Ieri, mercoledì 30 Settembre, ho pedalato sul Monte Taiano (Slavnik – SLO) in ciclocross.
Partito da Aquileia alla buon ora delle 7.50am sono andato verso Cervignano, percorrendo la comoda ciclabile Alpeadria, per salire in treno con il ciclocross in modalità bikepacking, sacca sotto sella Rusjan bag annessa.
Si, in treno per risparmiarmi le gambe e partire assieme a Manuel direttamente dal centro città a Trieste verso la cima del monte Taiano, in Slovenia.
Il meteo non era malaccio, a parte la temperatura e a parte la leggera brezza… bora a 50km/h?
A Trieste, in stazione c’era già Manuel che mi aspettava, appena sceso saluti di rito, mi assicuro che la sacca sia ben allacciata al ciclocross, faccio partire il Garmin e partiamo a pedalare: inizio rive, un po prima di Piazza Unità, svolta a sinistra per prendere il corso andando verso Via del’ Istria e a metà svolta a sinistra, viuzza laterale (per i pignoli: Via Nicoletto d’Alessio) che si raccorda con la ciclabile Cottur.
Abbiamo percorso la ciclabile passando un paio di gallerie, passando Val Rosandra, Draga e sconfinando sulla statale in zona Kozina: da li il passo é staot breve per immeterci sulla strada sterrata che ci ha guidato verso la cima dello Slavnik in Slovenia.
Il vento, la bora non ci ha mai lasciati soli, ma fortunatamente per 2/3 del percorso, della salita del Taiano, il sentiero sterrato é coperto dalle fronde degli alberi che smorzavano il vento laterale: tutt’altra cosa riguardava la temperatura, intorno agli 11° ma fortunatamente pedalando ci siamo riscaldati.
Io in ciclocross, Manuel con una MTB della Giant (con cui ha percorso e viaggiato molto, tra Zoncolan, Stelvio ed altre diverse cime del Friuli ed oltre).
La salità l’abbiamo presa in tutta comodità, non volevamo fare il tempo ma pedalare per il gusto di pedalare ed ammirare i panorami. Per me é la seconda volta che pedalo su questo percorso, per Manuel é stata la prima e visto che ha anche la passione della fotografia, ha preso l’occasione per fare qualche scatto durante l’escursione sulle due ruote.
Arrivati agli ultimi 2/3km si trova uno spiazzo aperto in cui poter ammirare Trieste ed il golfo a perdità d’occio verso l’orizzonte. Ieri nonostante la bora che solitamente pulisce il cielo da nuvole ed umidità, ieri c’era un po di foschia e non abbiamo potuto ammirare al 100% lo scintillio del mare, ma poco male, essere arrivati fin lassù con quel ventaccio é stata una bella soddisfazione.
Ripreso a pedalare verso la cima il vento si é placato per alcune centinaia di metri visto che siamo tornati in mezoz agli alberi, ma poi l’ultimo chilometro, in campo aperto, ci ha fatto riassaporare tutta la ventosità immaginabile, ma ormai eravamo arrivati.
Io gli ultimi paio di centinaia di metri li ho fatti camminando perché la strada ghiaiosa risucchiava come sulla sabbia, le ruote del ciclocross e sommato al fattore bora laterale, ad ogni pedalata mi piantavo e venivo sbattuto a destra e a sinistra… quindi ho preferito (anche se mi é pesato un po 🙂 ) scendere e spingere.
Fortunatamente le mura del rifugio ci hanno riparato per poterci permettere, mentre gustavamo il pranzetto per rifarci un po dell’ energia spesa, di ammirare il panorama collinare, prati verdi e gialli e al lungo raggio il Trieste ed il mare.
Al riparto del vento e con qualche raggio di sole in faccia, anche in tenuta ciclistica estiva si stava benone.
Abbiamo optato per arrivare ancora più… in cima, per ammirare il panorama dalla pietra con la rosa dei venti, che si trova a 100 metri dietro il rifugio, proprio sul cucuzzolo: li era il posto più ventoso, sembrava di venir schiaffeggiati e spinti da mille persone tutte in una volta tanto era forte… purtroppo la vista a 360° non ci ha regalato una vista ottimale, guardando verso est c’erano le classiche nuvole nere che portano la bora scura, quella fredda che non perdona.
Finito di pranzare, abbeverarci, ammirare ecco che, preparati e vestiti per benino abbiamo preso la strada del ritorno, TUTTA DISCESA.
Manuel non ha avuto problemi, la sua MTB ha forcella anteriore ammortizzata e le ruote grasse tipiche… io, nonostante fossi ben vestito per non temere il freddo, sul mio ciclocross non avendo nessuna ammortizzazzione, ho subìto il classico indolenzimento a spalle e polsi… infatti ho preferito di gran lunga la salita alla discesa.
Abbiamo ripreso la ciclabile del Cottur, qualche scatto e qualche tappa in più rispetto all’andata.
La temperatura appena imboccata la ciclabile é tornata nella norma, siamo passati dai 10/11° ai 17/18° e quando siamo arrivati in zona Trieste abbiamo deciso di fare un’ultima tappa prima di salutarci: un buon kebab nella Trieste vecchia, vicino a Piazza della Borsa.
Un kebab e una Lasko da mezzo bella gelata a testa e io, non pago, mi sono mangiato pure un burek con carne.
Ok, due chiacchere, qualche opinione sull’impresa, finito il banchetto abbiamo ripreso a pedalare sulla via di casa, Manuel é rimasto in zona Trieste, io ho preso la Costiera per passare Sistiana, Monfalcone, Ronchi ed arrivare ad Aquileia, fortunatamente 50 km con la bora a favore.
Giornata stupenda, soddisfazione ad essere tornato sulla cima del Taiano e divertimento per aver accompagnato Manuel nella sua prima volta su quel sentiero.
NOTA: per suggerimenti ciclistici per affrontare questa pedalata ti consiglio di leggere la mia prima recensione cliccando qui.
Solito ti lascio con qualche foto e la traccia GPS su STRAVA dell’ escursione ciclistica.
[VIDEO cima Monte Taiano – Slavnik – Slovenia]Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia