Laetitia Bader, direttrice per HRW – Human Rights Watch per il Corno d’Africa ha condiviso un comunicato riguardo l’Eritrea, gli abusi del diritto umanitario e le implicazioni nella guerra in Tigray, scoppiata il 3 novembre 2020.
La direttrice condivide via Twitter le reali preoccupazioni, la repressione all’interno dell’ Eritrea che non mostra segni di cedimento e le forze eritree in Tigray implicate in gravi abusi, consigliando alla comunità internazionale un’azione e controllo più significativi.
Riportiamo integralmente l’appello di HRW sull’Eritrea rivolta al consiglio per i Diritti Umani.
“Poiché la repressione in Eritrea non accenna a diminuire, accogliamo con favore la relazione del Relatore speciale.
Dallo scorso anno, il governo (eritreo n.d.r.) non ha adottato misure per porre fine al suo diffuso lavoro forzato e alla coscrizione e continua a limitare severamente le libertà fondamentali e ostacolare un controllo indipendente.
Come precisato nel rapporto del Relatore speciale, le persone continuano a essere tenute in senza possibilità di comunicazioni e detenute a tempo indeterminato, alcune per decenni. Settembre ha segnato il 20° anniversario dell’arresto da parte del governo di 11 funzionari governativi che avevano chiesto riforme politiche e 10 eminenti giornalisti.
Almeno 10 sarebbero morti durante la detenzione.
Le persone sono state ancora una volta detenute esclusivamente a causa delle loro convinzioni religiose. Nel febbraio 2022 Abune Antonios, il deposto patriarca della Chiesa ortodossa eritrea, è morto mentre era agli arresti domiciliari, a cui era soggetto dal 2007.
Da quando è scoppiata la guerra nel Tigray, stato regionale del nord Etiopia, abbiamo ricevuto segnalazioni di ondate di rastrellamenti di massa di eritrei per riempire i ranghi dell’esercito.
Questo continua a guidare le scelte politiche dell’Eritrea.
Le forze eritree nel Tigray hanno continuato a commettere gravi violazioni, comprese le detenzioni arbitrarie di massa , nonché il saccheggio e lo stupro di tigrini nella zona del Tigray occidentale (Irob, tutt’oggi occupata dalle truppe eritree n.d.r.).
L’appartenenza al Consiglio per i diritti umani dell’Eritrea non ha portato a un maggiore rispetto degli standard internazionali da parte delle autorità eritree né all’attuazione delle raccomandazioni chiave formulate dalle procedure del Consiglio.
Chiediamo al Consiglio per i diritti umani di estendere il mandato del Relatore speciale e invitiamo l’Eritrea a cooperare con il Relatore speciale.”
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia