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Etiopia, firmato l’accordo di pace dopo due anni di guerra genocida

02/11/22 by Davide Tommasin

I colloqui di pace erano iniziati martedì 25 ottobre 2022 in Sud Africa, mediati dall’ Unione Africana. Sarebbero dovuti terminare domenica 30 ottobre, ma i tempi si sono dilatati.

Mercoledì 2 novembre 2022 arriva l’annuncio da parte di DIRCO – Department International Relations & Cooperation del Sud Africa:

“L’Alto Rappresentante del Presidente della Commissione dell’Unione Africana, Sua Eccellenza Olusegun Obasanjo, informerà i media questo pomeriggio a Pretoria in merito ai negoziati guidati dall’Unione Africana per risolvere il conflitto in Etiopia.“

Mercoledì 2 novembre 2022 il governo etiope e le autorità del Tigray  hanno firmato per una cessazione definitiva delle ostilità.

Accordo di pace Etiopia Tigray
Accordo di pace Etiopia Tigray

Aggiornamento del 3 novembre

Condiviso l’accordo siglato da ogni parte presente: rappresentanti dell’ African Union, del governo democratico federale etiope e del TPLF – Tigray People’s Liberation Front.

(NOTA: copia più credibile dell’accordo – la pubblicazione ufficiale non è ancora avvenuta)

I punti salienti segnalati della conferenza stampa

Il Presidente Olusegun Obasanjo:

“Oggi sono passati 2 anni dallo scoppio della guerra. L’African Union ha persistito nel tentativo di portare la pace. 14 mesi fa l’AU mi ha nominato alto rappresentante per promuovere la pace. Ho visitato la regione del Tigray 8 volte. Vediamo nell’accordo di firma della pace di oggi un silenziamento delle armi. Ma questa non è la fine del processo di pace… ne è l’inizio. Ora dai colloqui all’attuazione della pace.”

Ambasciatore dell’Etiopia Redwan Hussien e consigliere alla sicurezza nazionale:

“Il livello di distruzione è enorme. Ringraziamo i nostri fratelli dall’altra parte per aver lasciato questo periodo alle nostre spalle. Abbiamo avviato un processo di dialogo inclusivo. È giunto il momento di rivitalizzare le nostre relazioni con i nostri partner internazionali. Grazie per la pazienza e il supporto”

Getachew Reda portavoce del Tigray:

“Ora abbiamo firmato un accordo. Lasceremo il passato alle nostre spalle. Fare la pace si è rivelato sfuggente. Sono morti in centinaia di migliaia di persone. Questa guerra ci è stata imposta. Ora che siamo qui per firmare un accordo, spero che entrambe le parti rispettino questo accordo. Migliaia di combattenti e civili hanno perso la vita. Faremo tutto il possibile per accelerare questo accordo. Ci auguriamo che i nostri fratelli ad Addis Abeba facciano lo stesso. Abbiamo fatto concessioni, in modo da poter costruire sulla fiducia. La firma è una cosa. L’attuazione è un’altra. Speriamo che il monitoraggio sia ferreo”

Sottolineando:

“Solo la nostra determinazione collettiva impedirà loro di distruggere la pace. Compreso nei nostri ranghi. Dobbiamo riparare le barriere e risolvere i problemi attraverso il dialogo.”

“Spero che l’inviato speciale statunitense Mike Hammer rimanga impegnato.” [nel supporto della mediazione n.d.r.]

Il ministro degli Esteri del Sud Africa Naledi Pandor:

“Sono la persona più sollevata in questa stanza… Ho accettato solo dopo aver parlato con il presidente Ramaphosa. Ero molto nervoso.”

Ed ha aggiunto un augurio:

“Consentitemi di congratularmi con entrambe le parti in questo accordo. Il messaggio di questi colloqui è chiaro. Non ci sono vincitori in guerra. L’uso della forza distrugge vite e mezzi di sussistenza”

“Chiediamo umilmente a entrambe le parti di attuare pienamente questo accordo. Deve portare a una pace duratura. Sosterremo l’ African Unionee il team di facilitazione”

Un buon punto di partenza per la via della pace ma con molte sfide

Sicuramente ci sono ancora molte sfide da affrontare, come per esempio il ruolo dell’ Eritrea protagonista fin dall’inizio nella guerra genocida iniziata in Tigray; la stessa Eritrea che non ha avuto l’invito e quindi rappresentanza all’interno dei colloqui di pace.

Ora la speranza è che questo accordo siglato possa avviare il cessate il fuoco per poter far fluire in maniera capillare la consegna di materiale e supporto umnitario a milioni di persone in Tigray: cibo, medicinali e materiale igienico sanitario per rifornire gli ospedali che fino ad oggi non hanno potuto curare i loro pazienti. Speranza che si allarga anche per la riconessione elettrica telefonica, dati/internet e la riattivazione dei conti correnti.

In contemporanea dovrà partire il percorso della giustizia, perché non ci può essere pace senza riconoscere responsabilità a criminali ed ai crimini di guerra e contro l’umanità perpetrati.

Il 4 novembre 2022 saranno passati 2 anni esatti dallo scoppio della guerra genocida in Tigray: 4 Novembre 2020.

Davide Tommasin
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