La pace e la giustizia hanno bisogno di tempo per crescere, maturare e dare i frutti sperati.
Il Tigray e il suo popolo in Etiopia, dopo più di 2 anni di guerra genocida, non hanno più tempo.
Il 4 novembre 2020 è scoppiato il conflitto tra il governo etiope del premier Abiy Ahmed Ali, oggi discutibile premio nobel per la pace, ed i membri del partito TPLF – Tigray People’s Liberation Front.
TPLF dichiarato dissidente e ribelle dal governo etiope quindi da perseguire, fermare, arrestare con una veloce “azione di polizia”. Ogni mezzo è stato utilizzato per fermarli: fame (blocco accesso umanitario) e stupri (violenze ed abusi su donne di ogni età di etnia tigrina) usati come armi di guerra. Arresti, deportazioni e detenzioni di massa su base etnica di decine di migliaia di tigrini solo perché sospettati di essere collusi con i “terroristi del TPLF”. L’Eritrea tacitamente alleata dell’Etiopia, ha invaso dal primo momento lo stato regionale del Tigray. Droni acquistati con accordi militari anche in pieno stato di emergenza nazionale (Agosto 2021 – accordo di cooperazione militare Etiopia Turchia) e forniti da Turchia, Cina, Iran. Droni utilizzati per colpire i dissidenti: migliaia le vittime tra i civili, adulti bambini, uomini donne indistintamente.
Oggi le stime parlano di più di 500.000 morti. Il 10% degli ospedali attivi, perché il resto distrutto, saccheggiato e reso inattivo: quei pochi che oggi forniscono servizi in stato emergenziale mancano di tutto. Dai test HIV, all’insulina, ai medicinali per la dialisi. Le persone stanno morendo per malattie comunemente curabili.
Approfondimento:
- Conseguenze per i flussi di migranti – Libia, migrante minorenne scappa dalla guerra genocida in Tigray torturato nel Paese dei lager libici
- Etiopia, consegne umanitarie strumentalizzate per il Tigray e l’allarme in Afar
Nonostante la firma dell’accordo di Pretoria il 2 novembre, siglando “buoni propositi” tra rappresentanti del governo etiope e del Tigray, l’accesso umanitario a parte un paio di flebili segnali, dopo 3 settimane si fa ancora attendere: ne abbiamo dato segnalazione dei precedenti aggiornamenti su Focus On Africa.
Per Redwan Hussien, consigliere per la sicurezza nazionale etiope, andrebbe tutto bene riguardo l’afflusso degli aiuti umanitari in Tigray.
Venerdì 11 novembre infatti twittava così:
“Il 70% del Tigray è sotto il controllo dell’ENDF. Gli aiuti stanno fluendo come nessun’altra volta. Anche nelle aree non ancora detenute dall’ENDF. Sono arrivati 35 camion di cibo e 3 camion di medicinali a Shire. I voli sono ammessi. I servizi sono in fase di riconnessione. L’accordo offre solo opportunità per migliorare i servizi.”
La realtà dei fatti però è tutt’altra cosa e va decisamente approfondita perché molto articolata di variabili da considerare per la salvezza del popolo del Tigray.
Martedì 22 novembre il Segretario americano Antony Blinken ha chiamato il PM etiope per comunicargli che:
“Ha riconosciuto gli sforzi in corso da parte del governo etiope per lavorare per l’assistenza umanitaria senza ostacoli e il ripristino dei servizi di base nella regione del Tigray e nelle vicine regioni di Afar e Amhara. Il segretario ha sottolineato l’importanza di attuare immediatamente l’accordo sulla cessazione delle ostilità, compreso il ritiro di tutte le forze straniere e il disarmo simultaneo delle forze tigrine. Ha osservato che gli Stati Uniti restano impegnati a sostenere il processo guidato dall’Unione africana, compreso il meccanismo di monitoraggio e verifica dell’UA.”
In contemporanea la delegazione dell’ Unione Europea in Etiopia condivide il comunicato che giovedì 10 novembre ha donato 31,5 milioni di Euro (1,7 miliardi di ETB, birr) all’ UNICEF per ripristinare i servizi sanitari essenziali nelle aree colpite dalla guerra.
Il giorno precedente, mercoledì 21 novembre la UE ha donato altri 33 milioni di euro (1,8 miliardi di ETB, birr) all’UNICEF e al WFP per ripristinare i servizi educativi essenziali e attuare programmi di alimentazione scolastica nelle zone colpite dal conflitto in Etiopia.
Martedì 22 novembre Patrick Heinish, analista finanziario, condivide il bilancio etiope segnalando che la guerra ha un costo:
“I dettagli del budget della Banca nazionale dell’ Etiopia mostrano un massiccio aumento di spese militari tra il 2021 e 2022. Ha raggiunto 102,6 miliardi ETB (13,2% dell’exp. totale), la maggior parte della spesa nel terzo trimestre (gennaio-marzo 2022: 61 miliardi di ETB). Nel FY 20/21 le spese militari hanno rappresentato solo il 6% del totale exp.”
Da notare che il terzo trimestre 2022 fu il periodo di addestramento di nuove unità militari e nuovo riarmo per una successiva offensiva in Tigray.
Mirjam van Reisen, professoressa di Relazioni Internazionali, ha segnalato lo stesso giorno sfollamenti massicci denunciati dall’ Ufficio per gli Affari Sociali del Tigray Orientale:
“C’è stato un continuo afflusso di sfollati su base giornaliera dai vicini wereda, vale a dire Gulomekeda, Zalambessa, Erob e Ganta-Afeshum.”
Aggiungendo:
“Ci sono nuovi arrivi dalle zone centro-nord-occidentali del Tigray. Alcuni degli sfollati interni sono ex rimpatriati nei loro luoghi di origine e costretti a sfollare nuovamente a causa del conflitto armato appena scoppiato. Di conseguenza, Adigrat ora ospita i nuovi sfollati che rappresentano fino a 142.426 secondo il report dell’ Ufficio amministrativo della zona orientale di Adigrat, affermando che solo una volta quest’anno è stata ricevuta una piccola quantità di aiuti alimentari e che ad Adigrat #Tigray manca tutto, comprese le medicine.”
Secondo Mirjam van Reisen:
“il rapporto ha inoltre spiegato che le truppe eritree sono molto vicine alla città di Adigrat e la popolazione è traumatizzata e vive nella paura delle atrocità che potrebbero accadere se l’esercito eritreo entrasse nella città. La popolazione civile ha bisogno di protezione.”
Non abbiamo potuto verificare in maniera indipendente numeri e tali affermazioni. Una parziale confutazione arriva da un servizio di DW Dimtsi Weyane Television di una decina di giorni prima che ha messo in luce alcune testimonianze e prove video di sfollati presenti ad Adigrat.
“Oltre 90.000 persone sono state recentemente sfollate dall’esercito del dittatore Isaiah Afewerki”
Nonostante l’accordo di Pretoria e il successivo incontro e patto di Nairobi tra i capi militari etiope, il feldmaresciallo Berhanu Jula e il generale Tadesse Worede, capo delle forze del Tigray, le truppe eritree risultano essere presenti e attive nella regione del Tigrai. Eritrei, dichiarati come “forze esterne” all’interno degli accordi, presenti a tal punto da essere ancora denunciate per attività criminali, saccheggi, violenze ed abusi sui civili tigrini.
Venerdì 25 novembre il WFP – World Food Programme comunica via social che:
“WFP ha consegnato oltre 2.400 tonnellate metriche di cibo e 100.000 litri di carburante in Tigray dal 15 novembre.
Logistics Cluster ha trasportato 250 tonnellate comprese le forniture mediche per i partner.
UN Humanitarian Air Service ha indicato che i voli per Mekelle sono ripresi oggi.”
Il comunicato ufficiale WPF si accoda alla richiesta del Segretario Blinken:
“Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) ha consegnato oltre 2.400 tonnellate di cibo, medicinali, nutrizione e altre forniture salvavita alla regione etiope del Tigray in seguito alla firma di un accordo di pace all’inizio di questo mese e alla riapertura di tutti e quattro i corridoi stradali . Tuttavia, le consegne di assistenza all’interno del Tigray non soddisfano le esigenze e il WFP ei suoi partner cooperanti hanno urgente bisogno di accedere a tutte le parti della regione per fornire assistenza alimentare e nutrizionale a 2,3 milioni di persone vulnerabili.”
In precedenza, precisamente giovedì 17 novembre, UNOCHA nel suo report confuta e conferma la lentezza nell’accesso e nelle consegne del supporto umanitario:
“Nella sola regione del Tigray, al 12 ottobre, i partner hanno assistito 4,61 milioni di persone nell’ambito della risposta alimentare del Round 1 del 2022, che rappresenta l’85% dell’obiettivo. Altre parti del paese sono sotto il Round 3, mentre il Round 4 è iniziato in alcune aree il 6 settembre 2022.”
Abby Maxman, direttrice Oxfam America, in un recente comunicato di mercoledì 23 novembre dichiara:
“Ho parlato con il nostro staff e partner in Tigray, Amhara e Afar. Sono onorata dal loro coraggio in mezzo all’incubo che hanno sopportato.
Ad esempio, nel Tigray, una recente valutazione della zona orientale ha mostrato che il 27% dei bambini e l’87% delle madri in gravidanza e in allattamento sottoposte a screening erano malnutriti. I prezzi dei beni di prima necessità sono alle stelle e i farmaci di base per il mantenimento della vita non sono disponibili in tutta la regione.
È necessaria un’azione immediata per salvare vite umane e sostenere il processo di pace.
I servizi di base devono essere ripristinati. Il team di Oxfam nel Tigray è ancora in gran parte incapace di comunicare con Addis Abeba. Le banche sono chiuse. I membri delle famiglia non possono contattarsi. Questo deve cambiare.
Gli aiuti umanitari devono essere consentiti ora. I team di Oxfam stanno ora lavorando per spostare l’assistenza critica nel Tigray. Sono iniziate conversazioni promettenti e il governo ha inviato i propri aiuti, ma le persone hanno bisogno di aiuto più velocemente e su scala più ampia.”
Il 24 novembre l’analista Duke Burbridge via social segnala e mette in guardia sulla gravità della situazione umanitaria:
“Il prossimo aggiornamento sulla distribuzione del cibo dovrebbe essere rilasciato per #Tigray oggi. Questa mappa dell’aggiornamento della scorsa settimana mostra dove il cibo non è stato spedito per il round in corso. Ho aggiunto il simbolo di accesso negato per indicare le woreda (distretto) senza distribuzione da agosto.”
Chiedendosi:
“Quanti sono sopravvissuti?”
L’analista aggiunge un’opinione personale come spunto di riflessione:
“Mentre tutti litigavano, parlavano, facevano pace e si congratulavano a vicenda, la gente nel Tigray moriva di fame. Stanno ancora morendo di fame. Inutilmente. Secondo WFP 5,4 milioni di tigrini hanno bisogno di aiuti alimentari. Dobbiamo rendere conto di ognuno di loro.”
Nel 2021 i partners umanitari delle Nazioni Unite avevano già stimato che erano necessari 100 camion di materiale umanitario costanti ogni giorno con materiale di prima necessità e medicinali per sopperire ai bisogni delle persone in stato di necessità urgente in Tigray.
Il 24 marzo 2022 era stata dichiarata tregua umanitaria per l’accesso in Tigray alle agenzie internazionali di aiuto: non fu mai raggiunto il numero di 100 camion al giorno.
Un rivolo di aiuti per milioni di persone in agonia da 2 anni.
Approfondimenti:
- Etiopia, la tregua umanitaria per il Tigray non sembra funzionare
- Tigray, dispiegamento di truppe etiopi ed eritree e la tregua umanitaria
- Etiopia, Cina, Russia hanno ritardato riunioni ONU sulla carestia in Tigray
Il 24 agosto 2022 si è scatenata l’ultima offensiva pesante nella regione. Il comparto umanitario è stato bloccato nuovamente e totalmente.
Oggi, dopo più di 2 anni, bisogna considerare tutto questo arretrato di mancate consegne di materiale salvavita che ha comportato e comporterà purtroppo perdite di vite per mancanza di cibo e cure.
L’urgenza come priorità assoluta è salvare più vite possibili in un’ Etiopia martoriata.
L’accordo di Pretoria è solo il primo step: un compromesso per una tregua.
La vera Pace però ha bisogno della Giustizia per essere attuata.
Lo denuncia a gran voce Barry Andrews, membro del Parlamento europeo per Dublino.
La sua denuncia portata in sede europea il 10 novembre 2022 ha preso posizione per la tutela dei diritti umani e soprattutto per chiedere giustizia nei confronti di ogni singola vittima della guerra genocida.
Ha chiesto implicitamente che si unisse all’appello di richiesta di giustizia anche il resto della UE.
“A una settimana dall’accordo di cessate il fuoco, dov’è la risposta degli aiuti umanitari ai 6 milioni di persone nella regione del Tigray in Etiopia? Il cibo e l’assistenza medica sono ora estremamente necessari. I diplomatici irlandesi non possono essere lasciati soli a denunciare l’Etiopia per le sue azioni.”
Approfondimento: Etiopia, report ONU sui crimini di guerra e violazione dei diritti umani in Tigray
L’Irlanda per questa sua posizione netta e trasparente fin dall’inizio è Paese non gradito all’Etiopia.
L’Italia intanto si fa attendere all’appello di parte della società civile e della diaspora tigrina in Italia inascoltata da 2 anni dalle istituzioni. Appello di richiesta verità, trasparenza e giustizia per il popolo del Tigray.
Domande ancora aperte ed in attesa di risposta:
(A) Quanti soldi ha speso il governo italiano per lo sviluppo internazionale per le persone nella regione del Tigray tra il 25 settembre 2021 e il 25 settembre 2022;
(B) Qual è la ripartizione di (A) per programmi e progetti che hanno ricevuto il finanziamento, indicando quanto ha ricevuto ciascun programma o progetto;
(C) qual è la posizione del neo governo sulla recente ripresa dei combattimenti in Tigray;
(D) qual è la posizione del neo-governo sul raid aereo che ha preso come target un asilo nido in Tigray il 26 agosto 2022;
(E) il precedente governo ha rilasciato dichiarazioni direttamente al governo etiope in merito a (C) o (D) e, in tal caso, quali sono i dettagli e, in caso negativo, perché no;
(F) il governo sta valutando sanzioni contro qualsiasi persona o entità in Etiopia in relazione alle azioni intraprese nel Tigray e, in tal caso, quali persone o entità vengono prese in considerazione;
(G) il governo ha fatto offerte al governo etiope o a qualsiasi altra parte per mediare nel conflitto nel Tigray e, in tal caso, quali sono i dettagli;
(H) qual è la comprensione del governo della situazione relativa al fatto che l’esercito eritreo sia attivo o meno nel Tigray, (I) il governo ha presentato dichiarazioni al governo dell’Eritrea in merito al conflitto, (J) il governo sta valutando sanzioni contro qualsiasi persona o entità in Eritrea in relazione alle azioni intraprese nel Tigray e, in tal caso, quali persone o entità vengono prese in considerazione e (K) il governo ha parlato o sollevato domande sulla situazione nel Tigray in qualsiasi forum internazionale, e in tal caso , quali sono i dettagli, tra cui per ogni istanza la (i) data, (ii) il forum in cui è stato sollevato, (iii) chi ha parlato o sollevato domande, (iv) un riepilogo di ciò che è stato chiesto o detto?
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia