Orami come tradizione Pasqua la passo in sella alla bicicletta pedalando verso una meta che scelgo solo qualche giorno prima della partenza.
L’anno scorso, partito da Aquileia con un vento infernale, ho pedalato con la bici da ciclocross verso il Rifugio Pelizzo sul Matajur: la storia di bici la puoi leggere cliccando qui.
Quest’anno ho pedalato in scatto fisso, rapporto 48/16 da Aquileia verso Tolmino, passando in andata Pieris, Sagrado, Cormòns, Cividale, San Pietro al Natisone e sconfinando in Slovenia verso Kobarid (Caporetto) in mezzo alla vallata verso Tolmino, mai raggiungendo il centro, ma lasciandolo alla sinistra e proseguendo per Kanal e lungo tutta la strada che costeggia parallela il Soca (l’Isonzo) che mi ha portato fino a Solkano, Gorizia, Sant’Andrea, passando ai piedi del Monte San Michele in zona Peteano, Sagrado e riprendendo poi la strada di casa per Fiumicello e tornando ad Aquileia.
La pedalata in proporzione al chilometraggio, 160km, non ha avuto molto dislivello, 760mt circa.
Sono partito in autosufficienza da Aquileia verso le 9.20, io il GialloMelone, una rapporto, senza freni, motore: le mie gambe, i freni? le mie gambe e con il supporto della sacca sottosella di Lucy Rusjan, sacca totalmente impermeabile e decisamente solida.
Il meteo non era stra soleggiato, ma ero gia molto contento del fatto che non faceva freddo, soffiava un po di brezzolina ma sopportabile e soprattutto non c’era troppa umidità: l’umidità per me é una brutta bestia, perché partire a pedalare e sapere che avresti dovuto affrontare per una vallata in penombra in zona Pulfero, Caporetto, un clima spacca ossa, la pedalata si sarebbe trasformata in un calvario pasquale e non più in un piacere di pedalare verso una meta e oltre: fortunatamente il meteo é stato clemente visto che per 160km totali non ho indossato nemmeno la giacca anti vento.
Il tratto di percorso Aquileia Cividale é stata “ordinaria amministrazione”, un po monotona come strada in zona Corno di Rosazzo Cividale per via dei rettilinei in falso piano (salita) ma poco male, sapevo che appena superato avrei puntato verso San Pietro al Natisone che mi avrebbe proposto strade con salite più accentuate ma che mi avrebbe offerto panorami e vista che mi avrebbero rincuorato e tirato su di morale, spaendo che poi sarebbero mancati pochi km per sconfinare in Slovenia e da li verso Kobarid (Caporetto) sarebbero state due pedalate in scioltezza.
NOTA:
Ecco, un suggerimento per tutti quelli che non hanno mai affrontato in bicicletta più di 100km (per buttare un numero a caso) perché spaventati dai troppi km non sapendo se ce la faranno: affronta mentalmente il percorso a piccole mete, piccoli obiettivi, visualizza il percorso totale e spezzettalo in segmenti (esempio: 4 segmenti da 25km l’uno) pensando che al primo arrivo non ti mancheranno altri 75km su 100, ma 3 segmenti su 4 e puoi sempre pensare che ad ogni arrivo/obiettivo puoi sempre avere una via di fuga tornando indietro se proprio non ce la fai o proseguendo per completare il prossimo segmento.
Questo giochetto per “ingannare” la mente utilizzando cifre basse al posto dei numeroni del chilometraggio personalmente ho visto che funziona e che mi aiuta come approccio mentale e di conseguenza tiene saldi i miei muscoli e le mie gambe per proseguire oltre 🙂
Tornando alla pedalata pasquale, alla mia personalissima randonnée, é stata la prima volta che mi sono fermato, ho fatto un paio di soste, ma non per stanchezza, ma per godermi la vista ed i panorami… in zona Kanal per esempio ho pranzato in alto ad una diga o un po più avanti mi sono fermato per uno scatto sul ponte 🙂
Da zona Tolmino verso Kanal e proseguendo per la strada parallela all’ Isonzo, solitamente quel tratto l’ho sempre sofferto, perché una volta l’ho affrontato contro vento, un’altra volta le mie gambe erano talmente molli per un’alimentazione sbagliata, che pensavo di mollare tutto, buttare la bici in fiume e fermarmi li. Quel tratto di strada é pianeggiante, qualche strappetto, salitella ma nulla di che, corsie belle larghe che potrebbero darti l’impressione che priprio quella strada non finisce mai e se l’affronti con un po di stanchezza, magari in solitaria e magari aggiungendo anche un venticello contro che s’incanala nella valle, allora é fatta!!! Potrebbe essere un reeale calvario, ma fortunatamente per me, ieri ho avuto tutto dalla mia parte.
Ho mangiato bene, mi sono idratato bene e sono arrivato a casa non rilassato, un po indolenzito a livello di gambe ma nulla di preouccupante, l’indolenzimento della fatica normale di chi pedala per 160km e quindi devo dire che ieri, la pedalata Aquileia Tolmino e ritorno é andata alla grande: una Pasqua particolare portando a spasso in bicicletta con me tanti ricordi di luoghi, persone ed eventi passati e potendo godere della libertà di essere in sella alla mia bici in giro per il mondo 🙂
NAGAYE NAGAYE!!!
Come al solito pubblico un po di foto e la traccia del percorso.
…e se vuoi pedalare in compagnia e aiutare il prossimo cerca su Facebook la pagina NAGAYE Project
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia