Nuova impresa in bicicletta, ieri, in quel di Tarvisio, Chiusaforte, Sella Nevea, Cave del Predil e ritorno a Tarvisio.
Aquileia: sveglia verso le 6.30am, fuori il sole ch si stava alzando nel cielo, si prospettava già una giornatina niente male.
Colazione, vestizione, ultimo controllo alla bici, un po d’olio alla catena, controllatina alle gomme ed ecco che Mauro, arrivato da Grado, mi aspetta già fuori dalla porta.
Saluti di rito, due risate per esorcizzare il freddo cane che faceva, il fiato crollava a terra come cubetti di chiaccio, ma poco male, si va verso Palmanova per caffettino in centro e per incontrarci con Andrea e Nicolò che sono arrivati da Trieste.
Ok, ultimi ragguagli, chiacchere e parte del Team URSUS FXD Trieste si mette in marcia verso Tarvisio dove, a pochi chilometri dal centro iniziano a vedersi prati brinati, chiacciati e più ci si avvicina a Tarvisio centro un bel muro di nebbia ci aspettava come comitato di accoglienza.
Nel parcheggio, durante lo sbarco bici, vestizione stile “impresa al polo nord” tutti e quattro eravamo impegnati ad ambientarci a livello climatico ma anche mentale… pensare di pedalare per 75km con un dislivello di circa 1600/1700 mt in mezzo a quella sistuazione non sarebbe stato così divertente.
Poco male, si parte, primi chilometri per riscaldamento e per raccordarci con la ciclovia Alpe Adria verso Chiusaforte: due bdc, bici da corsa, Nicolò e Mauro, due fixed gear, scatto fisso, io e Andrea.
Più ci si allontanava da Tarvisio, già dopo 2 o 3 chilometri, sì la ciclabile era brinata/ghiacciata, ma almeno la nebbia era sparita e nel cielo si stagliava un bel sole, a parte nelle zone d’ombra fatta dagli alberi e dal bosco.
Abbiamo guadato un bel fiumiciattolo, non a piedi, ma sempre in sella ai nostri prodi destrieri di metallo.
Abbiamo fatto anche un po di CX, ciclocross intorno al 10imo chilometro sulla ciclovia: 1 rampa di 50mt asfaltata buttava su al 15% probabilmente e dopo qualche centinaio di metri, per non sbucare sulla statale, hanno pensato bene di metterci dei gradoni di terra e legno: nulla di che, ma ci é venuto da pensare a quei poveri cicloviaggiatori magari con qualche portapacchi, qualche 20ina di chili come borsoni, in mtb che dovrebbero oltrepassare, salita o discesa che sia, quei due bei muretti… o sei allenato o sarà dura 🙂
Si prosegue e si arriva a Chiusaforte, circa metà tour avendo percorso quasi tutto sulla ciclabile, fuori dalle scatole del traffico 😀
Il sole é alto, il cielo é blu, la temperatura non é glaciale, il fredo si fa sentire ancora e ci seguirà per tutta la pedalata, ma sicuramente il sole arriva ad irradiarci un po di gradi per darci un po di tepore e farci pedalare allegramente.
Da Tarvisio a Chiusaforte, passando per Pontebba, la strada é tutto un falso piano che però ci aiuta perché tende verso il basso, é in discesa, quindi tutto a vantaggio per il riscaldamento e per goderci anche il paesaggio ed i panorami tutti intorno.
Da Chiusaforte verso Sella Nevea invece il tempo é cambiato, più ci spingevamo verso la vetta, il g.p.m. a Sella Nevea, più la strada in mezzo alla vallata ci inglobava noi ciclisti, come canalizzava in mezzo ai pini tutta l’umidità che poteva sotto forma di nebbia: atmosfera decisamente di montagna.
L’umidità della nebbia fa in modo di non farci vedere più i raggi del sole, di non poterci riscaldare, i colori diventano tutti grigi, anche il verde smeraldo delle cime degli alberi e i colori abbaglianti di qualche chilometro prima si smorzano.
Nulla di che, noi quattro ciclisti, imperterriti andiamo avanti a pedalare, anche perché ormai siamo entrati fisicamente ma anche psicologicamente nel teatro montano, alla faccia del tempo, ci siamo scaldati giustamente per affrontare la scalata verso Sella Nevea, a 1190 metri s.l.m.
Ci avrebbero aspettati circa 7 o 8 tornanti per arrivare in cima, qualche chilometro di fatica, sudore, soddisfazione e gloria arrivando all’ obiettivo, ma tant’é che come per ogni cosa, iniziare é sempre la parte più faticosa, fare il primo passo verso l’oblio di quelle pendenze che potevano farci temere di non arrivare in cima potevano spegnere tutto il nostro entusiasmo, ma invece, lavoro di squadra, occhiate ogni tanto uno con l’altro, tira e molla, chi scattava, aspettava, chi aspettava e scattava, con la nostra calma, costanza siamo arrivati a vedere il cartello stradalae che ci diceva “SELLA NEVEA” ed abbiamo iniziato a vedere pure la neve.
Bene, mancava circa un chilometro per scollinare, in centro a Sella Nevea, qualche macchina, qualche persona a piedi e zaini in spalla, camminatori escursionisti e noi, gli unici 4 intrepidi e temerari ciclisti: 2 in bdc 2 in scatto fisso… abbiamo preso belle ochiatacce di gente allibita che sembrava pensare:
“Ma che ci fanno quei 4 qui, come sono arrivati con bici simili, con ‘sto freddo chi glielo ha fatto fare… pazzi, folli!!!!”
In effetti, la follia, la sana follia di cercare di superare i propri limiti in maniera comunque sempre “ponderata” e senza strafare, una volta gustata é divertente, crea motivazione perché ti fa capire che puoi farcela, che potevi farcela già prima senza problemi.
Ok, abbiamo scollinato, Sella Nevea alle spalle ed ora verso Cave del Predil, tutto discesa, tutto tranquillo e rilassante verso nuovamente Tarvisio, completando l’anello in bicicletta.
Chiaramente a Tarvisio abbiamo trovato la nebbia della mattina, non se n’era andata, era li che ci aspettava come la padrona di casa, ma tanto le abbiamo fatto le pernacchie, abbiamo caricato le bici in macchina, ci siamo sistemati, cambiati gli abiti impregnati d’umidità, e siamo andati a berci the e cappuccini caldi al bar vicino 🙂
L’ impresa aveva come obiettivo NON fare il tempo in cronoscalata, NON bruciare le tappe per vedere chi arriva primo, MA godersi i paesaggi, condividere la strada e la pedalata, stare tra amici e goderci anche in silenzio l’atmosfera e le emozioni che un ambiente come quello montano, con colori, odori del bosco, delle cime innevate può darti, può donarti in giornate simili come quella di ieri: 4 ciclisti folli al limite dell’ ipotermia, in mezzo alla neve, soli per il 70% della strada percorsa, insieme, in gruppo, come ogni Team come URSUS FXD Trieste insegna.
Mai mollare, tutti insieme, piano o forte che si debba andare, pedalare , ma tutti insieme 🙂
Grazie Andrea, Mauro, Nicolò della giornata, della pedalata, grazie anche al meteo ed ai monti 🙂
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia