di sabato assieme a Fabio, Damiano e Marco portando i colori NAGAYE Project tra Italia e Slovenia.
[Se vuoi leggere della pedalata da Tolmezzo a Tolmezzo passndo per Sella Nevea e Tarvisio clicca qui 🙂 ]Questo sabato ho accettato l’invito di Fabio a pedalare sulle strade del Tarvisiano e della Slovenia per poter aggiungere alla lista di strade su cui pedalare anche quella che passa per il Vrsic.
La partenza é stata alle 7.30 da Pieris per raggiungere Fabio caricare le bici in macchina e partire per quel di Caporetto (Kobarid) e iniziare a pedalare da li assieme a Damiano e Marco.
Io avevo messo la sveglia alle 5.00, dovendo prepararmi e partire da Aquileia, colazione con uovo all’occhio, scodella di fiocchi d’avena e latte di riso e dopo aver insaccato le ultime cose nella borsa sotto sella by Rusjan sono partito per quel di Pieris ed ho trovato il tempo di fare una foto al murales by Andrea Antoni aka Style1 🙂
Ore 7.30 partenza da Pieris direzione Caporetto passando per ex valico Casa Rossa a Gorizia in cui si é aggregato anche Marco ed arrivati alla linea di partenza, in centro a Kobarid ci à raggiunti anche Damiano che é venuto da Trieste, Cividale col Treno facendosi gli ultimi km di riscaldamento in bicicletta… tanto per iniziare bene la giornata 🙂
Convenevoli, saluti, chi un caffettino, chi una spremuta d’arancia e brioche ecco che alle 9.30 circa eravamo pronti per iniziare la pedalata.
Da Kobarid abbiamo puntato a Bovec, la strada é stata un sali scendi tra le montagne, giusto quella ventina di chilometri per ambientarci e scaldarci, chilometri che precedevano altrettanti per arrivare ai piedi del Vrsic in cui la strada era in costante ascesa.
Abbiamo avuto sempre l’ Isonzo ( SoÄa ) al nostro fianco: le cime dei monti che ci guardavano dall’ alto come a proteggerci, il verde della vegetazione come una coperta di velluto verde e scintillante sotto i raggi del sole e il rumore dello scorrere dell’acqua azzurra e cristallina del fiume al nostro fianco ci ha allietato la pedalata in bicicletta fino ad arrivare all’ inizio della salita del Vrsic.
48 tornanti in salita e discesa per scollinare il Vrsic e pedalare in direzione di Kranjska Gora per un totale di ascesa di circa 9km per una pendenza di poco più del 8%.
Il meteo é stato dalla nostra parte, infatti oltre al cielo sereno, a parte qualche nuvola passeggera, c’era un bel sole ed una temperatura adatta all’andare in biciletta con una leggera brezzolina: questo ci ha aiutato a non cucinarci troppo iniziando a pedalare in salita.
Personalmente mi ero preparato mentalmente il percorso da affrontare, ma quando i miei occhi hanno visto quel numero di tornanti da affrontare, 48, ripeto quarantotto! un attimo di brivido mi é passato lungo la schiena ed il primo pensiero, non esplicitato agli altri tre amici ciclisti é stato:
“Speriamo bene!” 🙂
Ma tant’é che eravamo in strada e bisognava continuare visto che il bello doveva ancora arrivare ed eravamo li appunto per quello 🙂
Dal primo tornante si é sentito subito la strada, le ruote della bicicletta hanno subito fatto sentire l’asfalto, sembravano pesanti, come incollate, catramate ad ogni pedalata al terreno: oggi non ero con lo scatto fisso, ma bensì con il ciclocross, marce e freni e così ho optato per un buon 30 denti come pignone per non bruciarmi subito le gambe e rischiare di mollare a metà salita.
Ognuno di noi quattro stava prendendo già dai primi metri il suo ritmo, il suo passo, Marco e Damiano in testa, io a qualche decina di metri da loro e Fabio in coda.
Stavamo pedalando alternando tratti di strada sotto il sole a tratti in ombra grazie agli alberi ed alla vegetazione che ci regalava un po di fresco: questo quasi fino in cima ed é stata una grossa fortuna visto il sole di sabato e visto che erano circa le 12.00 quando abbiamo iniziato l’ arrampicata verso il passo del Vrsic.
I cartelli col numero di tornanti era come un conto alla rovescia in moviola, ad ogni tornante scalava di uno e sembravano non finire mai: io, come sono solito fare quando devo affrontare lunghe salite, non controllo mai il Garmin, i chilometri percorsi o quelli che mancano, ma cerco di darmi degli obiettivi parziali per il raggiungimento dell’ obiettivo finale (arrivare in cima) perché é più semplice e meno pesante pensare di dover fare 3/4 di salita (avendo pedalato per 12 tornanti) piuttosto che pensare che mancano ancora 8km e 36 tornanti per arrivare dall’altra parte – anche questo é allenamento ed anche questo é ciclismo e motivo di crescita e di presa di coscenza su come poter affrontare più serenamente delle situazioni che ci sembrano insormontabili.
La strada in ascesa verso il passo del Vrsic non ha strappi, va su costante e ha tornanti belli lunghi così almeno una volta preso il ritmo e cadenza di pedalata, si può contare di riuscire a mantenerlo costante fino in cima.
A circa meno 2 chilometri dalla cima, si intravedeva il rifugio in lontananza, Marco aveva fatto girare le gambe agilmente ed era in testa, Damiano aveva raggiunto in coda Fabio ed io in mezzo, un distacco di 30 secondi circa gli uni dagli altri. Al tornante successivo ho visto uno spiazzo, una panchina e due cicloviaggiatori, penso marito e moglie, seduti per un piccolo ristoro ed alle loro spalle un punto panoramico, così ho preso l’occasione di fermarmi per riposare, aspettare Damiano e Fabio e poter fare una foto.
Orami ero tranquillo perché sapevo che mancava veramente poco allo scollinamento e alla classica foto trofeo sul cartello presente ad ogni passo.
Chi un po prima chi un po dopo, roba di qualche minuto di distanza arriviamo tutti e quattro al passo del Vrsic in cui abbiamo avuto il benvenuto dalle nostre nuove amiche pecore, un paio distese a fianco di una macchina parcheggiata lungo il ciglio della strada ed un paio che stavano brucando allegramente l’erba li accanto.
Un attimo di pausa per riprenderci, ristorarci con un po di cibo e liquidi e per poter goderci il panorama dei monti circostanti: sinceramente é stato bello, ma troppo affollato, non dalle pecore, ma da troppe macchine, troppa gente per i miei gusti personali, ma comunque é stata una bella soddisfazione, la prima della giornata.
Dopo la foto ricordo col cartello prima dello scollinamento abbiamo iniziato la discesa direzione Kranjska Gora.
NOTA: ATTENZIONE ai tornanti che hanno il selciato fatto da sampietrini ed ATTENZIONE (per chi va in questo periodo luglio agosto) che ci sono lavori in corso, tratti in cui si restringono le corsie, mezzi pesanti e qualche centinaio di metri in terra battuta e ghiaia, nulla di grave ma per i ciclisti con bdc e ruotine fine é meglio non lasciare andare troppo i freni.
In un tornante panoramico, mi sono fermato ed ho dovuto scattare questa foto 🙂
E’ stato quasi un attimo arrivare ai piedi dal versante di Kranjska Gora in cui abbiamo puntato subito verso il centro: ci eravamo già prefissati una tappa ristoro ed ecco quello che ne é uscito: quella che segue é la foto della mega grigliata mista accompagnata da una buona Radler fresca per riprenderci un po… tanto eravamo a 65km, appena a metà percorso 😀
Rifocillati e con la pancia piena (non so se sia più un bene che un male) abbiamo ripreso a pedalare direzione Tarvisio godendoci la ciclabile Alpe Adria ed un po di discesa che sempre aiuta i ciclisti 🙂
Da li abbiamo puntato Cave del Predil per affrontare il secondo passo della giornata e sconfinare nuovamente da Italia a Slovenia puntando a Bovec.
Altro insegnamento, almeno così lo interpreto io, visto che questo tipo di approccio mi aiuta a non scoraggiarmi: mai approfondire troppo a tavolino statistiche e percentuali di pendenza e chilometraggio di una salita perché rischi di appesantirti la pedalata col solo pensiero di partire pensando sia troppo impegnativa.
La salita del Passo del Predil l’abbiamo affrontata con serenità, perché ci eravamo detti che se eravamo riusciti a scollinare il Vrsic questo secondo passo sarebbe stato un cavalcavia in confronto… 5% medio per 3/4 tornanti e via… seeee!!! fosse vero!!! Abbiamo letto 3 tornanti al passo: ok, ma accanto c’era il cartello che indicava 9% , ma non si molla mai, e così pianin pianino, buttando l’occhio sul lago del Predil sottostante e qualche chiacchera e risata mentre si pedalava ci ha alleggerito la salita.
Da li per arrivare a Bovec e Caporetto avremmo avuto la strada spianata, o meglio, un bel tratto di discesa e poi tutto un sali scendi morbido, giusto per defaticare un po 😀
Naturalmente il meteo anche se si era annuvolato in zona Kranjska Gora (dove abbiamo preso due gocce di pioggia) e Predil, per il resto ci hanno accompagnato un sole ed una temperatura del tutto eccezionali per poter andar e in bicicletta senza problemi.
Siamo arrivati a Caporetto dopo circa 6 ore e mezza di pedalata effettiva e quasi 9 ore aggiungendoci le tappe e le soste e naturalmente prima di imbarcarci in macchina verso casa non abbiamo potuto esimerci dal rifarci dei sali persi bevendoci una buona birra fresca 🙂
Bella giornata, bella compagnia, bei posti e belle strade su cui pedalare.
Come al solito ti lascio con la traccia GPS di STRAVA e con qualche foto della pedalata.
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia