L’ospedale di Adwa, nello stato regionale del Tigray, da una semplice tenda oggi è uno dei più grandi ospedali della regione settentrionale dell’Etiopia.
“L’ospedale Kidane Mehret di Adwa prgettato per offrire 200 posti letto, è stato costruito di fianco alla missione salesiana. Le attività sanitarie sono state avviate nella prima ala da marzo 2019, con 27 posti letto iniziali.
A causa di una grave crisi politica e militare tra il governo centrale ed il partito al potere nel Tigray, la regione di Adwa è stata al centro di un conflitto armato tra novembre 2020 e novembre 2022.
Il Kidane Mehret è rimasto l’unico nel raggio di centinaia di chilometri in grado di poter offrire assistenza sanitaria ai feriti ed ai malati.” Amici di Adwa ONLUS
Deve ancora espandersi e rafforzare la sua sua capacità e i suoi servizi grazie alla sovvenzione di 6 milioni di euro da parte del governo italiano.
L’accordo è stato firmato presso l’ambasciata italiana ad Addis Abeba tra Agostino Palese, ambasciatore italiano e Worknesh Mekonnen, la direttrice dell’ UNOPS – Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi ed i progetti in Etiopia.
L’UNOPS per nome della direttrice in Etiopia e rappresentante presso l’African Union, supervisionerà la consegna del progetto che dovrebbe durare fino a 36 mesi.
La direttrice dell’ UNOPS ha dichiarato:
“L’Etiopia ha affrontato molteplici sfide umanitarie che si sovrappongono, mettendo a rischio la vita e il sostentamento di milioni di persone e guidando continuamente verso l’alto i bisogni urgenti di sostegno umanitario.A tal fine questo impegno del governoitaliano verso il popolo del’Etiopia è immenso. Questo è il terzo progetto che stiamo firmando col governo italiano nel 2023 e vorrei ringraziare il governo italiano per l’impegno continuo per la causa orientato a migliorare la vita delle persone che serviamo. Sono anche grata che abbia scelto UNOPS per realizzare questo particolare progetto. Nella massima misura possibile UNOPS garantirà che il progetto sia costruito sull’etica della resilienza climatica e dei principi di inclusività.”
L’Ambasciatore italiano dal suo canto ha espresso la speranza che l’Osp. Kidane possa essere esempio per gli hospice di tutta la regione e il piano del governo italiano di intervento anche nelle regioni di Amhara e Afar.
Ha aggiunto:
“L’iniziativa mostra il forte impegno del governo italiano a sostenere, rafforzare e migliorare il settore sanitario in Etiopia. Con questo progetto, l’Italia, sostituendo sostanzialmente il contributo della riabilitazione infrastrutturale del settore sanitario in Tigray, pone l’Italia in prima linea nell’azione per ricostruire, sostenere e rafforzare il servizio sanitario nella parte del Paese interessati da quasi 2 anni di guerra. E’ attraverso il potenziamento dell’ospedale Kidane Mehret che vogliamo contribuire alla realizzazione di un ospedale di riferimento per l’intera area per garantire l’accesso alla salute per tutti.”
AGGIORNAMENTO dell’ 8 agosto 2023 da Amici di Adwa ETS che tramite social hanno comunicato:
“E’ arrivata la bellissima notizia che il Ministero degli Affari Esteri – Agenzia per la Cooperazione Internazionale Italiana ha firmato l’accordo per destinare una parte dei fondi per l’Etiopia sulla sanità in Tigray.
Lo stanziamento contribuirà generosamente a portare a termine i lavori di costruzione dell’ospedale di Adwa e per rendere il Kidane Mehret un “Referral Hospital”, punto di riferimento regionale. L’agenzia delle Nazioni Unite UNOPS gestirà il finanziamento.
Grazie al sopralluogo e successivo report dell’Ambasciatore e collaboratori, è stato riconosciuto il valore del progetto e l’importante servizio di assistenza mantenuto durante il conflitto.
Come Amici di Adwa, contiamo quindi di essere alleggeriti nei prossimi mesi dei gravosi costi dell’edilizia, per poterci dedicare a pieno insieme a tutti voi donatori all’assistenza delle migliaia di persone bisognose di aiuto, cure, cibo!”
Le attività recenti del WHO Ethiopia in Tigray
Giovedì 3 agosto 2023 Tigrai TV comunica che:
“Il rappresentante dell’Organizzazione mondiale della sanità in Etiopia Marjoire (Dr) discuterà questo pomeriggio con il capo dell’Ufficio sanitario regionale del Tigrai, il dott. Amanuel Haile.
Il Rappresentante è atterrato questa mattina all’aeroporto internazionale Alula Abanega.
Durante la sua visita di due giorni, la rappresentante dovrebbe visitare il sistema sanitario danneggiato nel Tigrai e consegnare attrezzature mediche. Secondo il programma, nel pomeriggio inaugurerà il Tigrai Hub Office dell’OMS. Domani visiterà anche l’Ayder Referal Hospital.”
Fa seguito l’annuncio che WHO ha donato 215 tonnellate di materiale medico al Tigray.
Dall’account social del WHO Ethiopia viene comunicato che:
“Incontro proficuo tra WHO e il capo dell’ufficio sanitario regionale del Tigray, Dr. Amanuel Haile. Discussioni stimolanti sul rafforzamento dei servizi sanitari, sulla collaborazione e sull’affrontare le sfide sanitarie nella regione. #WHO si impegna a costruire un sistema resiliente #healthcare nel Tigray”
Lo stesso giorno il Dr. Hale Teka, lanciava un appello:
“Questa MRI – macchina per risonanza magnetica da 3 Tesla del valore di 300 milioni sta perdendo il suo potenziale magnetico a causa della mancanza di manutenzione. Se non mantenuta urgentemente, la risonanza magnetica diventerà presto del metallo inutile. L’Ayder Hospital ha un disperato bisogno di 30 milioni di Birr per ripararlo.
L’attuale livello di elio della risonanza magnetica si trova a un livello incredibilmente basso del 10,74% e si sta deteriorando molto rapidamente.
Poiché la risonanza magnetica ora non funziona, i pazienti che necessitano del servizio stanno percorrendo circa 900 chilometri per ottenere una scansione. Salva la macchina, salva vite.”
Venerdì 4 agosto 2023 diversi comunicati da aprte del WHO Etiopia
La Dottoressa Nonhlanhla Dlamini, WHO Ethiopia, ha fatto visita all’ Ayder Hospital di Mekelle.
“Ieri, la dott.ssa Dlamini con il suo team ha visitato l’ospedale specialistico #Ayder di #Mekelle #Tigray . Si sono svolte fruttuose discussioni con la dirigenza dell’ospedale, incentrate sul rafforzamento dei servizi sanitari e sull’affrontare le principali priorità sanitarie dell’ospedale.”
“Il team ha anche visitato i pazienti nei reparti dell’ospedale. È stato stimolante assistere alla resilienza dei pazienti e vedere gli operatori sanitari dedicati fornire cure compassionevoli. #WHO rimane impegnato a sostenere l’ospedale.”
Milioni di euro, ma l’urgenza per la sopravvivenza è ora
I due anni di guerra ed i successivi 9 mesi passati dall’accordo di cessazione ostilità firmato a Pretoria, oggi agosto 2023, ha portato a delle conseguenze umanitarie disastrose ancora in atto. Il tutto aggravato dal blocco del supporto alimentare di WFP e USAID a partire da marzo 2023 per quasi 6 milioni di persone in Tigray e nel resto d’Etiopia da giugno: sono 20 milioni oggi le persone in attesa.
Approfondimento: Report UNOCHA 4 Agosto 2023
La mancanza di farmaci sta ancora ucciendo
Il 2 agosto 2023 Tigray TV denuncia che:
“La mancanza di farmaci nel #Tigrai meridionale a causa della scarsità di farmaci nel distretto di Selewa ha provocato la morte di 29 pazienti con malattie croniche su 7.749”
La situazione dei campi IDP, per sfollati interni in Tigray é atroce e disumana
Le persone vivono in agonia giorno per giorno, mendicando di giorno nella speranza di trovare cibo o supporto. Decine di migliaia soffrono la fame per mancanza di cibo che dovrebbero fornire le agenzie umanitarie, ma che, nonostante l’accordo di tregua in atto, non ricevono le dovute cure ed assistenza.
Ho condiviso su un precedente aggiornamento la testimonianza di Marco Sassi, presidente VIM-Volontari Italiani Madagascar, coordinamento di 120 associazioni, in visita in campi per sfollati ad Abi Adi.
Oggi riporto integralmente un suo nuovo aggiornamento del 4 agosto 2023:
“Refugee Camp di Shirè, Tigray Centrale. Mi mancano le parole. Mi sono mancate a lungo durante la visita al campo autocostruito intorno alle scuole primarie di Shirè, 6500 famiglie, 34.000 persone che vivono solo qua. E nel woreda di Shirè ce ne sono altri 18 così, in condizioni disumane.
Mentre lo visitavo in compagnia del Comiteè di gestione, eletto dai rifugiati stessi, mi rimbalzavano in modo ossessivo in testa le parole e le immagini di “Se questo è un uomo” e dei lager.
Solo negli ultimi 2 giorni sono morte 4 persone per fame, 16 nelle ultime settimane. Sono 7 mesi che non ricevono nulla.
Mi era montata una rabbia che stava per esplodere, forse frenata solo dalle emozioni.
Rabbia perché ci sono Agenzie internazionali delle UN, come Unicef, Unhcr e OIM che hanno messo i loro stemmi nel campo. E ci sono pure le grandi INGO’s, – e io i nomi li faccio, oh se li faccio! – come World Vision, Plan, Danish Refugee Council, che hanno messo loghi e striscioni.
Ma la verità è che non fanno nulla, non distribuiscono cibo, non hanno medicine, fanno finta di fare assistenza medica – che non c’è!! – e hanno portato solo 150 tende (senza nient’altro) , del tutto insufficienti e gli altri se le sono costruite da soli!
Gli ho chiesto se hanno mai visto al campo dei ferenji (i bianchi)… NOOOO!!!
I “bianchi” stanno chiusi nei loro palazzi di lusso, con paghe stratosferiche e non vanno al campo – forse anche per paura delle critiche – e mandano di tanto in tanto i loro luogotenenti locali (quasi tutti della capitale, dell’etnia responsabile del genocidio da cui sono scappati) a fare qualche passerella o a montare qualche tendone più grande “di richiamo fotografico”, ma completamente vuoto e inutile. Quelli del DRC sono venuti , hanno portato una scrivania al comitteè e sono spariti. Ma hanno affittato – con finanziamento della UE ! – un intero palazzo di lusso!
Milioni di euro che spariscono nel nulla!
Il campo è stato allagato da una tempesta d’acqua una settimana fa, con tanta acqua che ha portato via un bambino, ma nessuno è venuto ad aiutarli!
Vivono dormendo per terra, con la TBC e altre malattie respiratorie sempre più diffuse, ma non hanno farmaci.
Ci sono moltissime donne con HIV, spesso a seguito dello stupro delle truppe eritree e delle milizie irregolari Fano, ma non hanno nulla. Sembra che l’HIV sia diffuso anche tra i bambini.
Si nutrono dei resti del cibo della popolazione residente in città, facendo elemosina, mandando i bambini a lustrare le scarpe.
Già… i bambini…. Quelli per i quali siamo stra-sicuri che UNICEF e UNHCR provvedano alla loro istruzione… e invece sono 3 anni che non vanno a scuola e nessuno se ne occupa!
E sono moltissimi i bambini denutriti e in evidentissimo ritardo di sviluppo rispetto all’età, con braccine del diametro di pochi cm, che fanno venire il magone in gola a toccarli. HANNO FAME!!
Nelle tende fradicie, su materassi e coperte fradicie, con fango e acqua, vivono anche in famiglie di 7- 8, nelle mini tende dell’OIM ne avevano sistemati anche il doppio, prima che scoppiasse una mini-rivolta.
Sono completamente abbandonati, sono tenuti all’oscuro di tutto e non sanno quali sono le risorse a loro disposizione (ma che bella “cooperazione”); sono incazzati neri contro le ong, che sfrecciano con fuoristrada nuovissimi, ma nessuno sa che cosa fanno o che cosa devono fare.Nel campo si muore di fame, ci sono migliaia di topi che portano malattie, si muore di malaria, di polmonite, si muore di malnutrizione, di sporcizia e mancanza di latrine decenti per tutti.
Sono disperati ma composti. Almeno per ora.Tutti mi chiamavano dentro il loro cantuccio, quando ce l’avevano. Alcuni dormono sul nudo pavimento esterno della scuola, per terra. In una foto ci sono dei cenci per terra. Sono il letto di un ragazzo che ha combattuto ed è rimasto mutilato; sono il suo letto. A fianco dei teli separano le “casine” open air di altrettante famiglie.
Nelle aule vivono anche 40-50 persone, 7- 8 famiglie, ogni letto una famiglia, eh sì, ….perché in un letto si dorme in 5.
I bambini sono denutriti, in evidente stato di ritardo di sviluppo rispetto all’età, hanno braccine di pochi cm di diametro. E’ una cosa che toglie il fiato.
Anche perchè con i soldi elargiti da UE e Stati vari avremmo dovuto occuparci di loro. Sono imbestialito.
Mi allargo: pensate di continuare a sostenere con i vostri contributi o 5×1000 l’Unicef?! Liberi, ma facciamo in modo di separare le nostre strade, datemi la possibilità di togliervi l’amicizia.Povera gente tradita: sono scappati dai Woreda occidentali di Humera e Dashan, a piedi, camminando per 4 o 5 giorni, facendo i funerali di quelli che morivano per strada uccisi dalla fatica, dalla sete, dalle milizie Fano o da quelle eritree se li trovavano sui monti.
Sanno di non poter tornare a casa. Le loro terre – tra le più fertili del Paese – e le loro case sono state occupate dalle milizie Fano, che non se vanno e non hanno alcuna intenzione di farlo, in barba agli Accordi di Pace. E mi fa ancora più incazzare, perché quando sento parlare di guerra in Ucraina e di tutte le attenzioni tra quei due popoli che non vogliono far la pace, bene, qua, nonostante i 600.000 morti degli Accordi di Pace sono stati firmati, il Tigray li ha rispettati e le altre parti no, ma la comunità internazionale se ne frega! Ma allora, ditemi, quando cazzo arriva il momento di mandare quei pagliacci dei Caschi Blu dell’ONU che paghiamo ognuno come nababbi, per stare intanati da qualche parte a non fare niente?!
Qua muoiono le persone perché non possono tornare alle loro case occupate e non restituite secondo gli Accordi di Pace! Ma chi cazzo glielo racconta la prossima volta di “fare la pace”?! Moriranno tutti fino alla fine prima di farsi fregare un’altra volta!
Sono mortificato, arrabbiato, ho pianto e ho avuto il magone per ore.
Ma non finisce qua.
Sono venuto fino qua, per vedere, per capire, e ho capito cose che non dovevo vedere.
E a chi si chiede “perché sei andato”, rispondo “perché non siamo andati”, tutti!, a squarciare quel velo oscurante che hanno fatto calare benissimo sopra questo dramma, che nessuno deve conoscere, nessuno deve vedere. Il genocidio più terribile degli ultimi anni, dimenticato.
Morire per fame, no, la mia religione laica non me lo concede.
E nemmeno di tacere.”
Le volontà politiche di sospensione alimentare e di gestione della crisi fanno morire persone ogni istante
Dopo la sospensione del supporto alimentare per milioni di persone da parte di agenzie umanitarie preposte a questo onere e responsabilità, non è giunta ancora alcuna dichiarazione ufficiale sulla ripresa delle attività da parte né di WFP né di USAID.
Il WFP aveva precedentemente dichiarato che probabilmente avrebbe ripreso le consegne verso la fine di luglio 2023. Tempo massimo superato e dal WFP alcuna dichiarazione.
Le persone continuano a morire di fame, adulti e bambini.
La scelta politicizzata di sospensione alimentare è stata ulteriormente politicizzata dalle volontà del Segretario americano Antony Blinken di comune accordo con il primo ministro etiope.
Venerdì 4 agosto 2023 il Dipartimento di Stato americano ha rilasciato un comunicato sul confronto telefonico avuto tra le due parti in cui si può leggere la volontà di costituire nuove sovrastrutture per “aiutare i bisognosi”.
“Il Segretario e il Primo Ministro hanno discusso della creazione di un sistema di distribuzione degli aiuti umanitari con una supervisione rafforzata per raggiungere l’obiettivo condiviso di riavviare gli aiuti alimentari il prima possibile.“
WFP e USAID si fanno attendere, come gli aiuti per milioni di persone in attesa, non si sa ancora per quanto.
Approfondimenti:
- [Analisi] Etiopia, in Tigray l’impatto della sospensione del supporto alimentare potrebbe essere peggiore dell’assedio.
- Etiopia, Aggiornamenti dal Tigray – 26 Luglio 2023
- Etiopia, la crisi umanitaria in Tigray continua, ma per l’Italia si è risolto tutto con l’accordo di Pretoria
- [Archivio] 2 anni di aggiornamenti su Tigray ed Etiopia
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia