La guerra genocida è iniziata in Tigray il 4 novembre 2020. I media italiani politicizzati non ne hanno dato degna visibilità, se non per mettere in luce qualche sporadica notizia sensazionalistica.
Personalmente coinvolto emotivamente per amicizie di lunga data e visto le premesse informative in Italia, ho cominciato a condividere aggiornamenti, per quel che potevo, per quel che riuscivo a sapere da varie fonti.
Il Tigray, stato regionale a nord dell’ Etiopia confinante con l’Eritrea, ha circa 7 milioni di abitanti.
Sono stati distrutti il 90% degli ospedali, lo stupro è stato usato come arma producendo una stima di 120.000 abusi su donne di ogni età, arresti di massa, deportazioni e detenzioni su base etnica contro il diritto umanitario internazionale su persone di ogni genere, di ogni età e ceto sociale (anche donne e umoni di chiesa) e persone solo per il sospetto che fossero sostenitori dei “ribelli”. Furono attaccati anche luoghi di culto. La guerra per strategia bellica fu combattuta in totale isolamento comunicativo e blackout elettrico: 2 anni in cui il popolo tigrino è stato tenuto in ostaggio. Le stime delle vittime parlano di 800.000 morti, tigrini civili uccisi direttamente da attacchi aerei, massacri, uccisioni extragiudiziali o per fame indota da volontà politiche del governo etiope. L’occupazione delle forze regionali amhara e milizie Fano nellla parte nord occidentale del Tigray hanno perpetrato attività di pulizia etnica, anche dopo l’inizio della tregua del novembre 2022, che ha decretato un formale cessate il fuoco con l’accordo di Pretoria tra il governo federale etiope e i membri del TPLF – Tigray People’s Liberation Front, partito del Tigray considerato gruppo terroristico dalla legge etiope dl maggio 2021. Questo ultimo anno di tregua formale comunque non ha fermato abusi e violenze sulla popolazione civile di etnia tigrina.
ARCHIVIO: Tigray : la Guerra Genocida Dimenticata dal Mondo – Archivio
Oggi la situazione si è normalizzata ma resta critica e grave.
Ci sono ancora più di 1 milione di sfollati interni, IDP, in Tigray in attesa oltre che di poter tornare a casa, anche di assistenza e supporto alimentare e per cure mediche.
Le persone continuano ancora a morire di fame dopo un anno dall afirma dell’ accordo di tregua.
Speranze deluse e aiuti limitati creano problemi ai tigrini un anno dopo la tregua con il governo federale etiope. Molti tigrini affermano di non poter tornare a casa nonostante il cessate il fuoco perché le forze alleate con il governo federale occupano ancora parti della regione.
Secondo uno studio congiunto condotto dal Tigray Health Bureau, dal Tigray Health Research Institute e dalla Mekelle University, almeno 1.329 persone sono morte di fame in soli 9 distretti nella regione per il periodo di 9 mesi che hanno portato ad agosto 2023.
La sospensione degli aiuti alimentari da parte di WFP e USAID per nove mesi consecutivi, ha aggravato le condizioni umanitarie di una regione già scosse da disastri come siccità, invasione di locuste nel deserto
La presenza degli sfollati crea disagi perché in varie zone occupano edifici scolastici per cui i ragazzi non possono tornare sui banchi di scuola.
Gli ospedali dopo 3 anni continuano ad essere in mancanza di risorse. Ci sono flebili segnali di ripresa e supporto nei più grandi centri, ma per le aree rurali e più decentralizzate, soprattutto quelle ancora occupate dalle forze amhara ed eritree, sussistono problematiche di accesso alle cure e al supporto umanitario alimentare.
Approfondimenti: Etiopia: le atrocità cessa l’anniversario del fuoco – Human Rights Watch
La commissione degli esperti sul diritto umanitario dell’ ONU – ICHREE, istituita per investigare in maniera indipendente sui crimini di guerra e contro l’umanità perpetrati sul popolo tigrino, è stata bloccata nel suo operato. Il suo mandato non è stato rinnovato come sperato dalla diaspora e da tutta quella parte di società civile che chiede giustizia per le vittime. Il mandato non è stato rinnovato per due cause principali: la pressione da parte del governo etiope perché ha rivendicato, come strumento di distrazione di massa, di essere stato sovrano quindi che come da accrodo di Pretoria ha istituito un processo di giustizia di transizione come processo interno nazionale e dall’altra la volontà politica dell’ ONU che non ha rispettato il “mai più” voltandosi dall’altra parte il 4 ottobre durante la seduta della commissione per decidere le sorti del ICHREE. Il movente della comunità internazionale? Probabilmente tutelare le proprie risorse in gioco, vecchi e nuovi accordi economici mascherati da “crescita e sviluppo” in Etiopia.
In una dichiarazione rilasciata in occasione del primo anniversario dell’accordo di Pretoria, il TPLF afferma che il popolo del Tigrai continua a soffrire terribilmente a causa della sua mancata attuazione, affermando che:
“Milioni di persone nel Tigrai sono sparse ovunque in cerca di rifugio nei campi, e coloro che sono sotto le forze d’invasione sono costretti a cambiare la propria identità, mentre coloro che si trovano nei campi per sfollati stanno morendo di fame”
“Le forze d’invasione avrebbero dovuto ritirarsi dal Tigrai, ma non sono state ritirate.” ha osservato il TPLF. Il TPLF esorta il governo federale, l’UA, gli Stati Uniti, l’UE, l’IGAD e le organizzazioni internazionali dei media e dei diritti a mantenere i progressi raggiunti attraverso l’accordo di Pretoria e ad impegnarsi per assumersi i propri obblighi morali e legali per garantire la piena attuazione dell’accordo.”
Per l’Italia naturalmente si è tutto risolto con la firma dell’accordo di Pretoria, così i media italiani si sono sentiti legittimati di non scriverne più (non che prima di tale data avessero contribuito con l’informazione su tale contesto, anzi).
A fine ottobre 2023 funzionario USA rivela che la richiesta dell’Etiopia di idoneità AGOA è “ancora in sospeso”. “Queste decisioni sono ancora in sospeso”, ha detto la signora Hamilton ai giornalisti del continente, e che “probabilmente non ci sarà alcun annuncio al momento in cui arriveremo al Forum AGOA”. Il presidente Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo nel novembre 2021 che rimuoveva l’Etiopia dall’AGOA a seguito dell’escalation della guerra, iniziata un anno prima nella regione del Tigrè, e ha assistito a “grosse violazioni dei diritti umani riconosciuti a livello internazionale. ”Il governo etiope ha condannato la decisione, descrivendola come “sbagliata e non riuscendo a considerare il benessere dei comuni cittadini.”
Approfondimento: L’accordo di pace di Pretoria: promesse infrante e l’appello urgente per l’emendamento e la rinegoziazione
La guerra genocida iniziata in Tigray il 4 novembre 2020 ha avuto fine formale il 3 novembre 2022 con l’accordo di cessazione ostilità, ma abusi e violenze continuano ancora oggi.
Come sempre a pagarne il caro prezzo, anche con la vita, sono i milioni di persone. Come prassi, l’informazione in Italia ha spento i riflettori su questa ennesima crisi umanitaria in atto per passare al prossimo scoop.
Una preghiera per tutte le vittime della guerra genocida in Tigray. Una pensiero di speranza per tutte le persone che ancora soffrono.
“I morti non possono gridare giustizia. È dovere dei vivi farlo per loro”
“ምዉታት ንፍትሒ ክጭድሩ ኣይክእሉን እዮም። ንዓኣቶም ክገብረሎም ናይ ህያዋን ግዴታ እዩ።”
https://www.bbc.com/news/av/world-africa-67290495
“È morto a nome del suo popolo e mi sento felice.
Anche se sono in lutto da madre, non mi sento triste.”
Centinaia di migliaia di persone sono morte nella guerra genocida di 2 anni del Tigray in Etiopia.
Nel novembre 2022 un accordo di tregua ha posto un cessate il fuoco.
Il figlio di Mulu Tadesse morì in battaglia durante il conflitto.
Lei oggi non può tornare a casa.
Si trova in un campo per sfollati a Shire, nel Tigray nord occidentale.
“Anche se gli spari sono cessati, le cose sono peggiorate ulteriormente.
Se avessero concordato la pace, gli sfollati avrebbero dovuto tornare a casa.
Saremmo tornati a casa e avremmo iniziato a ricostruire.
Eravamo autosufficienti, ma ora cerchiamo aiuti.
Non c’è servizio sanitario e non c’è acqua pulita.
Non sempre la tubatura dell’acqua funziona, di solito prendiamo l’acqua dal pozzo, ci dicono sempre che ci sono malattie trasmesse dall’acqua.
Non abbiamo soldi per comprare le medicine.”
Abe Habtu Gidey è un amministratore di una scuola in Shire.
Le scuole pubbliche di Shire vengono utilizzate come campi per sfollati interni – IDP.
“La nostra scuola a pagamento, Don Bosco, ha riaperto ma in modo molto limitato.
Ci sono altre scuole statali nella nostra zona, ma poiché queste scuole diventano campi per gli sfollati interni – IDP e poiché queste persone non sono ancora in grado di tornare a casa, non possono ammettere studenti.
Dato che la nostra scuola è vicina all’aeroporto, gli studenti rimangono traumatizzati quando sentono il rumore degli aerei.”
Gli aiuti alimentari sono stati sospesi nell’aprile 2023 perché venivano rubati.
Centinaia sono morte di fame, secondo i funzionari.
“Abbiamo rapporti credibili secondo cui ci sono stati decessi legati alla malnutrizione.
La situazione umanitaria è davvero disastrosa.
Ci sono oltre un milione di sfollati nella regione del Tigray che necessitano urgentemente di assistenza umanitaria.”
Albab Tesfaye
Commissione etiope per i diritti umani
“I nostri figli sono morti, ed è passato un anno dall’accordo di pace, sì, ci sentiamo tristi.
Se potremo tornare a casa, ci sembrerà che i nostri figli non siano morti invano, perché era necessario dare la vita per riconquistare la nostra terra.”
Mulu Tadesse
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia