Ieri l’ URSUS fxd Trieste si é spinto con una propria delegazione di scattofissati nelle lande venete per l’ascesa e discesa del monte Grappa in modalità fixed gear, bici da pista e un po di follia, fatica e sano divertimento per condividere la stessa passione di andare in bicicletta, con bici di nicchia, non per tutti, non per tutte le gambe.
Il gruppo URSUS fxd, ieri era composto da Andrea Bicidermico, ormai soprannominato anche presidermico :), Enrico, Alice, Claudio ed il sottoscritto.
Sveglia presto, abbastanza presto, per poter godere della luce per tutto l’arco della giornata in sella, quindi partenza da casa alle 6.45am da Aquileia in sella al mio fido Faggin GialloMelone Velomatic, verso il casello dell’ autostrada a Palmanova, dove, incontro con Alice ed Enrico che mi aspettavano, imbarco me, bici e si parte per quel di Marostica dove ci saremmo trovati con Andrea e Claudio.
Ad Aquileia, quando ho varcato la soglia di casa, stava appena iniziando ad albeggiare, ma anche se l’aria era fredda, il cielo prospettava una giornata niente male, sicuramente soleggiata, serena.
Ora di partenza da marostica verso le 9.00am, perfettamente in tabella di marcia, arriviamo in centro, si parcheggia, si sbarcano le bici, ci si preparara, e si inizia a pedalare per un riscaldamento passando Bassano del Grappa, arrivando a Romano d’Ezzelino dove abbiamo preso la rampa per l’ascesa al monte Grappa da Semonzo.
L’aria si faceva da fredda a fresca, in cielo un sole ormai bello fiammeggiante e senza compagnia di una nuvola che fosse una, ci accompagnavano per la prima serie di tornanti, tosti, subiti irti, e già dopo i primi 6 o sette, l’abbigliamento a cipolla veniva defogliato, e siamo passati da k-way e maniche lunghe, a jersey e pantaloncini corti: faceva caldo, caldo che ci ha accompagnato fina a qualche centinaio di metri dalla cima, a 1750mt s.l.m. dove poi chiaramente arrivati a bivaccare un po, a ristorarci, l’arietta fresca ci ha fatto rimettere un abbigliamento un po più pesantino.
Per il resto, anche se per l’ascesa abbiamo scelto la strada più ostica, era quella, col senno del poi ripensandoci, che ci ha offerto i panorami migliori, veduta della vallata, della pianura, dei colli sottostanti immersi in un mare di nuvole bianche che sembrava di essere in cima al mondo, di pedalare verso l’ Olimpo… si, é una visione magari estremizzata, ma la sensazione era quella! 🙂
All’ inizio c’era in testa Claudio, seguito da Alice, Enrico ed in coda Andrea ed io.
Claudio ad un certo punto non si é più visto, per un attimo ho avuto la visione che ci aspettava già al parcheggio, alla macchina, mentre noi stavamo ancora arrampicandoci su su per arrivare in cima 🙂
Alice lo ha seguito come Enrico, ed ad 1/3 dell’ ascesa, io ed Andrea continuavamo con il nostro ritmo, con calma e costanza.
A 2/3 del percorso Claudio ancora n.p. , ma Alice, Enrico io ed Andrea ci siamo ricompattati per un attimo; tutto questo mentre si parlava del fatot che adesso, l’ultimo pezzo, l’ultimo tratto… sarebbe stato ancora più pendente e con i tornanti che si allungavano: invece di arrivare in cima con la strada “spianata”, il monte Grappa si vede che voleva giocare con noi e farci assaporare la propria magnificenza facendocela pagare a peso d’oro, a peso di energie, fiato e gambe.
Io ero sicuro fino a quel momento di farcela fino in cima senza mettere mai il piede a terra, ma poi mi son rassgnato, era inutile dilaniarsi, oltrepassare ogni limite, senza potersi nel contempo guatrare, aria, panorami circostanti, tanto che poi l’ho presa molto blanda ed in alcuni tratti non ce n’era veramente più e li abbiamo affrontati a piedi con bici a mano, ma tent’ é che comunque il nostro obiettivo non era fare il tempo, se no saremmo saliti in bdc, multi marcia e via… ma quello di condividere una pedalata e la stessa passione di pedalare in scatto fisso, un’ impresa da folli, ma serimaente concentrati e con la voglia di affrontare i propri limiti.
Per il resto ci si potrebbe scrivere un libro su tutti i dettagli. le emozioni scaturite, la descrizione dei panorami delle sensazioni in sella, sulla fatica, soddisfazione e condivisione di tutto questo tra il team URSUS fxd, ma vi lascio per ora solo con una serie di foto del Monte Grappa e la traccia Strava 🙂
Per gli aspetti più tecnici e per i curiosi fissati io ho pedalato con un 48/16, Claudio con un 46/15, Andrea con un 48/17…
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia