In bicicletta da Aquileia per il giro dell’Istria, questa é stato il cicloviaggio che ho intrapreso a partire da martedì scorso in 3 tappe assieme a Giovanni ed alle nostre bici in modalità bikepacking, portandoci cambi, accessori e tenda, tutto il necessario per poter viaggiare in totale autonomia.
PRIMO GIORNO
Martedì con tutta calma siamo partiti da Aquileia per le 9.00, abbiamo subito puntato la ciclabile verso San Lorenzo di Fiumicello direzione Trieste, Muggia per attraversare Capodistria fino ad Isola lungo la sua bella ciclabile lungomare per dirigerci verso Rovigno, dove si sarebbe conclusa la prima tappa e dove ci attendevano Marco, Elisa e Peppino che ci avrebbero ospitato per un paio di notti.
Siamo partiti con una temperatura mite per la prima oretta ed un bel cielo sereno, ma poi il caldo ha iniziato a farsi sentire, ma niente di così drammatico come il primo g.p.m., la prima “salitella” per scollinare e poterci trovare da Isola a Portorose, che col peso aggiuntivo del bagaglio e quei 3 lt/kg di acqua si é fatta sentire sulle gambe.
Poco male perché il panorama ci confortava, tutta la costa, Izola in primis e lo sguardo che raggiungeva la costa di Trieste ed oltre attorniata da un mare blu cobalto ci motivava a pedalare ancora avanti.
Appena siamo entrati dalla Slovenia alla Croazia abbiamo puntato a Punta Salvore, Umago e via via fino a Novigrad (Cittanova) : anche qui un attimo di pausa per ammirare i panorami che ci presentavano mari e monti in un’unica inquadratura.
Eravamo arrivati circa a 2/3 della prima tappa lunga 190km in totale, ma se fino adesso avevamo pedalato tra sali e scendi, gli ultimi chilometri ci presentavano “un po più sali che scendi”.
NOTA: se devi intraprendere una pedalata del genere, oltre l’allenamento non sottovalutare di avere sempre a disposizione acqua nelle borracce perché ci sono certi tratti di strada in cui non troverai ne fontane, ne bar o supermercati per poter far rifornimento.
La tappa é continuata puntando a Funtana che ci ha fatto rientrare nell’entro terra per gli ultimi 10km per seguire la riserva del canale di Leme e mettendoci sulla strada verso Rovigno.
Se tutta la strada l’abbiamo fatta ad una andatura di 25-27 km/h gli ultimi 20/25km la media sia é notevolmente abbassata intorno ai 20 km/h perché le mie gambe non ne volevano più sapere di mantenere quelle velocità: nulla di grave, visto che non ci correva dietro nessuno 🙂
La prima tappa é iniziata bene, grazie al meteo ed alla temperatura ottimali ed ai panorami che ci hanno allietato la pedalata.
Verso le 18.30 siamo arrivati a Rovigno, ospitati a casa del cugino di Marco per un paio di birrette rigenerati e per rifarci dei sali persi, quattro chiacchere e poi ci siamo diretti in appartamento da Marco per doccia, cambio d’abito e per uscire a cena. Un po di proteine ingurgitate grazie ad una grigliata mista da chilo 😀
SECONDO GIORNO
L’indomani, mercoledì, sarebbe stato un giorno relax per me e Giovanni, niente bici, ma ci siamo crogiolati al sole con qualche nuotatina per spezzare la dura giornata di spiaggia assieme a Marco ed Elisa 🙂
Aperitivo pre cena al bar del campeggio, puntatina al market per fare provviste per il giorno dopo, giovedì, in cui saremmo ripartiti per la seconda tappa direzione Icici, e poi doccia, cambio d’abito e fuori a cena: altro locale, altra grigliata mista per me, giusto per non aver paura di morire di fame per i troppi chilometri in bicicletta 🙂
Verso mattina ha fatto 4 goccie di pioggia e già Giovanni, guardando il meteo, aveva preannunciato che sarebbe stato una giornata nuvolosa con qualche pioggia per spezzare la giornata.
TERZO GIORNO
Colazione, preparazione bagagli, bici, saluti di rito a Marco, Elisa e soprattutto a Peppino per l’osipitalità 🙂 e subito ci siamo messi in sella direzione Pola, dove sotto un cielo che minacciava pioggia battente, siamo riusciti a fermarci e fare qualche foto all’ arena quando ha iniziato a gocciare, le classiche gocciolone da temporale estivo, almeno un po rinfrescante visto la temperatura e che ci ha accompagnati per qualche chilometro uscendo da Pola e puntando la strada direzione aereoporto (bella la ciclabile su cui abbiamo pedalato per diversi chilometri) per poi ritrovarci in un paesino con quattro case e apparentemente deserto: ci siamo fermati sotto un maestoso albero in centro per aspetare che scansasse un po la pioggia e per poter dare un occhio alla mappa su quale strada prendere per proseguire.
Eravamo ad un bivio, due stradine che da asfaltate si trasformavano in sterrate, io pochi problemi visto che ho un ciclocross con copertoni da 35 e con un po di battistrada, un po meno confortevole per Giovanni che essendo partito con una bdc, una bici da corsa e avendo le ruotine fini da 25 é sceso per portare la bici a mano e non rischiare di bucare: ecco fatto… dopo pochi metri guardo la mia ruota posteriore e grido “Giovanni é fatta!!! Ho bucato!” …ed ha reiniziato a piovere 🙂 Il mio amico Murphy é sempre dietro l’angolo che aspetta sghignazzando 😀
La strada comunque fino a quel punto é stata gradevole, quasi del tutto in piano, senza problemi poi da li in avanti, arrivando a Barban é stata tutta un sali e scendi, un falso piano per concludersi con uan vera e propria salita fino a Labin, discesona passando Vozilici per poi risalire a Plomin dove ci siamo fermati per ristoro e vista panoramica sul canale e sull’ ecomostro di centrale elettrica in mezzo alla valle, con il camino più alto che abbia visto nella mia vita.
La strada proseguiva a strapiombo sul canale e continuava a salire ancora per qualche chilometro fino ad arrivare a Zagorje, una punta estrema in cui si scollinava e si poteva ammirare gran parte della costa istriana su cui avevamo appena pedalato.
La strada di li in avanti avrebbe fatto ben sperare in una bella discesa fino ad arrivare a destinazione al campeggio ad Icici, invece si é mantenuta costiera ma sempre a livello e qundi sali scendi e falsi piani che non hanno lasciato un attimo di respiro alle gambe, ma poco male, perché la vista alleggeriva un po la pesantezza e la fatica.
In lontananza si poteva vedere l’isola di Cherso e un po più in la Fiume, orizzonte abbastanza sfuocato dato dall’umidità e dal caldo.
Finalmente dopo quasi 130km siamo arrivati ad Icici dove ci attendeva solo il campeggio: siamo arrivati giusti in tempo visto che il meteo ha fatto il disastro, vento fortissimo a raffiche, nuvoloni che minacciavano grandine e fulmini, le fronde degli alberi che sembravano quasi spezzarsi sbattendo di qua e di la, mentre io e Giovanni tentavamo di tenere ancorate a terra le nostre tende che facevano da vele mentre noi tentavamo di picchettarle per prepararci almeno un minimo riparo prima di beccarci l’acquazzone: 10 minuti dopo tutto si é calmato, il cielo ha rischiarato e noi eravamo già sul lungo mare a berci una birretta rilassante con vista su Fiume 🙂
QUARTO GIORNO
La mattina seguente abbiamo optato per sveglia con comodo, un paio d’ore di spiaggia e mare se il meto ce lo avrebbe permesso e così é stato, e poi checkout dal campeggio e ultima tappa verso casa, pedalando direzione Aquileia.
Dopo aver fatto provviste e soprattutto scorta d’acqua al market del paese ci siamo messi in sella alle nostre biciclette per prendere la strada più diretta per tornare a casa, sì. più diretta ma quella con maggior dislivello anche se come sempre, la fatica é stata ripagata dai panorami e dalle strade poco trafficate in mezoz ai monti e valli: da Icici fino al confine Croazia Slovenia, quasi 38km tutti in salita.
Per me i paesaggi più belli, oltre alla costa istriana, sono stati quelli della parte slovena, che anche se più tosti dal punto di vista altimetrico, mi hanno dato più motivazione per pedalare.
Siamo rientrati in Italia in zona Dolina per poi scendere finoa all’inizio di via Flavia a Tireste e poi, giusto per non perderci nel traffico di fine lavoro di venerdì in centro abbiamo optato per puntare Basovizza, bivio H, Opicina e fare qundi le alte sopra Trieste, ma con una salita che non mollava più, altri 15km a sgambettare come le caprette di montagna, ma ormai respiravamo già aria di casa.
Abbiamo puntato a Opicina come ultimo g.p.m. e poi sarebbe stata tutta discesa fino ad Aquileia.
La pedalata é stata spalmata in 3 giorni + 1 di relax per un totale di circa 450km e un dislivello di quasi 4200 metri con qualche ettolitro di liquidi consumati ed a parte queste statistiche una pedalata in Istria sotto costa e in Slovenia lo consiglio a tutti, visto i posti e le strade del tutto accessibili e con una buona dose di ciclabili a disposizione soprattutto nei centri abitati più popolati e turistici. Oltre la Parenzana esiste in Istria una rete di strade dedicata alle biciclette tutta da scoprire 🙂
ISTRA BIKE – http://www.istria-bike.com/it/home
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia