Domenica scorsa sveglia di buon ora per pedalare verso Trieste, direzione Scala Santa, Rampigada Santa 2016.
Fortunatamente sono partito da Aquileia col ciclocross, quindi con marce e freni annessi e non con lo scatto fisso, visto la “rampigada” che mi aspettava: lo Zoncolan triestino, salita… SUPER Scala Santa.
Il cielo alle 7.30am era un po coperto ma almeno non pioveva, così sono partito un attimo più rincuorato dell’aspettativa che mi ero fatto la sera prima: partire da casa, mettersi in strada a pedalare mentre sai che fuori sta già piovendo non é per nulla motivamente, almeno per me 🙂
Mi avrebbero aspettato 50 km da Aquileia a Trieste come “riscaldamento” per arrivare un po prima delle 9.30, orario per il ritiro del pettorale, il 245: sapevo che sarei partito verso le 12.00 quindi poi avrei avuto modo di godermi le partenze di podisti e ciclisti che partivano prima di me.
Mi ero portato un po di “casa” utilizzando la sacca sotto sella by Rusjan in cui ho infilato oltre agli attrezzi per riparazione bici, anche k-way ed un eventuale cambio in previsione di prender acqua per strada.
Sono arrivato a Trieste, ai piedi di Scala Santa verso le 9.10, assolutamente in largo anticipo, così una volta ritirato il pettorale, mi sono messo in un angolino ad osservare il piazzale che pian piano si affollava di ciclisti e podisti, chi per espletare le ultime pratiche per l’iscrizione, chi per riscaldarsi a piedi o in bici e li in mezzo ho visto chi sarebbe paritto per primo: l’eroe di questa edizione: Lorenzo Prelec che é partito in handbike… eroe, si! Perché il percorso su 2km ha una pendenza media del 16,2% ma ci sono dei tratti quasi al 20% e comunque non si scende mai sotto il 10% ed é già difficle affrontarlo, anzi, concluderlo a piedi o pedalando… figuriamoci in handbike.
In attesa della mia partenza ho visto facce amiche, come quella di Enrico ed Alice, amici dell’ URSUS FXD Trieste che per questa edizione sono venuti a fare il tifo, poi si é palesato anche Gregor che si apprestava a salire in Graziella!!! 🙂
E’ stata bella l’attesa anche per il fatto che ho conosciuto la mamma di Giulio, amico conosciuto per la passione dello scatto fisso in un criterium di qualche mese fa e poi si é presentata anche Michela, che ha garegiato per la categoria cicliste donne qualificandosi prima.
Tutte e due si sono presentate perché non avevano riconosciuto me, ma bensì i colori di NAGAYE Project che portavo addosso, sulla divisa 🙂
Il progetto NAGAYE, per chi non lo sapesse, si prefigge di supportare la O.N.G. etiope Chain of Love, attraverso l’organizzazione di eventi legati al mondo della bicicletta… e fra qualche settimana anche legati all’attività del podismo, perché si fonderà con il Gruppo Sportivo Aquileia che diventerà un ramo agonistico dell’ attuale Ass. Culturale NAGAYE Project.
Taglio corto e arrivo alla mia partenza, mezzo giorno e qualche minuto, taglio la linea dello start, testa bassa e rapporto leggero, pedalo il primo centinaio di metri, lo sguardo mi si alza un attimo, e come per chi soffre di vertigini che gli si dice di non guardare in basso, per me é stata la stessa cosa… buttando gli occhi verso l’alto… groppo in gola e in testa un unico mantra mi ha assalito “Spero di riuscire a resistere fino alla fine…”
La salita é veramente ma veramente tosta e da quel momento, un po sconfortato ed entrando anche un po in modalità “Chi me lo ha fatto fare??!?!?” ho ripreso lo sguardo basso, rivolto ai sampietrini sotto la ruota anteriore che cercava ogni tanto di sfuggire ed impennarsi tanta era la pendenza che ho iniziato pure a zigzagare per avanzare: la tecnica ormai collaudata, mi ha confortato un po, mi ha fatto rivedere un po di “speranza” per concludere la pedalata.
Un giro di pedali dopo l’altro, con il 36/29 come rapporto, era comunque dura la salita, ma cio nonostante sono arrivato ai -1000mt dove un po ha spianato (spianato per modo di dire, 50mt che si abbassavano forse al 10%) per poi riprendere le pendenze massacranti.
Ultimo vago ricordo nella mia mente appannata dalla fatica, é stato ai -200mt in cui aveva iniziato a gocciare, ed in cui in una delle mie “zigzagate” per tenere la ruota anteriore a terra ho spinto un po di più sui pedali e la ruota posteriore per via dei sampietrini umidi é slittata e ho dovuto mettere il piede a terra.
Un polmone l’avevo sputato 100mt prima quando ho superato il podista che era partito prima di me.
Adesso però, in un istante in cui mi ero appoggiato con gomiti e testa sul manubrio per riprendere fiato, un pensiero mi ha assalito in una frazione di secondi:
“…e adesso?”
Si, perché risalire in sella e iniziare a pedalare partendo su sanpietrini umidi con una pendenza superiore al 16%… che potevo fare? Ho ritrovato la motivazione quando ho sentito l’incitazione da parte di un gruppetto di spettatori che mi hanno gridato:
“No molà che xe quasi finida!!! Smonta e cori!!!”
…caparbio, mi son messo di traverso… e non so bene ancora come ho fatto, sono riuscito a rimontar in sella e darmi la spinta necessaria per riprendere la pedalata… da li mancavano poco meno di 200mt, ultimo tornantino a sinistra, e l’ultimo strappo, 50mt circa li ho fatti in piedi sui pedali poi mi sono seduto e ho tagliato il traguardo con una timidissima impennata e poi…
…poi ho sputato l’ultimo mezzo polmone rimasto 🙂
Soddisfatto al massimo per essere arrivato a talgiare il traguardo, del tmepo fatto non mi importava granché, visto anche l’accaduto di fine gara, il mio obiettivo era arrivare alla fine 🙂
Ripreso un po di fiato e con la pioggia che si faceva sempre più prepotente mi sono infilato in coda per pacco gara e per gustarmi il pranzo, saluto Davide che aveva fatto la doppietta bici+corsa (si, doppiaRampigada Santa per lui quest’anno), saluto pure Gregor che stava parlando con l’amico di Lubiana, del team Pici-Bici che era appena arrivato in SCATTO FISSO!!! un po a piedi un po pedalando, ma in scatto fisso!!! Complimenti anche a lui 🙂
Intanto che ero in attesa delle cibarie, rivedo pure un mio ex collega di lavoro, Mattia e tra una chiacchera e l’altra, ecco che mi sono trovato a decidere cosa fare, dopo il pranzo e debita birretta: se tornare a casa subito inforcando la bici o aspettare che scansasse un po: veniva giù a secchiate.
Ho pensato solo che se, Super Scala Santa ce l’ho fatta, due gocce d’acqua non mi avrebbero fatto poi così male… tanto k-way e roba di ricambio erano pronti all’uso e asciutti al 100% dentro la sacca sotto sella Rusjan 🙂
Così, dopo un giro di saluti, mi sono messo in direzione costiera direzione Aquileia.
Riassumento con un po di numeri:
- Partenza 7.30am Aquileia – Arrivo 9.10am Scala Santa Trieste 50km a 31km/h di media
Traccia STRAVA: https://www.strava.com/activities/716573430 - Alle 12.05 Partenza Rampigada Santa – 2km a 7km/h di media
Traccia STRAVA: https://www.strava.com/activities/716573432 - Partenza da Trieste direzione Aquileia – 1ora e 48min – 31km/h di media
Traccia STRAVA: https://www.strava.com/activities/716573525 - Chiuso al 90 posto nella classifica assoluta col tempo di 16’50” (un minuto in più di 2 anni fa ma a me frega solo di esser riuscito a tagliar il traguardo :))
NOTA FINALE : un ringraziamente a tutti gli organizzatori dell’ass. SPIZ e a Mauro Vascotto per il bell’evento, a Simone Castellaneta come sempre per TUTTE le foto (copyright suo!) 🙂 … vediamo se il prossimo anno riuscirò a far partecipare anche altri soci con i colori di NAGAYE Project 🙂
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia