Arrivata la condanna di 40 organizzazioni per la mancata estensione del mandato per l’ Etiopia della commissione investigativa ICHREE – International Commission of Human Rights Experts on Ethiopia, da parte dell’UNHRC e l’abbandono dell’indagine sui diritti umani in Etiopia delle Nazioni Unite.
Mercoledì 4 ottobre non c’è stata la volontà politica da parte dell’ Europa e degli USA di rinnovare il mandato alla commissione di esperti di diritti umani ONU per l’Etiopia. L’ennesimo abuso da parte “occidentale” di non rispettare il “mai più”.
Approfondimenti:
- Etiopia, USA ed Europa hanno già scelto le sorti per la giustizia e le vittime della guerra genocida in Tigray
- Etiopia, 10 mesi di abusi e violenze dopo la tregua mentre sta per scadere la giustizia per le 800.000 vittime in Tigray
- Etiopia, a quasi un anno di cessate il fuoco, gli esperti ONU mettono in guardia da abusi e violazioni in atto, inclusi crimini di guerra e contro l’umanità.
Le organizzazioni sottolineano il ruolo fondamentale svolto dall’ICHREE come unico organismo internazionale indipendente che indaga sulle gravi violazioni dei diritti umani in Etiopia, tra cui la fame armata, gli abusi e le diffuse violazioni dei diritti umani.
Condannano l’inazione dell’UNHRC come una “grave inadempienza ai doveri e un disprezzo per la continua sofferenza di civili innocenti nel Tigray, Oromia, Amhara e in altre regioni dell’Etiopia”.
Italia: la diaspora del Tigray sul ruolo dell’ICHREE [intervista Radio Ondarossa]
Giovedì 5 ottobre viene rilasciato il REPORT dell’ OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità che riporta la catastrofica situazione degli ospedali e delle strutture in Tigray, dopo 2 anni di guerra dai risvolti genocidi e quasi 1 anni di tregua.
Oggi, dopo 3 anni l’86% delle strutture sanitarie risultano devastate, in una regione che ha quasi 7 milioni di persone (tra civili, rifugiati eritrei e più di 1 milione di sfollati tigrini). C’è ancora grossa carenza di materiale igienico sanitario e medicinali. Link al REPORT
L’unico ospedale risultato essere rimasto miracolosamente attivo anche durante i 2 anni di guerra e che ha ricevuto recentemente un finanziamento di 6 milioni di euro è Kidane Mihret della missione salesiana di Adwa. L’ospedale attualmente fornisce servizi medici a oltre 70.000 persone, compresi gli sfollati interni.
Lo stesso giorno Reuters comunica che USAID ha ripreso le attività di fornitura di supporto alimentare umanitario ai rifugiati in Etiopia. A giugno 2023 USAID aveva sospeso tali attività sulla pelle di 20 milioni di persone dipendenti dal suoi aiuto. Nell’anno fiscale 2022, l’USAID ha sborsato quasi 1,5 miliardi di dollari in assistenza umanitaria all’Etiopia, la maggior parte dei quali aiuti alimentari.
Anche WFP – World Food Programm ha sospeso le sue attività per lo scandalo della diversione del materiale alimentare. Nel saccheggio, in questo crimine sono stati accusati e implicati alti funzionari di governo e dell’ esercito etiope.
Giovedì 5 ottobre 2023: sono passati esattamente 190 giorni da quando WFP e USAID hanno sospeso la fornitura alimentare umanitaria per 5,6 milioni di persone nello stato regionale del Tigray.
Lunedì 9 ottobre 2023 il WFP Ethiopia rilancia la notizia della ripresa attività del WFP per il sostegno dei rifugiati in Etiopia. Dal comunicato ufficiale si legge:
“Circa 35.000 persone fuggite dal Sudan in Etiopia negli ultimi sei mesi necessitano urgentemente di assistenza alimentare, mentre l’Etiopia ospita anche altri 850.000 rifugiati, provenienti principalmente dalla Somalia, dal Sud Sudan e dall’Eritrea. Le distribuzioni del WFP riprenderanno nelle regioni di Somalia, Gambella, Benishangul Gumuz, Oromia, SNNP e Afar, fornendo ai rifugiati cereali, legumi, olio vegetale e sale. Alcuni riceveranno parte del loro diritto sotto forma di assistenza in denaro. “
Tigray non pervenuto, giustamente, visto che si parla di rifugiati e non di sfollati interni, IDP, più di 1 milione di persone di origine tigrina che causa guerra sono stati costretti a scappare dalle proprie case e trovare salvezza altrove. Oggi la maggior parte occupano edifici scolastici, per cui si è creato anche un cortocircuito con i milioni di ragazzi e studenti che dovrebbero tornare a scuola.
Non ci sono evidenze sostanziali e comunicati, post e foto per mezzo social, che indicano esplicitamente la ripresa del supporto alimentare del WFP agli sfollati del Tigray.
Gli sfollati vengono schedati: mercato dei dati biometrici
USAID per prevenire il furto e la diversione di cibo. per le persone bisognose, prevede di implementare la raccolta di dati biometrici (impronte digitali, scansione del’liride…) per poter dare accesso ai servizi come conto corrente e pagamenti. La raccolta di dati biometrici vengono grazie ad aziende terze che mettono a disposizione la tecnologia alle agenzie umanitarie.
L’Etiopia è solo uno dei tanti Paesi in giro per il mondo e soggetto a crisi umanitarie in cui le agenzie umanitarie risultano utilizzare la raccolta di di dati biometrici.
Qui si apre un nuovo capitolo sulla società globalizzata sorvegliata con implicazioni e rischi per le persone profilate (migranti, richiedenti asilo, rifugiati…), diritti digitali e grossi interessi.
Approfondimenti:
- Gli Stati Uniti si rivolgono alla biometria per prevenire il furto di aiuti umanitari in Etiopia
- Tecnologie per il controllo delle frontiere in Italia – identificazione, riconoscimento facciale e finanziamenti europei
- Rafforzare le frontiere esterne dell’UE – Frontex
- Identità digitale, Migranti e Rifugiati: IL CASO ITALIANO
- IrisGuard biometrics to support Ethiopia’s G2C payments, financial inclusion
- AccessNow – Iris scanning of refugees is disproportionate and dangerous – What’s happening behind IrisGuard’s closed doors?
Oggi, ottobre 2023, ci sono ancora 80.000 rifugiati del Tigray nel vicino Sudan, persone scappate fin dai primi istanti di guerra dal 4 novmebre 2020. Dopo 3 anni sono ancora in cerca di normalità, sopravvivendo in campi di accoglienza in un Paese che oggi è devastato dal’lennesima guerra. Save The Children recentemente ha indicato che sono 19 milioni di bambini sudanesi a non poter andare a scuola a causa della devastazione dopo 6 mesi dall’inizio del conflitto che sta ancora imperversando.
Martedì 10 ottobre il Presidente ad interim del Tigray Getachew Reda ha discusso nel suo ufficio con la delegazione delle Nazioni Unite guidata dal Consigliere speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per le soluzioni agli sfollamenti interni, Robert Piper. Durante la discussione, il presidente Getachew ha affermato che oltre un milione di sfollati interni nel Tigray vivono in una situazione critica. Invita i funzionari delle Nazioni Unite a fare ciò che sono in grado di fare per quella che definisce “la questione più scoraggiante” nella regione.
Il consigliere speciale Robert Piper, da parte sua, ha affermato che il ritorno degli sfollati interni ai loro luoghi è una delle priorità chiave delle Nazioni Unite in Etiopia. Il 4 maggio 2022, il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha annunciato la nomina dell’australiano Robert Andrew Piper a consigliere speciale per le soluzioni agli sfollamenti interni – IDP.
E’ la prima visita in assoluto di Robert Andrew Piper nel Tigray devastato dalla guerra. La delegazione delle Nazioni Unite visiterà 4 siti per sfollati interni.
La delegazione guidata da Robert Piper comprende il capo dell’ONU per l’Etiopia, Dr. Ramiz Alakbarov e rappresentanti delle agenzie delle Nazioni Unite in Etiopia.
Continua la passerella diplomatica dopo quasi un anno (2nov.2022) dalla firma dell’accordo di tregua per il Tigray – CoHA, mentre gli sfollati interni sono più di 1 milione dipendenti ed in attesa di assistenza medica e supporto alimentare.
Martedì 10 ottobre 2023 Alice Wairimu Nderitu, Sottosegretario Generale e Consigliere Speciale delle Nazioni Unite per la Prevenzione del Genocidio, ha lanciato un avvertimento sull’aumento del rischio di genocidio e di atrocità correlate in Etiopia. Ciò avviene mentre i conflitti violenti si intensificano in varie regioni del paese, tra cui Amhara e Oromia.
Ha sottolineato che l’accordo raggiunto un anno fa sulla cessazione delle ostilità nella regione del Tigray è in gran parte fallito, sottolineando la necessità di un’azione internazionale.
Alice Wairimu Nderitu ha dichiarato che:
“La sofferenza dei civili non dovrebbe essere normalizzata o accettata, e la prevenzione deve essere la priorità attraverso un’azione coordinata”
Ha anche fatto riferimento ai suoi precedenti avvertimenti negli ultimi tre anni e a un rapporto di settembre della Commissione internazionale di esperti sui diritti umani sull’Etiopia. Nderitu ha chiesto la fine immediata delle violazioni di ampia portata commesse da tutte le parti a partire da novembre 2020.
Venerdì 13 ottobre 2023 l’ ICHREE pubblica il rapporto finale prima della conclusione del suo mandato e invita alla vigilanza internazionale sul conflitto in Etiopia.
Citazione di quanto riporta Addis Standard sulle dichiarazioni dei membri della commissione ONU di esperti di diritto umanitario in Etiopia.
“Nel rapporto pubblicato al termine della 54a sessione del Consiglio per i diritti umani, la commissione ha implicato le forze federali etiopi, le truppe eritree e le milizie regionali alleate in sistematiche uccisioni di massa, diffusi stupri e riduzione in schiavitù sessuale di donne e ragazze, fame forzata, sfollamento e detenzioni arbitrarie di civili.
Ha accusato le forze del Tigray di portare avanti la propria campagna di omicidi, violenza sessuale, saccheggi e distruzione in quella che il presidente della commissione Mohamed Chande Othman ha descritto come “una scala sconcertante e una continuità di violenza” contro i civili coinvolti nel fuoco incrociato.
Pur sottolineando che i suoi risultati sono probabilmente solo la punta dell’iceberg, la commissione ha affermato di non avere tempo o risorse sufficienti per prendere una decisione su potenziali genocidi o crimini di sterminio. Ma Othman ha sottolineato la necessità vitale di indagini più approfondite per stabilire i fatti e le responsabilità legali.
Con il suo mandato terminato dopo la presentazione di oggi, la commissione ha lanciato un severo avvertimento che la strada verso la giustizia non deve finire qui. Ha espresso grave preoccupazione per la continua presenza delle forze eritree nel Tigray, affermando che le loro violazioni sia prima che dopo i recenti accordi di cessate il fuoco sottolineano come l’impunità generi ulteriori atrocità.
L’esperta della Commissione Radhika Coomaraswamy ha affermato che le speranze di responsabilità interna sono “estremamente remote”, lasciando le vittime alla disperata ricerca di un’azione regionale e internazionale. Il collega esperto Steven Ratner ha definito un duro colpo per le vittime il fatto che il lavoro della commissione sia stato interrotto prematuramente, sottolineando che “è essenziale che questo lavoro continui”.
Othman ha esortato la comunità internazionale a non dimenticare le vittime del conflitto. Ha chiesto un monitoraggio rafforzato delle condizioni sul campo e una giurisdizione universale per i procedimenti giudiziari all’estero. Considerando il rischio allarmante di ulteriori crimini se lasciato senza controllo, la commissione ha affermato che il suo rapporto finale non deve essere l’ultima parola. Giustizia e responsabilità sono vitali per una pace sostenibile, ha sottolineato Othman.
La bozza di mozione per estendere la Commissione internazionale di esperti sui diritti umani sull’Etiopia non è stata rinnovata ed è scaduta il 4 ottobre, nonostante i ripetuti appelli delle principali organizzazioni per i diritti umani di tutto il mondo che ne chiedevano l’estensione.
Nelle settimane precedenti a questa scadenza, i membri della Commissione hanno lanciato l’allarme sull’alto rischio di continue atrocità in assenza di indagini indipendenti sulle violazioni dei diritti umani in corso nel paese. Hanno espresso profonda preoccupazione per il rischio di ulteriori crimini contro i civili dato il clima instabile in Etiopia.
I gruppi internazionali per i diritti umani hanno sottolineato la necessità vitale che il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite utilizzi il suo mandato per aiutare a prevenire le violazioni dei diritti e rispondere a emergenze come quelle ampiamente documentate nell’ultimo rapporto della Commissione.”
Sabato 13 ottobre l’ UNHRC – United Nations Human Rights Council afferma che “La comunità internazionale deve garantire responsabilità e protezione ai civili coinvolti nel conflitto in Etiopia, afferma il rapporto finale della commissione ONU”
“Il livello di uccisioni di massa e violazioni dei diritti umani in Etiopia nel corso degli ultimi anni di conflitto è sconcertante e la comunità internazionale deve intensificare gli sforzi per proteggere i civili e ritenere i responsabili di gravi violazioni dei diritti umani responsabili delle loro azioni. crimini, ha affermato oggi la Commissione internazionale di esperti sui diritti umani sull’Etiopia dopo aver pubblicato il suo rapporto finale.”
E’ indiscrezione di questi giorni di ottobre, tramite un servizio di Tigrai TV che ha intervistato sfollati interni nati ad Humera, area del Tigray occidentale ed ospitati oggi nei campi di accoglienza ad Adwa e dintorni, hanno recentemente denunciato attività di pulizia demografica: registrazione da parte di ONG che li registrano cambiandone i luoghi di nascita. Motivazioni e nomi di queste realtà per ora risultano ingoti, ma per giustizia e trasparenza bisognerebbe che qualcuno debba indagare ed approfondire.
Approfondimento:
Etiopia, la pulizia etnica persiste nonostante la tregua in Tigray
Giovedì 12 ottobre 2023 Tigrai TV segnala che gli sfollati ad Adigrat, nel Tigrai orientale, implorano di tornare a casa mentre continuano a soffrire.
Mentre il resto del mondo rincorre l’ennesima guerra, l’ennesima crisi umanitaria per volontà politiche e per interessi e nuove risorse dei signori della guerra, non bisognerebbe dimenticare quelle recentemente passate, ma che hanno prodotto conseguenze per cui ci sono ancora milioni di persone disperate che stanno cercando di sopravvivere in ogni modo.
Trasparenza e giustizia sono le colonne portanti per stabilità e pace, tutto il resto è solo rumore.
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia