Dal 4 nov. 2020 inizio della guerra in #Tigray #Ethiopia, una guerra a detta del Governo etiope, per attività di polizia nei confronti dei dissidenti del TPLF (partito che ha governato per decenni il Paese), ma tramutatasi in vera e propria recriminazione ed attacco etnico verso il popolo tigrigno, della regione del Tigray.
Si sono creati +50.000 (cinquantamila) rifugiati tigrigni/etiopi in Sudan.
Il Governo Etiope, dopo +100 giorni da inizio conflitto, NON permette l’accesso ne agli aiuti umanitari internazionali ne tanto meno ai media internazionali, anche se l’ ONU, USA e tanti altri enti, realtà e persone stanno chiedendo l’accesso ad investifgazioni indipendenti per confutare i cirmini di guerra e i crimini verso l’umanità ch si stanno perpetrando ancora oggi.
Qualcuno dall’ Italia grida: “Chiudiamo i porti perchè se no ci travolgeranno.”
Qualcuno dall’ Italia grida: “Aiutiamoli a casa loro.”
Ecco, questo è il momento giusto per iniziare, se quei “qualcuno” NON vogliono che si trasformino in nuovi #immigrati
Perché NON si può cercare di risolvere il problema solo quando il problema bussa alla porta.
Perché sarebbe la solita politica tappabuchi per salvari la faccia nei confronti dei propri potenziali elettori (ricerca di consenso) senza voler affrontare la realtà dei fatti.
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Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia