
Esiste un CPR, Centro di permanenza e rimpatrio per i migranti, un campo di contenimento invisibile agli occhi degli italiani: si trova in Niger ed è stato chiamato “centro umanitario di Agadez” e si trova a 15 km dalla città, in mezzo al deserto.
Su X (ex Twitter) cerco di dare voce ai senza voce segnalandoli con #KeepEyesOnAgadez: cosa succede al “centro umanitario di Agadez”?
Il campo di contenimento, perché di questo si tratta, un’area dedicata a mantenere persone bloccate in attesa delle risposte di “richiesta di asilo” o di reinsediamento in Paese sicuro: c’è chi aspetta da 7 anni.
Il “centro umanitario di Agadez” è stato istituito ed avviato come eredità degli accordi siglati da Minniti nel 2017. Oggi però, trasversalmente ad ogni colore e volontà politica, la strategia è sempre quella, l’ esternalizzazione confini così da deresponsabilizzare il governo italiano, ma indirettamente arrivare all’obiettivo di “aiutarli a casa loro” non facendo nemmeno partire queste persone: questo oggi, 2025, è parte del Piano Mattei per l’Africa del governo Meloni.
Ecco che si crea un cortocircuito politico in Italia che persegue l’obiettivo comune e globale di “esternalizzare i confini” per la gestione “flussi migratori” bloccando i rifugiati in mezzo deserto, invisibili a italiani e media, basta che queste persone non approdino sulle coste italiane: così ecco che lo slogan “aiutamoli a casa loro” (ad ogni costo e con ogni mezzo) calza a pennello, peccato per qualche “effetto collaterale”: quello che i diritti fondamentali vengano calpestati e mercificati con la disumanizzazione dell’essere umano e tutto sulla pelle delle persone.
Tanto più che il campo di contenimento è finanziato da Italia ed Europa ed intanto gli italiani sono ignari ed inconsapevoli dei trattamenti disumani che subiscono queste persone, visto che i media del mainstream (risultati su Google notizie) non ne scrivono, non ne danno alcuna notizia: perché non fa notizia o perché il mainstream informativo è totalmente politicizzato? Ai posteri l’ardua sentenza.

Come si vive al campo di contenimento?
Al centro ci sono 19 nazionalità diverse, su 1500 persone, adulti e bambini, donne in gravidanza, neo mamme, disabili e persone con bisogno di cure mediche: la maggior parte sudanesi, quasi tutti scappati da regimi, conflitti e loro conseguenze. Non c’è una scuola. Hanno un acquedotto di 12km inaugurato nel 2024 (dopo 7 anni da quando è stato avviato il centro): l’altro giorno un contatto dal campo ha detto che sono rimasti 24 ore senza acqua corrente, ma fortunatamente hanno una cisterna. Le condizioni igieniche? Non pervenute, come anche l’elettricità. Non hanno un presidio medico stabile e alla notte, se arriva un’emergenza ed una persona sta male, avendo l’obbligo di non muoversi dal campo fino alla mattina successiva deve attendere. Non hanno mezzi per spostarsi in città: solo a piedi.
Condizioni sanitarie gravi
Ho ricevuto dei video provenienti dall’interno del campo, delle testimonianze di 2 persone in grave stato di salute e con bisogno urgente di cure mediche: mi è stato espressamente richiesto di non divulgare pubblicamente i video perché queste persone non vogliono apparire e non vogliono farsi vedere. Personalmente però mi sento in dovere come parte dell’ umanità, di denunciare la disumanità e le violazioni, gli abusi che stanno subendo tutte queste persone.
Queste evidenze sconfessano le belle foto, i messaggi di propaganda delle agenzie umanitarie in cui descrivono i risultati raggiunti con le varie comunità di bisognosi in giro per il mondo.
La protesta pacifica per i loro diritti bloccati dalle autorità e inazione dell’ UNHCR
Da 5 mesi ormai, i rifugiati stanno manifestando pacificamente per chiedere il rispetto dei loro diritti come esseri umani.
In cambio, dalle autorità nigerine e con la sola preoccupazione del’ UNHCR Niger, ma anche con la sua inazione verso i rifugiati, quest’ultimi hanno ricevuto la sospensione dei voucher alimentari dall’ 11 febbraio 2025: ormai quasi un mese dopo dalla pubblicazione di questo articolo di denuncia, gli è stato negato un diritto fondamentale come il cibo. Ancor più grave che l’UNHCR non prenda le loro difese agendo: la strada diplomatica per aiutare queste persone non è l’unica via e gli operatori, ma soprattutto l’agenzia umanitari dovrebbe saperlo.
La preoccupazione a parole, per quanto umana sia, non è azione per aiutare le persone.
Non c’è mancanza di risorse economiche che tengano, per esempio esistono i partners come WFP – World Food Program: queste sono volontà politiche ben precise.
La comunicazione e i numeri di UNHCR sui rifugiati
Personalmente ritengo degno di nota sottolineare alcuni post via social media in ordine cronologico dell’ UNHCR, sui rifugiati inerenti al supporto fornitogli anche sui voucher distribuiti e sulle loro contraddizioni in fatto di numeri.
- 23lug2024 : “I voucher alimentari distribuiti UNHCR a 1.413 rifugiati/richiedenti asilo e 200 membri della comunità ospitante”
https://x.com/UNHCRNiger/status/1815761166423007235 - 26dic2024 : “2.253 rifugiati, richiedenti asilo”
https://x.com/UNHCRNiger/status/1872232430297628991 - 23gen2025 : “Il centro umanitario aperto ospita quasi 1.900 persone – principalmente dal Sudan, insieme ad altri provenienti da West, Central e The Horn of Africa – ed è stato istituito nel 2018″
https://www.unhcr.org/africa/news/speeches-and-statements/unhcr-statement-growing-tensions-humanitarian-centre-near-agadez-niger
L’appello dei rifugiati del “centro umanitario di Agadez”
Di seguito trascrivo il loro appello del 1 marzo 2025, l’ennesimo senza risposta, come senza risposte il loro grido di rispetto per i diritti umani, come quello che “non vogliamo più stare qui”: in un luogo infernale, come le temperature e i rifugi che non gli permettono il giusto riparo.
“We, the refugees at the Humanitarian Center in Agadez, Niger, today have 18 days of food cut off due to continuing our peaceful protest and demanding our rights.
Today we have 160 days since the beginning of the peaceful protest, we will continue the peaceful protests until our demands are met. We do not want to stay here, we want a decent life in a safe place and an effective asylum system.
We demand a suitable environment in which all refugee rights, comprehensive health care and an integrated education system are available. UNHCR Niger in Agadez are trying to silence our voices by cutting off food and medical services. We continue to protest peacefully. We live in very difficult times. Since 2017, in the humanitarian center in Agadez, in the middle of the desert, we have been suffering a lot and our suffering continues until now. No one has responded to our demands and no one has listened to our voice until now. There are no human rights or humanity in the humanitarian center in Agadez, Niger. That is why we always say that we do not want to stay here.
We appeal to all human rights bodies, human rights organizations and the international community to save us from this catastrophic situation.”
I 1500 rifugiati del “centro umanitario di Agadez”
La portesta pacifica dei rifugiati per chiedere il rispetto dei diritti come esseri umani continua, nonostante tutte le condizioni ambentali, climatiche, politiche ed umane avverse. #KeepEyesOnAgadez