Sono milioni nello stato regionale del Tigray, in Etiopia, a subire le conseguenze di 2 anni di guerra genocida dopo i più 7 mesi dall’ accordo di cessazione ostilitià – ChOA – firmato a Pretoria da governo centrale e TPLF – Tigray People’s Liberation Front il 2 novembre 2022.
Diversi punti fondamentali iscritti nell’accordo di Pretoria oggi sono ancora disattesi. Ad intensificare la catastrofe umanitaria in atto è il blocco da parte di agenzie umanitarie come il WFP e USAID che hanno bloccato il sostegno di supporto alimentare facendo aumentare come conseguenza diretta il numero di morti per fame. Morti silenziose atroci e nel silenzio del resto del mondo.
Il blocco è conseguenza dell’avvio di indagini investigative avviate da parte delle agenzie umanitarie, causa del dirottamento del materiale alimentare destinato a milioni di persone.
Allo scandalo del dirottamento del supporto alimentare in cui sono stati denunciati anche i militari etiopi come parte dei criminali dirottatori del cibo è seguita la risposta giunta il 12 giugno: infatti il ministero della Difesa etiope ha smentito con veemenza le recenti accuse secondo cui le forze di difesa del paese, insieme ad altri organi governativi, sarebbero stati coinvolti in quello che l’USAID ha descritto come:
“uno schema di diversione a livello nazionale” di aiuti alimentari.
Venerdì 9 giugno 2023, Jim Risch, il senatore degli Stati Uniti ha accusato i “leader al vertice” delle organizzazioni umanitarie dopo le rivelazioni sui furti di aiuti alimentari in Etiopia.
“Le agenzie statunitensi sono state impegnate a mettere in luce i loro progressi autoproclamati nel fornire cibo ai bisognosi e porre fine a una guerra che ha distrutto milioni di vite innocenti. Tuttavia, ora sappiamo che i leader al vertice di queste organizzazioni a Washington, New York e Roma erano consapevoli che gli esecutori sul campo non potevano garantire che gli aiuti finissero nelle mani giuste. Aggiunge la beffa al danno che ciò si sia verificato mentre il mondo sperimenta una carenza globale di cibo. Questo è inaccettabile”
Aggiungendo:
“La questione della diversione alimentare è solo una parte di un modello di comportamento con il governo etiope. È sciocco pensare che il governo etiope stia lavorando con noi in buona fede e non possiamo essere ingannati di nuovo. La mancanza di controllo e di guardrail dell’assistenza umanitaria degli Stati Uniti non dovrebbe reggere”.
Lo scandalo del dirottamento alimentare umanitario è stato perpetrato in 8 regioni dell’ Etiopia.
Ci sono milioni di persone che hanno un disperato bisogno di aiuti alimentari nel Tigray. La sospensione dell’assistenza alimentare da parte di USAID e WFP sta già avendo gravi conseguenze per i gruppi vulnerabili, i bambini, gli agricoltori e la pace. Teklehaymanot G. Weldemichel (ተኽላይ) per Devex ne ha fatto un’ analisi.
Nel contempo le morti silenziose in Tigray sono accomunate dal silenzio e mutismo totale dei media in Italia sulla catastrofe umanitaria prodotta dall’uomo e dalla guerra. Ci sono casi di informazione più unici che rari che con la ripubblicazioni di contenuti di articoli anglofoni cavalcano l’onda online del tag e delle parole chiavi per restare ai primi risultati su Google notizie per fini di visibilità, ma non per reale denuncia informativa in tutela del diritto umanitario e degli individui.
La firma dell’accordo di cessazione ostilità ha legittimato i media italiani a non considerare più importante il tema Tigray (non che fosse mediaticamente differente il periodo di 2 anni di pre accordo) che comunque continuano a perpetrare una certa propaganda strumentale e politicizzata, condividendo rumore di fondo chiamato per alcuni anche gossip, break news su migranti, barconi, invasione degli uomini neri dall’Africa in Italia, o di “dirottatori” e “clandestini” (recente caso Crosetto con la nave turca direzionata verso la Francia) senza considerare oggettivamente dati, numeri: l’informazione è tutt’altra cosa di articoli di “procurato allarme”.
Quasi nessuno che si fosse degnato di segnalare l’attività di pulizia etnica denunciata da HRW – Human Rights Watch: 3 media dopo 5 giorni, 5 media nell’arco di 10 giorni
Pulizia etnica perpetrata dalle forze amhara e milizie fano sul popolo del Tigray anche dopo l’accordo di Pretoria.
Approfondimento: Etiopia, la pulizia etnica persiste nonostante la tregua in Tigray
Tigrai TV ha segnalato lunedì 12 giugno 2023, che dalla firma dell’accordo ChOA avvenuta il 2 novembre 2022, oggi si contano (registrati formalmente) 327 sfollati interni morti per fame.
Nel contempo non sapremo mai il numero reale di quante altre persone in disparte e isolate dal resto del mondo in due anni di guerra genocida in Tigray sono morte e stanno morendo di stenti e per mancanza di cibo e cure mediche.
Nel contesto del supporto umanitario in cui dovrebbero essere principalmente le istituzioni governative interne ed internazionali a muoversi per salvare quante più vite possibili dalla fame, dalle malattie ed epidemie per mancanza di acqua o farmaci, sono invece molte più le realtà dietro le quinte, gruppi e collettivi silenziosi sia in loco che nella diaspora che stanno lavorando per salvare e salvarsi come popolo tigrino e come singoli individui.
Ethiopian Reporter mercoledì 14 giugno 2023 segnala che il numero di persone che muoiono a causa della prolungata mancanza di cibo nella regione del Tigray è in aumento e la fame sta peggiorando.
Nel distretto di Samar, che si trova 40 chilometri a sud di Mekelle, negli ultimi 4 mesi sono morte 25 persone e si segnala che 670 bambini sono attualmente in condizioni critiche.
Un giornalista era presente recentemente nella zona e ha osservato che molte madri e bambini dormivano nelle loro case senza cibo e senza potersi muovere.
Un altro giornalista ha dichiarato che c’è un problema peggiore nella città di Tenben (Abi Adi), che si trova a 80 chilometri a nord di Mekele. Soprattutto nella città di Tenben, ci sono circa 50.000 sfollati, il che ha aggravato il problema.
19 dei 10.000 sfollati che si sono rifugiati nei pressi di una scuola della città di Tenben sono morti di fame, e gli sfollati che hanno parlato con il giornalista hanno detto che sono rimasti per mesi senza alcun aiuto.
Tadese Yilma, il coordinatore degli sfollati a Tenbene ha dichiarato:
“Una persona che sta morendo di fame ha sicuramente 19 anni. Diabete, ipertensione e altre malattie non vengono curate. Non c’è alcuna disposizione”.
Il capo del centro sanitario di Tenben (Abi Adi) ha denunciato che sebbene arrivassero più di 50 pazienti ogni giorno, non era possibile fornire alcun trattamento e che non ci sono ambulanze da inviare a Mekelle.
Continua dicendo che in varie aree, soprattutto nei dintorni di Mekelle, il numero di persone che stanno morendo di fame è in aumento e sta andando fuori controllo. Aggiunge che l’amministrazione ad interim del Tigray, IRA, costituita come obblighi dell’accordo di Pretoria, non sta rispondendo alle necessità e ai bisogni delle persone. Ha anche affermato che le autorità del TPLF a Mekelle e nella woreda [distretto] sta cercando di impedire ai media di denunciare e dare visibilità al problema.
Oggi si contano più di 1 milione di sfollati nello stato regionale del Tigray. A rischiare di morire di fame però non sono solo gli IDPs ma anche i civili, le persone che hanno ancora una casa.
“Durante la guerra, la nostra zona era assediata dai soldati eritrei. Hanno distrutto i raccolti. Non hanno lasciato proprietà. Non i sono buoi per arare. Sono passati 5 mesi da quando i nostri aiuti sono stati interrotti”
Lunedì 12 giugno 2023 Tim Vanden Bempt condivide la sua analisi via social:
“L’ultima volta che le persone nel Tigray hanno ricevuto assistenza alimentare è stato 2 mesi fa e solo circa 250.000 dei 5,3 milioni bisognosi sono stati raggiunti nel mese precedente.
Sono 2,5 milioni le persone che possono contare sugli altri solo per ricevere cibo (doni, prestiti, elemosina o aiuti alimentari). Non sembra probabile che WFP o USAID riprendano gli aiuti alimentari nelle prossime settimane.
Ciò significa che nei prossimi giorni e settimane le migliaia di bambini e anziani che stanno già bilanciando la linea sottile tra la sopravvivenza e la morte probabilmente soccomberanno alla fame.
Sebbene comprensibile che la deviazione, il furto e la corruzione delle consegne di aiuti debbano essere indagati e che a causa di tale distribuzione sarà temporaneamente sospesa, la durata dell’attuale sospensione crea più vittime del crimine che cerca di prevenire.
E la sospensione degli aiuti alimentari da parte della comunità internazionale rende evidente un altro (e ben peggiore) crimine nel Tigray. Dopo 2 anni di guerra e blocco, il governo etiope non sta ancora fornendo aiuti di emergenza ai milioni di persone che soffrono.
L’IC non ha più scuse per assistere alla campagna di fame del governo etiope. Milioni di persone nel Tigray hanno bisogno di aiuti alimentari e il governo non può più nascondersi dietro ‘ostilità’ per non salvarli. C’è un accordo di pace, ma c’è ancora il genocidi in atto in Tigray [per volontà politiche]”
Tigrai TV martedì 13 giugno 2023 condivide il messaggio e l’ennesimo appello di Abune Tesfaselassie Medhin, vescovo dell’Eparchia di Adigrat, che chiede un’attenzione urgente per gli sfollati interni nel Tigray.
Ethiopian Reporter riporta la testimonianza di IDP, Tadese Yilma:
“Siamo stati tutti espulsi da Humera e Wolqait. Ci sediamo qui e non c’è aiuto. Se il governo dice che c’è pace, se sgomberiamo [dalle forze esterne Amhara e milizie fano] la nostra terra, vogliamo tornare al nostro villaggio per coltivare e mangiare”
Il ritiro delle forze occupanti (amhara ed eritrei) il Tigray è punto fondamentale del’accordo di tregua però ancora disatteso, diverse truppe eritree sono uscite dalla regione, ma persiste la pesante occupazione amhara nel Tigray occidentale, territorio rivendicato come storico e sotto la sua giurisdizione, zona ancora contesa e in attesa di reale confronto tra le parti (governo centrale, IRA e governo regionale amhara che dovrebbero gestire la situazione secondo ChOA e normativa costituzionale): in questo stato gli IDP e i rifugiati tigrini in Sudan non possono tornare alle loro case.
Tigrai TV domenica 11 giugno 2023 ha indicato che i soldati eritrei stanno occupando ancora 43 scuole nel Tigray orientale.
La catastrofe umanitaria in Tigray per milioni di persone è supportata pesantemente anche dalle conseguenze del cambiamento climatico.
Il campanilismo mediatico politicizzato dello stivale fa sapere al popolo italiano che recentemente le alluvioni hanno attaccato pesantemente l’Emilia Romagna e i suoi residenti, ma si sono dimenticati che anche in altre parti del mondo il cambiamento climatico produce sempre più vittime come in Tigray.
Nell’Africa che l’Italia vede come sinonimo di “migranti”, “barconi”, “l’uomo nero”, “invasori”, e che accostano alla propaganda fascista di Lollobrigida e della “sostituzione etnica”… si muore di sete causa siccità, o perché arriva troppa acqua.
Approfondimento: Report di Amref – Africa per i media italiani è solo guerre, migranti & terrorismo
Tigrai TV segue ed aggiorna costantemente sui problemi sociali ed umanitari di civili e sfollati interni.
Venerdì 9 giugno 2023 denuncia che: “Malnutrizione e strutture mediche inadeguate in Tigray – Donne e madri nel distretto di May-Kinetal muoiono a causa della malnutrizione e di un servizio medico inadeguato.”
Gli sfollati interni a Shire sono stati colpiti da un’alluvione che ha gettato ancora più in crisi la loro possibilità di sopravvivenza già deteriorata dal quasi nulla che hanno come supporto ed assistenza.
L’ alluvione ha colpito anche il distretto di Asgede, nord est del Tigray: nel campo IDP di Hitsats per sfollati interni si contano 1 morto e 13 feriti.
Secondo il giornalista Meles Abadi, l’alluvione, preceduta da forti piogge e tempeste, ha squarciato le tende dove si rifugiano gli sfollati. Il campo degli sfollati interni, un tempo campo profughi per rifugiati eritrei, è stato distrutto dalle forze eritree quando hanno occupato l’area insieme alle forze etiopi nel corso della guerra.
Mercoledì 14 giugno il Gen. della Task Forces dell’ IRA ha denunciato l’implicazione eritrea nel dirottamento di 3000MT (tonnellate metriche) di grano.
Il generale Fiseha Kidane, coordinatore del comitato investigativo che è anche capo ad interim dell’ufficio regionale per la pace e la sicurezza, ha dichiarato mercoledì 14 giugno 2023 per mezzo video su Tigrai TV che le entità del governo federale hanno dirottato oltre 4300 tonnellate di grano, quasi 130.000 litri di olio da cucina e 4.187 quintali di piselli, mentre le forze eritree hanno dirottato quasi 2900 tonnellate di grano, oltre 43mila litri di cibo da cucina olio e 1.440 quintali di piselli destinati ai bisognosi.
Inoltre, le autorità regionali del Tigray hanno dirottato quasi 1500 tonnellate di grano, 42.759 litri di olio da cucina e 1.424 quintali di piselli, ha affermato il generale Fiseha.
Ha detto che sono stati identificati 186 sospetti sospettati di avere ruoli nella deviazione degli aiuti alimentari, di cui sette sono già stati arrestati. Il funzionario non ha specificato quando è avvenuta la deviazione degli aiuti, né ha specificato gli enti governativi federali e regionali coinvolti. Sia il governo federale etiopico che l’Eritrea non hanno reagito immediatamente alle accuse.
Dopo una rapida ricerca confutata da un tweet del WFP Ethiopia si può capire che quelle migliaia di MT di supporto alimentare possono corrispondere approssivativamente a 165 camion: ovviamente dipende da come viene stoccato il materiale
Ogni singolo seme è un aiuto per le persone biognose, ma nel contesto generale 165 camion sono solo una goccia nell’oceano considerando che diversi report parlano di migliaia di camion che non sono mai arrivati a destinazione in Tigray.
Tutte queste evidenze inserite nel contesto che qualcche media definisce post bellico, narrativamente parlando rappresenta una realtà distorta dalle parole utilizzate.
Si può solo formalmente parlare di periodo post bellico perché è stato siglato l’accordo di tregua, obbligato e necessario per poter trovare il tempo necessario per fermare le bombe, ma le tensioni e gli abusi stanno continuando nonostante l’accordo (come evidenziato anche in questo articolo).
Si può solo formalmente parlare di periodo post bellico, ma le persone stanno ancora morendo di fame e stenti, per mancanza di materiale salvavita e supporto sanitario perché è ancora in atto una guerra che dalle bombe e droni si è spostata al livello politico: anche le volontà di indirizzo politico possono essere micidiali per massacrare un popolo, milioni di persone.
L’attenzione per l’attuale catastrofe umanitaria in Tigray per milioni di persone non deve essere dimenticata, nonostante molte realtà anche a livello internazionale stiano cercando di passare oltre per tutelare interessi, nuovi accordi economici e risorse.
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia