Etiopia, il report degli esperti dei diritti umani delle Nazioni Unite denunciano crimini sistematici nella guerra in Tigray.
La strada per la giustizia è ancora lunga, ma iniziano ad arrivare delle conferme sulle tante denunce di crimini perpetrati sul popolo tigrino in quasi due anni di guerra dai risvolti etnici e genocidi.
HRC51 | Acts that “amount to war crimes” are being committed in Ethiopia say human rights experts
Contesto
I primi 2 punti del report contestualizzano la crisi profonda del Tigray e dell’ Oromia.
“1. La Commissione internazionale degli esperti sui diritti umani delle Nazioni Unite sull’Etiopia (la Commissione) presenta il suo rapporto al Consiglio per i diritti umani in un momento difficile e pericoloso per l’Etiopia e il suo popolo. Dopo una tesa cessazione delle ostilità durata cinque mesi, nell’agosto 2022 sono ripresi i combattimenti tra il governo federale dell’Etiopia (governo federale) e i suoi alleati e le forze che sostengono le autorità del Tigray (forze del Tigray). La popolazione civile assediata dell’Etiopia deve ora affrontare nuovi rischi dopo aver sopportato le conseguenze di quasi due anni di conflitto. Le ostilità si sono estese oltre il Tigray ad altre aree del Paese e rischiano di estendersi oltre i confini dell’Etiopia, con conseguenze per la pace nel Corno d’Africa.
2. Questi eventi fanno seguito alle accuse di uccisioni di centinaia di civili nel sud-ovest dell’Oromia da giugno ad agosto 2022. L’incitamento all’odio che attacca e disumanizza i gruppi etnici, un indicatore chiave di futuri crimini atroci, non mostra segni di diminuzione. La situazione umanitaria nel Tigray resta in crisi, in gran parte a causa della carenza di cibo, medicine e carburante. La regione rimane inoltre disconnessa dalle reti di telecomunicazioni, bancarie ed elettriche dell’Etiopia. Gli eventi in corso dimostrano l’importanza del mandato della Commissione di indagare sulle accuse di violazione dei diritti umani internazionali, del diritto umanitario e del diritto dei rifugiati e fornire consulenza alle parti in materia di giustizia di transizione, responsabilità, riconciliazione e guarigione.”
Il mandato della commissione di esperti
“La risoluzione S-33/1 del Consiglio per i diritti umani del 17 dicembre 2021 ha istituito la Commissione per un anno, con il mandato di condurre indagini approfondite e imparziali su presunte violazioni e abusi del diritto internazionale dei diritti umani, del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale dei rifugiati commessi da tutte le parti in conflitto in Etiopia dal 3 novembre 2020. Questo aspetto include la raccolta e la conservazione di prove a sostegno degli sforzi di responsabilità, integrando al contempo una prospettiva di genere e un approccio incentrato sui sopravvissuti. La Commissione deve inoltre fornire orientamenti sulla giustizia di transizione, compresa la responsabilità, la riconciliazione e la guarigione.”
La Commissione è composta da tre esperti di diritti umani nominati dal Presidente del Consiglio per i diritti umani: la sig.ra Kaari Betty Murungi (Presidente, Kenya), il sig. Steven Ratner (Stati Uniti d’America) e la sig.ra Radhika Coomaraswamy (Sri Lanka).
L’ostruzionismo del Governo dell’ Etiopia
A causa dell’opposizione generale del governo etiope e della mancanza di risorse e dei tempi stretti, è stato indagato solo su un numero molto limitato di abusi e crimini.
I punti dal 7 al 14 del report sono dedicati al processo di lavoro adottati dal team di esperti delle Nazioni Unite in Etiopia. Indicano che hanno dovuto affrontare molte sfide per raccogliere testimonianze e continuare nelle indagini.
Nello specifico il punto 8 delinea le posizioni del governo federale e di quello regionale tigrino:
“La Commissione ha inviato un elenco di questioni al governo federale e alle autorità del Tigray a metà agosto 2022. Il governo federale non ha risposto al momento della presentazione; il 2 settembre 2022 il governo regionale del Tigray ha presentato una risposta generale preliminare.”
Al punto 9 la Commissione sottolinea che ha dovuto affrontare sfide al suo lavoro che le hanno impedito di adempiere completamente al suo mandato. Infatti è stato concesso solo a due investigatori dei diritti umani a tempo pieno. Inoltre, a causa di circostanze logistiche e amministrative al di fuori del suo controllo, ha potuto avviare le indagini solo a metà giugno.
Nel punto 10 la Commissione si rammarica profondamente che il governo federale non le abbia concesso l’accesso ad alcuna area al di fuori di Addis Abeba.
L’ostruzionismo del governo etiope implicato e sotto indagini per i crimini perpetrati sul popolo tigrino è stato determinante al team di esperti per ritenere questo report parziale. Gli esperti hanno iniziato solo a scalfire la punta dell’iceberg per confermare crimini di guerra e contro l’umanità in Tigray. Crimini trattati e confermati in precedenza già da molteplici report di agenzie umanitarie come HRW – Human Rights Watcjh e Amnesty International.
Il report indica che tutte le forze si sono fatte responsabili di crimini e violenze: chi in maggior misura di altre, chi in maniera determinante e sistematica come gli stupri o i massacri per mezzo di bombardamenti aerei sui civili.
Raid aerei citati al punto 34 in cui la Commissione trova ragionevoli motivi per ritenere che l’ENDF abbia bombardato Mekelle il 28 novembre 2020, uccidendo e ferendo civili e colpendo oggetti civili pochi giorni dopo che le forze del Tigrino avevano lasciato la città con i loro beni. I soldati dell’ENDF hanno commesso esecuzioni extragiudiziali diffuse, stupri e altre forme di violenza sessuale e saccheggi durante il periodo di sette mesi che va dal 28 novembre 2020 al 28 giugno 2021. Il personale dell’ENDF ha anche utilizzato oggetti civili per scopi militari e ha limitato l’accesso alle cure mediche.
Conclusioni determinate dalle indagini della commissione di esperti dei diritti umani dell’ONU
44. La Commissione trova ragionevoli motivi per ritenere che le forze del Tigray abbiano ucciso civili e persone rese fuori combattimento , violentato, saccheggiato e danneggiato o distrutto infrastrutture e proprietà civili a Kobo e Chenna tra la fine di agosto e l’inizio di settembre 2021.
54. La Commissione trova ragionevoli motivi per ritenere che l’ENDF abbia condotto un attacco di droni contro il campo di sfollati interni di Dedebit il 7 gennaio 2022, uccidendo e ferendo circa 60 civili e distruggendo infrastrutture civili. Trova inoltre fondati motivi per ritenere che non vi fossero soldati o equipaggiamento militare all’interno o nelle vicinanze del campo il giorno dell’attacco.
70. La Commissione trova fondati motivi per ritenere che l’ENDF – Ethiopian National Defence Forces, l’EDF – Erirean Defence Forces e il Fano (milizia di origine amhara n.d.r.) abbiano commesso atti diffusi di stupro e violenza sessuale contro donne e ragazze del Tigray. In alcuni casi, gli aggressori hanno espresso l’intenzione di rendere sterili le vittime e hanno usato un linguaggio disumanizzante che suggeriva l’intento di distruggere l’etnia tigrina. Le forze del Tigray hanno anche commesso atti di stupro e violenza sessuale, anche se su scala minore.
84. La Commissione trova fondati motivi per ritenere che il governo federale e i governi statali regionali alleati abbiano attuato una vasta gamma di misure volte a privare sistematicamente la popolazione del Tigray di materiali e servizi indispensabili per la sua sopravvivenza, tra cui assistenza sanitaria, alloggio, acqua, servizi igienico-sanitari , istruzione e cibo.
110. Rapporti affidabili informano che l’ENDF ha sempre più utilizzato la forza aerea per respingere le forze tigrine, in particolare con droni armati. La Commissione ha individuato più di cinquanta attacchi aerei dal giugno 2021 al momento della presentazione, quasi tutti nel Tigray, che sembrano aver ucciso o ferito civili o colpito oggetti di civili. Le indagini iniziali su tre di questi attacchi aerei: Togoga, (22 giugno 2021), Mekelle (ottobre 2021) e Mekelle (25 agosto 2022), confermano vittime civili, compresi i bambini.
Aree meritevoli di ulteriori indagini
Al punto 100 la Commissione ha individuato diversi incidenti e temi che meritano ulteriori indagini, rilevando che l’elenco seguente non è esaustivo.
- Uccisioni su larga scala nel Tigray
- Uccisioni su larga scala in Oromia
- Situazione in Afar
- Detenzione arbitraria
- La situazione dei rifugiati eritrei
- Attacchi aerei
Conclusioni catastrofiche ed allarmanti riguardo ai diritti umani violati
126. La Commissione è profondamente turbata dalle sue conclusioni perché riflettono una profonda polarizzazione e odio lungo le linee etniche in Etiopia. Ciò ha creato un ciclo inquietante di estrema violenza e punizione, che solleva l’imminente minaccia di ulteriori e più pronunciati crimini di atrocità.
127. Molti degli indicatori e dei fattori scatenanti contenuti nel quadro delle Nazioni Unite per l’analisi dei crimini di atrocità del 2014 sono oggi presenti in Etiopia, inclusi ma non limitati a:
- Diffusione dell’incitamento all’odio e assenza di meccanismi indipendenti per affrontarlo;
- Politicizzazione dell’identità;
- Proliferazione delle milizie locali e di altri gruppi armati in tutto il paese;
- Tipi di violenza particolarmente disumanizzanti inflitti ai civili sulla base della loro etnia e della loro presunta fedeltà al nemico;
- Imposizione di severi controlli sui canali di comunicazione, comprese le chiusure di Internet;
- Detenzioni arbitrarie diffuse per motivi etnici;
- Ostruzione all’accesso umanitario e attacchi agli operatori umanitari.
La dichiarazione del Presidente della Commissione
In una dichiarazione, il presidente della commissione Kaari Betty Murungi ha descritto la crisi umanitaria nel Tigray come “scioccante, sia in termini di portata che di durata.”
Affermando:
“La diffusa negazione e ostruzione dell’accesso ai servizi di base, al cibo, all’assistenza sanitaria e all’assistenza umanitaria sta avendo un impatto devastante sulla popolazione civile e abbiamo ragionevoli motivi per ritenere che rappresenti un crimine contro l’umanità”
“Abbiamo anche ragionevoli motivi per ritenere che il governo federale stia usando la fame come metodo di guerra”, ha aggiunto, invitando il governo a “ripristinare immediatamente i servizi di base e garantire un accesso umanitario pieno e illimitato”.
Murungi ha anche chiesto alle forze del Tigray di “assicurare che le agenzie umanitarie siano in grado di operare senza impedimenti”.
Report of the International Commission of Human Rights Experts on Ethiopia
- Il report ufficiale completo è scaricaribile da questo link
- FONTE: 51st regular session of the Human Rights Council: Reports
Alcune note di approfondimento ed esplicative:
Il Premier etiope Abiy Ahmed Ali il 21 giugno 2021, giorno delle elezioni nazionali aveva dichiarato alla BBC che:
“There is no hunger in Tigray” “Non c’è fame nel Tigray”
Secondo Mark Lowcock, l’ex sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari e coordinatore dei soccorsi di emergenza (giugno 2022 – fonte):
“Il governo ha bloccato dichiarazioni di carestia per il Tigray”
Pekka Haavisto, invito speciale per l’Europa, nel giugno 2021 aveva messo in guardia sulle intimazioni ricevute durante la sua missione in Etiopia riportando che:
“they are going to wipe out the Tigrayans for 100 years” “spazzeranno via i Tigrani per 100 anni” avvertendo che un tale obiettivo “è imputabile come attività di pulizia etnica”
Il 6 aprile 2022 dal Report congiunto HRW e Amnesty Int. arriva la conferma:
“We Will Erase You from This Land” – Crimes Against Humanity and Ethnic Cleansing in Ethiopia’s Western Tigray Zone
Credit Foto di copertina: Eduardo Soteras/AFP/Getty Images
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia