Siamo nell’epoca della guerra al cambiamento climnatico e all’inquinamento.
Siamo sulla soglia di non ritorno (chi parla del 2030, ma per altri l’abbiamo già superata) che decreta il futuro del mondo quale lo conosciamo e la nostra stessa esistenza come specie. Risorse, mancano, bisogna trovare fonti alternative, bisogna ottimizzare quelle che abbiamo, bisogna cambiare paradigma: d’altro canto è scritto nei testi di antropologia che solo chi si sa adattare sopravvive.
Fatto questo preambolo ecco uno spunto di riflessione.
Versione semplificata da alcuni esempi e macro evidenze di un contesto più articolato in cui il modello è sempre quello: un mondo di squali e guerra alle risorse (siano esse materie prime, siano vite ed esseri umani).
Poi ognuno può trarre le proprie conclusioni.
Da una parte abbiamo che:
“Le navi da crociera inquinano più delle auto circolanti in Europa. Le 218 navi per il turismo marittimo di lusso hanno emesso nel 2022 4,4 volte più inquinanti di tutte le automobili del continente (253 milioni).”
L’Italia è il Paese dove le navi da crociera inquinano di più, al primo posto in Ue.
Dall’altro abbiamo personaggi e realtà come ad esempio Elon Musk e la Tesla che vendono macchine ellettriche per inquinare meno, per rendere più green il pianeta.
Personalmente la prima cosa che mi chiedo è che sostenibilità nel medio lungo periodo avranno le auto elettriche?
Riusciranno a sostenere il mercato ed il confronto con quelle a combustibili fossili?
In fatto di sostenibilità c’è da ricordare anche come vengono realizzate e costruite le machine elettriche, con una batteria: le materie prime sono essenziali e fondamentali. Dove, come e chi le estrae?
Per esempio un componente per le batterie possiamo parlare di cobalto.
Spostiamoci in Africa, in RDC – Repubblica Democratica del Congo e scopriremo gironi dantestchi in cui persone di ogni sesso ed età sono intenti inn attività di estrazione mineraria, scavando, spostando sacchi, nelle peggiori situazioni infanganti i diritti fondamentali di ogni individuo.
Solo a me sembra che ci sia qualcosa che stona in tutto questo contesto?
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia