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Etiopia, la diaspora del Tigray rompe il silenzio sul genocidio con manifestazioni globali

21 Luglio 2022 by Davide Tommasin

Etiopia : Cosa sta succedendo in Tigray?

Il Tigray, lo stato regionale settentrionale dell’Etiopia, è popolato da 7 milioni di persone, etiopi di origine tigrina.

Dall’inizio della guerra dai risvolti etnici e genocidi il 4 novembre 2020, si è svolta nel totale blackout elettrico e comunicativo col resto del Paese e del mondo.

Il governo centrale etiope per mezzo delle sue forze armate ENDF – Ethiopian National Defence Forces, le alleate forze speciali e le milizie amhara ha avviato una veloce “azione di polizia” contro il partito TPLF, tutti i suoi membri e legittimato il fermo e il sospetto verso i potenziali loro sostenitori. Le truppe del vicino regime eritreo di Isaias Afewerki erano presenti fin dall’inizio del conflitto come alleate governative, anche se il premier etiope Abiy Ahmed Ali ha sempre negato la loro presenza per mesi.

Sono stati sistematicamente perpetrati crimini di guerra e contro l’umanità, attività di pulizia etnica, fame e stupro per vendetta usati come armi su persone di ogni sesso ed età di etnia tigrina: massacri, uccisioni extragiudiziali, repressione, detenzione forzata illegale su decine di migliaia di persone tigrine che nulla centrano con la guerra e gli interessi politici dei governanti.

Oggi, dopo 21 mesi, i servizi di base nel Tigray non sono stati ancora ripristinati.


Approfondimento:

  • Etiopia invitata dalla UE a ricollegare la regione del Tigray al mondo 
  • Etiopia, la fame è nient’altro che il fallimento della politica 

Mancanza di carburante bloccato per questioni politiche non permette di distribuire quel poco di materiale umanitario che arriva alla capitale tigrina, Mekelle.


Approfondimento:

  • Etiopia, controlli più severi sui già pochi aiuti umanitari per il Tigray
  • Tigray, i finanziamenti non risolvono la catastrofe umanitaria nel nord Etiopia

Nonostante il governo etiope il 24 marzo 2022 abbia dichiarato “tregua umanitaria” per la regione, le consegne arrivano centellinate, una goccia nel mare per poi fermarsi a marcire. Carburante che serve anche per i gruppi elettrogeni per gli ospedali: strutture sanitarie che durante la guerra sono state distrutte per l’80% ed oggi senza rifornimenti igienico sanitari diversi di qui pochi che erano riuscita a rimanere attivi, hanno minimizzato i loro servizi dedicandosi alle sole emergenze o chiuso totalmente: tante persone sieropositive, malati oncologici rimandati a casa in attesa di nuova speranza.

Cosa sta succedendo in Tigray? @TigrayItalia
Cosa sta succedendo in Tigray? @TigrayItalia

Oltre al carburante le infrastrutture elettrica e per le comunicazioni sono ancora bloccate come per altro i conti correnti dei tigrini.

La diaspora del Tigray nel mondo è da più di un anno che non ha possibilità di contatto con le loro famiglie. I leader politici nostrani, come la Comunità Europea e gli USA ormai sembrano essersi allineati e supportare i buoni propositi del governo etiope. I media italiani hanno lasciato gli ormeggi: solo alcuni, pochi e quelli di nicchia cercano di aggiornare sulla catastrofe umanitaria in atto in Tigray e nel resto del nord Etiopia., in Amhara e Afar.

Ecco perché la diaspora tigrini in Italian si è mobilitata per organizzare una manifestazione, un grido di protesta globale per cercare di dare voce a chi è stata tolta la voce per scelte politiche di interesse e per chiedere ai politici italiani di “non supportare più il governo genocida etiope”.

Venerdì 22 luglio 2022 dalle ore 10.00 ci sarà un presidio davanti alla sede della Farnesina, Ministero degli Affari Esteri a Roma.

In concomitanza lo stesso giorno ha aderito la diaspora in Oslo, Bruxelles, Parigi, Copenhagen, Aia, Koln, Francoforte, Berlino, Amburgo, Stoccarda con altrettante manifestazioni simultanee.

Il 20 luglio si è già svolta a Washington una delle prime manifestazioni.

Etiopia : Cosa sta succedendo in Tigray?
Etiopia : Cosa sta succedendo in Tigray?
Davide Tommasin
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Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia

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