Una pedalata da Aquileia a Portorose e ritorno con bici con pignone fisso e in modalità bikepacking con tappa a Trieste per fare il tifo all’ URSUS Criterium.
Sono partito l’ultimo sabato di luglio 2017 da Aquileia con il mio GialloMelone by Faggin, rapporto 48/16, sacca sotto sella con il necessario (cambio, asciugamano e costume…) prodotta artigianalmente dall’ amica Lucy (se sei un cicloviaggiatore vatti a vedere i prodotti che sforna – http://www.RusjanBag.com ).
Esco di casa, guardo in su ed il meteo é dalla mia, cielo terso e sole.
La sera prima mi ero dato un obiettivo, partire da Aquileia e raggiungere Parenzo: ero molto ottimista, almeno per questo giro fuori porta (poi la settimana successiva, per il giro della Istria in bicicletta, assieme a Giovanni comunque sono riuscito a raggiungere Rovigno in una mega tappa unica 🙂 )
La tabella di marcia di quella pedalata sarebbe stata Aquileia, costiera e passaggio a Trieste, puntare a Parenzo percorrendo quanta più strada lungo mare possibile, pausa pranzo per un paio d’ore e magari con spiaggetta e nuotatina per poi risalire ripercorrendo e pedalando sulla strada del’ andata raggiungendo le rive di Trieste, precisamente in zona Stazione Rogers per rivedere vecchi amici di bici e fare il tifo agli scatto fissati che avrebbero corso l’ URSUS Criterium per po, una volta festeggiato, fatto quattro chiacchere, una risata e qualche birretta per recuperare i sali, riprendere la strada verso casa.
Così é stato, tranne che invece di Parenzo sono arrivato a Portorose ed ho notato subito che la mia tabella di marcia era crollata, mancavano ancora troppi chilometri da li per Porec, poco male perché alla fine, dopo uan bibita dissetante in centro a Portorose, ho optato per tornare sui miei passi e fermarmi a Isola, per mettermi in modalità relax, boxer, asciugamano, infradito, nuotatina e ronfatina per poter arrivare bello fresco per le 19.30 o giù di li a Trieste.
All’ andata fino a Muggia e Capodistria é stato un bell’ andare ma soliti panorami, vista abitudinaria, conosciuta, poi ho iniziato a pedalare su strade che solitamente non conosco e frequento più di tanto e da li é stato più motivante il pedalare.
Soprattutto qualche chilometro lungo mare pedalando direzione Izola in cui ci si trova su una strada adibita solo a pedoni e biciclette con vista sul golfo.
Fin qui tutto bene, per quanto riguarda gambe e rapporto in bicicletta, poi é iniziata la strada in salita, di quelle che sarebbe bene avere qualche marcia/dente in più sul pignone, ma la mia motivazione a scoprire cosa c’era qualche chilometro più avanti, mi ha aiutato ad andare avanti: da Izola a Pirano la strada che costeggia il mare ti porta a scoprire un bel g.p.m. ma anche la possibilità di poterti fermare e di ammirare il mare a tutta la costa limitrofa dall’ alto.
Da qui poi c’é una bella discesona di un paio di chilometri che ti porta direttamente in centro a Portorose, lungo mare.
Qui, come ho scritto precedentemente, ho optato per una tappa in uno dei tanti bar lungo la strada per bermi qualcosa, riprendermi un attimo, controllare la strada e rifare i conti un attimo con la tabella di marcia: troppi chilometri mi separavano ancora da Parenzo e troppo poco tempo rimasto (non me ne sarebbe bastato per fare le cose con tutta calma come volevo (pranzetto, relax e nuotatina) e perciò nessun problema, ho deciso di ritornare verso Isola, dove avevo memoria della bella ciclabile tutta per le due ruote, 0 traffico e mare: così avrei potuto avere del tempo per potermi fermare e godermi il mare in santa pace e tutto con zero stress.
Lo sbrago in questa foto denota i 130km che avevo già percorso 🙂
Qui, dopo la nuotata di rito, mi sono talmente rilassato, che ho letteralmente ronfato per un’oretta abbondante senza problemi, accorgendomi una volta svegliato che… avrei potuto prendermela con molta calma, prima di rientrare verso Trieste. Dopo un paio di orette di sosta ho messaggiato a un paio di amici per darci appuntamento appena sarei arrivato sulle rive.
A Capodistria ho scelto invece di rifare la strada Lazzaretto Trieste, di pedalare sulla Parenzana, così da chiudere il cerchio e rendere meno monotona la pedalata di ritorno.
Da li é stato un bel pedalare tra Slovenia e Italia : ciclabile consigliatissima per i ciclisti e cicloviaggiatori che mi leggono.
Uscito in zona Aquilinia e ripreso Via Flavia ho raggiunto in menche non si dica Stazione Rogers dove c’era già un bel fermento tra ciclisti in coda per registrarsi all0 URSUS Crit e chi già in sella alla propria 2ruote per scaldare le gambe.
E’ iniziato tutto con un “ciao!” di qua, una stretta di mano e una serie di saluti a destra e sinistra rivedendo felicemente vecchi amici di bici che non vedevo da un po.
Luca ad un certo punto mi ha chiesto una mano per sistemare una paio di semafori per il Criterium e così ho dovuto anche mettermi in modalità “arrampicata” 😀
Nel mentre ho incontrato e visto la gara assieme a Elena, il Tami ed altri amici, dopo aver brindato con un paio di birrette 🙂
Il tempo é volato, ed ad una certa mi sono eclissato salutando e preparando la bici in modalità luminosa e accertandomi di aver chiuso tutto nella sacca e non aver dimenticato pezzi per strada come al mio solito 🙂
Ero pronto per gli ultimi 50km che mi separavano da Aquileia, da casa: ho rifatto la costiera, non é ottimale di sera, notte, ma tant’é che secondo me é molto meglio di percorrere strada del Friuli, visto che mi sembra che almeno la corsia sia più larga e mi dia spazio per pedalare in maggior sicurezza: naturalemte casco ben allacciato, abbigliamento fosforescente e luci anteriore, posteriore e lampeggiante… a caviglia 🙂
Ho iniziato a pedalare da Trieste che avevo già percorso 160km, ma fortunatamente, a parte il buio, il fresco e i rumori attutiti della sera mi davano motivazione per pedalare in tranquillità: non so se ti é mai capitato di pedalare di notte, ma ti assicuro, che con le dovute accortezze di sicurezza, é un’esperienza da fare. Ti cambia punto di vista, sei sempre in sella a pedalare come di giorno, ma il fascino della notte cambia la visione e l’approccio alla visione delle cose che ti circondano.
Pubblicherò prossimamente la pedalata notturna da Aquileia a Caporetto per vedere l’alba 🙂
Per il resto questa pedalata da Aquilea a Portorose e ritorno con tappa a Trieste si é conclusa arrivando a casa verso le 2.30am di domenica, con 16 ore fuori casa, 8.30 ore effettive di pedalata e 210 km sulle gambe. Cotto e soddisfatto 🙂
Varcata la porta di casa, mega doccia e, vista l’ora, cena con pizza e tutto il resto che c’era in frigo 🙂
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia