Sabato io e Alessio ed i colori NAGAYE Project avevamo appuntamento con il Vecchio Pedale Isontino, A.S.D. di Gradisca d’Isonzo per partecipare alla 38a edizione della Gradisca Forni di Sotto in bicicletta.
Tabella di marcia:
Ritrovo alle 5.15am presso Il Maialotto a Gradisca d’Isonzo – Colazione e convenevoli
- 5.40am partenza verso Forni di Sotto
- 8.30 Artegna (primo ristoro)
- 10.30 Villa Santina (secondo ristoro e INIZIO COMPETIZIONE
- 12.30/13,00 arrivo a Forni di Sotto
- 14.00 pranzo alla romana p.sso Agriturismo “La Palota”
Alessio é passato alle 5.00am per Aquileia in macchina, io sveglio dalle 4.00 (dormito quasi 2 orette dal giorno precedente) caricata la bici in macchina e il ciclista ancora dormiente, siamo partiti direzione Maialotto 🙂
Saluti di rito e convenevoli, strette di mano e qualche ciambella e cappuccino ed ecco che si rompe il ghiaccio con facce e nuovi ciclisti, in primis conosciamo Franco, il presidente della A.S.D. nonché papà di Marco, l’amico con cui io e Alessio andremo in Etiopia questo dicembre con le nostre biciclette per incontrare la O.N.G. Chain of Love che NAGAYE Project supporta dall’Italia organizzando eventi ciclistici , raccolta fondi e sensibilizzazzione sui temi e bisogni primari che hanno gli amici e la popolazione etiope.
Alle 5.40am come tabella di marcia recitava, siamo partiti, abbiamo iniziato a pedalare col fresco ma ancora con la luna e qualche stella in cielo. appena dopo 20/30 minuti ha iniziato ad albeggiare, sensazione bellissima poter pedalare al nascere di un nuovo giorno, in compagnia e con un’andatura che permetteva di star in gruppo, non essendo una gara ma una “sgambata” condivisa.
La strada in bicicletta ci é scivolata letteralmente sotto le ruote senza troppa fatica per le prime decine di chilometri.
Per arrivare ad Artegna é sembrato quasi un giro di pedale così per spaccare un po il ritmo abbiamo fatot la prima sosta, in anticipo sulla tabella di marcia: panini con formaggio e prosciutto, qualche beveraggio per rifarsi dei liquidi persi e la prima birretta per rifarmi dei sali persi é andata giù ben benino.
Ripresi e rifocillati abbiamo ripreso a macinar chilometri, la strada mi era familiare perché sabato scorso l’avevo percorsa nuovamente con la pedalata Aquileia Tarvisio, resoconto che puoi leggere cliccando qui, per tanto era una sensazione di piacevole dejavù.
Particolare importante: tutti i soci del Vecchio Pedale Isontino erano in bdc, bici da corsa, cavi, guaine, freni e cambio, io come al solito sopra il GialloMelone, bicicletta a pignone fisso (rapporto 48/16) senza freni, ma l’impresa vera e propria l’ha fatta Balute, Alessio, perché ha partecipato con una MTB della Specialized con ruote da 26, battistrada accentuato e forcella anteriore ammortizzata.
Tutti pensavano di dover rallentare, aspettare la povera e pesante MTB, ma quest’ultima non sapeva di essere così pesante e fuori luogo che continuava a far rotolare le ruotine ad una velocità impensabile e a volte mettendosi in testa a trainare il gruppo 🙂
La tappa successiva, a Villa Santina, é arrivata quasi come un lampo, personalmente ormai aspettavo solo l’ultimo tratto dove mi sarei divertito su qualche salitella.
Prima di arrivare in centro a Villa Santina per fermarci per il ristoro, ultimo strappetto di 200mt, io dietro a 3/4 ciclisti, sento gridare forse Maurizio a qualche altro socio:
“Dai, vediamo se adesso scatti!!!”
A questa frase, io che con lo scatto fisso in salita non posso permettermi di andare sotto un certo numero di pedalate al minuto pena la perdita di inerzia e quindi col rischio di fermarmi e scendere, ho accettato silenziosamente la sfida, mi sono messo in piedi sui pedali ed ho scattato lasciando a bocca aperta i 3 ciclisti che ho superato portandomi direttamente in testa sul piazzale del bar 🙂 Piccolo aneddoto per far capire che a volte i pedalatori si divertono con poco, basta condividere la stessa passione 🙂
Da li in poi, da Villa Santina a Forni di Sotto mancavano quella 20ina di chilometri e sapevo che la strada iniziava ad impennarsi, aumentando le percentuali di pendenza: ho pensato tra me e me “finalmente un po di divertimento” 🙂
Ripartiti e rimessi in strada con le nostre due ruote, i primi chilometri li abbiamo pedalati in gruppo e poi questo ha cominciato un po a scremarsi e dividersi perché la salita la devi fare per forza come comandano e rispondono le tue gambe pena il rischio di bruciarti subito e non arrivare a destinazione.
Ok, mi sono sentito a casa e, se fino a un attimo prima usicti da Villa Santina eravamo divisi in due gruppi ecco che mi sono ritrovato in testa a pedalare assieme a Maurizio.
Gli utlimissimi chilometri, dove la strada era fatta da tornanti e dove abbiamo superato il bivio in cui c’era l’indicazione Forni di Sotto e Passo Pura ecco che si affianca anche Sergio che ci dice che dopo pranzo avrebbe tentato l’impresa di scollinamento.
Ormai il resto del gruppo non avevo cognizione di che distacco gli avevamo dato, sta di fatto che ad ogni tornante mi accorgevo prendere qualche metro di vantaggio anche dagli altri 2, fin tanto che non siamo arrivati ad una galleria, 2km e mezzo di freddo e umido, che ci ha portato sulla strad ain discesa verso quel di forni di Sotto e da li, visto l apercentuale di pendenza avrei potuto mollare le gambe e lasciarmi andare se non fosse che buttava al 6/7% e senza freni e con tornanti strettini ho dovuto rallentare e modulare la velocità solo a forza di gambe ed ecco che Maurizio mi riprende grazie al piccolo scollinamento, e dopo qualche secondo sento un sibilo alle spalle ed erano le ruote di Sergio che sibilavano a tal punto che mi ha superato pure lui.
Una garetta nella pedalata totale, un po di sfida gogliardica senza voler vincere alcun premio se non la compagnia e la condivisione di questi momenti tra pedalatori.
Sapevamo anche però che un altro premio ci avrebbe aspettato tra non molto assieme a tutti gli altri soci del Vecchio Pedale Isontino, ovvero il lauto pranzo e relax.
Arrivati tutti al bar in centro a Forni di Sotto per una birretta, aspettavamo gli ultimi, arriva uno, arriva l’altro, altra birretta… e Alessio? sparito! Non rispondeva al cellulare visto che non c’era campo, appena 2 secondi di fortuna, riesco a mandargli un messaggio dicendogli dove eravamo e cercando di farmi rispondere, la rete scompare nuovamente… nulla da fare qualche decina di minuti dopo Paolo, fotografo e supporto motorizzato prende la 4ruote e va verso direzione Forni di Spra, a qualche km dove c’é l’agriturismo “La Palota” e lo ritorva li, seduto, rilassato che già ci aspettava comodamente seduto al’ombra ed al fresco.
Non potendoci sentire al telefono, era rimasto dietro al gruppo, e al bivio invece che prendere per il centro aveva proseguito verso la strada che porta Forni di Sopra e dove aveva trova l’indicazione dell’ agriturismo sopra citato in cui avremmo avuto la meta mangereccia.
Il pranzo, cibarie e il pranzo conviviale a rimosso tutta la fatica e i pensieri.
Erano le 3.15 quando il presidente Franco ha fatto il discorso di ringraziamento per la pedalata e la compagnia.
Io e Alessio però eravamo già ai blocchi di (ri)partenza perché ormai avevamo già deciso di tornare indietro in giornata in bicicletta fino a Gradisca.
L’andata aveva messo sulle nostre gambe già quasi 120km.
Avevamo calcolato che ci sarebbero voluti come minimo altrettanti km per il ritorno e come minimo altre 4ore e mezza/5.
Foto di rito di fine pranzo anche col gestore dell’ agriturismo 🙂 e poi via di nuovo in sella.
I primi chilometri son stati duretti, un po le gambe di legno, un po il fatto della panza piena, un po il caldo… e sicuramente i primi chilometri in salita prima di scollinare dopo la galleria. Poco male, ho avuto un attimo di motivazione incrociando Alan e Lawrence che andavano nella direzione opposta, verso Forni di Sopra e dove in zona avrebbero pernottato: due ciclisti, amici, provenienti da Trieste ed Alan, una ltro folle come me, in scatto fisso su per i monti 🙂
Personalmente mi stava salendo un po di sconforto ed ho accennato a Alessio che avrei deciso se fermarmi a Udine per prendere un mezzo publbico per ritronare a casa perché sentivo veramente la fatica sulle gambe: di comune accordo ci siamo dati quell’ obiettivo, arrivare a Udine e prendere la decisione insieme a seconda di come saremmo arrivati li.
Tra Amaro, Tolmezzo e avanti la strada era bella larga, spaziosa ed aperta, senza alberi a proteggerci dal vento ed in piano: abbiamo macinato chilometri e chilometri contro vento, ma io non mollavo e nemmeno minimamente Alessio che mi stava attaccato a ruota e per un po io stavo alla sua.
Tenaci, caparbi, io che non volevo mollare perché pensando che “Se mi sta a ruota Alessio con la sua MTB, perché io non dovrei farcela?” e lui immagino che pensasse che non poteva mollare perché comunque oltre alla sfida con se stesso mi aveva dato la parola di arrivare a destinazione, rientrare a casa insieme.
Abbiamo passato Venzone cercando con gli occhi un bar, un distributore con macchinetta per bibite e stussichini, ma nulla… appena in zona Gemona abbiamo fatto tappa per scendere dalle bici, bere quel litro di liquidi zuccherini, riprenderci un attimo e rimetterci in sella: quella sosta é stata divinamente rigenerante per riprendere la strada direzione Tricesimo, Udine.
Non dico che siamo arrivati freschissimi, ma siamo arrivati a Udine nonostante il vento contro, nonostante il mal di “culo” e… non sarà cibo salutista, ma ci siamo fermati al Burgher King al Terminal Nord di Udine, si come l’altro sabato che ho cenato li in solitaria, per farci un doppio cheesburger, patatine e bibita zuccherina e gasata.
Altro piacevole incontro, quando sto per sedermi al tavolo si avvicina un ragazzo che mi fa “Scusa, posso disturbarti unattimo? Sei Davide? Passavo di qua ed ho visto il GialloMelone qua fuori… siamo amici via Facebook, sono il tipo che organizza il Tour de Frasc e volevo invitarti/vi all’evento in bicicletta il prossimo ottobre :)” …macinar chilometri in bicicletta e incontrare persone che ti riconoscono fa tanto piacere 🙂
Altri punti motivazionali per darmi lo sprint per macinare gli ultimi chilometri con Alessio in maniera più leggera.
Ripreso la strada, dal Terminal Nord sarebbero rimasti ancora una 3oina di chilometri per ritornare a destinazione a Gradisca, alla macchina: quei 30chilometri sono stati i più lunghi di tutto il giro, di tutta la pedalata: li abbiamo spezzettati in 2 obiettivi più corti, arrivare a Palmanova 13/15 chilometri e poi altri 17 verso Versa Romans e Gradisca.
Ultimissima tappa, la abbiamo fatta in Piazza a Palmanova: da li ormai erano le 8.00 passate ma iniziavamo a consumare anche la riserva, e menomale che per farcela bastare, per riuscire ad andare per inierzia gli ultimissimi chilometri ci siamo dati altri due traguardi più corti sull’ ultimo segmento Palmanova Gradisca, ovvero, 7 chilometri per arrivare a Versa e poi in 40minuti massimo altri 10chilometri per arrivare a Gradisca centro, macchina e casa 🙂
Non sto a dire che da Versa a Gradisca la strada sembrava inteminabile, buio, gambe di legno, strada con un certo dislivello e pendenze, vento contro per diversi chilometri, ma niente, non abbiamo mollato, siamo andati avanti senza paura di non arirvare ma con la speranza di arrivare. Dopo l’ultima mega salita, il cavalcavia che ci portava fuori Romans d’Isonzo e verso l’incrocio direzione Gradisca, come per magia la strad si é illuminata e sembrava di uscire dal tunnel, sembrava di andare verso il santo gral della fine del giro in bici: arrivati sani e salvi davanti a Il Maialotto ci ha accolti col sorriso il barista del locale che avevamo incontrato 10 ore prima, la mattina alle 5.00am
Felici e contenti, ci siamo sparati una birra da mezzo e un pezzo di piazza calda e abbiamo raggualgiato l’oste con dettagli della pedalata, quanto chilometri , dislivello etc…
Ribadisco, contento della mia pedalata, ma nulla di eccezionale, ormai col GialloMelone macino chilometri come berli, la vera impresa l’ha fatta Alessio in MTB, con portapacchi e sacca, con ruote grasse, bici di un certo peso e scarpe da ginnastica (nemmeno gli scarpini con agganci che aiutano ad equilibrare l’utilizzo della muscolatura delle gambe)
Disfati, quasi sciolti, ma felici e soddisfatti ci siamo imbarcati in macchina noi e le bici e siamo tornati verso casa.
Soddisfazione personale a 1000 per me che ho portato a casa 247km ma ancora più che soddisfatto per il Balute che ha intrapreso 247km ed é stato la sua pedalata più lunga mai fatta.
Un grazie della compagnia, all’invito e gogliardia di tutti i soci del Vecchio Pedale Isontino!!!
Al prossimo giro di pedali 🙂
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia