Nella giornata di ieri è stata condivisa la dichiarazione dell’alto rappresentante Josep Borrell e del commissario per la gestione delle crisi Janez Lenarčič sull’accesso umanitario limitato al Tigray.
“Le Nazioni Unite hanno confermato che le forze militari stanno impedendo l’accesso umanitario a parti del Tigray. L’UE ha ripetutamente chiesto il pieno accesso umanitario a tutte le aree, nonché il ritiro immediato delle truppe eritree.
Sebbene le autorità etiopi si siano impegnate in entrambe, la realtà sul campo mostra che i blocchi delle forze militari stanno gravemente ostacolando la capacità dell’assistenza di raggiungere le aree rurali, dove la crisi umanitaria è al livello peggiore. Almeno 5,2 milioni di persone su 5,7 milioni nel Tigray hanno bisogno di assistenza alimentare di emergenza. Secondo le Nazioni Unite, solo il 12% circa dei 3 milioni di persone che necessitano di ripari di emergenza e articoli non alimentari sono stati raggiunti dal 3 maggio.
L’uso degli aiuti umanitari come arma di guerra è una grave violazione del diritto internazionale umanitario e sta mettendo a rischio la vita di milioni di persone. Dovrebbe essere fornita un’assistenza immediata e completa, al fine di evitare la fame. I responsabili di impedire deliberatamente l’accesso tempestivo saranno tenuti in conto.”
Nel contempo UNHCR Sudan il 12 Maggio, via Twitter denuncia che i rifugiati del Tigray recentemente ricollocati nel campo profughi di Tunaydbah in Sudan si trovano in una situazione disastrosa; pioggia torrenziale e vento impetuoso hanno distrutto le loro tende ed il campo risulta impraticabile.
Un potenziale problema di questo tipo dettato dal meteo è stato segnalato il 22 Aprile 2021 da Medici Senza Frontiere in un suo report che abbiamo condiviso anche su Focus on Africa.
Ancora troppe persone rimaste in Tigray e soprattutto per quelle che vivono in gran parte in zone rurali stanno attendendo aiuti umanitari, supporto alimentare e sanitario, intanto la stagione delle piogge é alle porte.
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia