Nuovi raid aerei oggi, 17 settembre 2022, da parte delle forze militari etiopi su zone residenziali e cittadine del Tigray, a Mekelle. Sono l’ennesimo attacco avvenuto dopo pochi giorni dall’inizio del 2015, nuovo anno per il calendario etiope.
Già il 26 agosto, 24 ore dopo essere iniziata la nuova grande offensiva militare, giunge notizia condivisa da Tigrai TV che area urbana della capitale tigrina Mekelle è stata scenario di raid aereo in cui sono morti adulti e bambini.
La sera del 30 agosto altro raid aereo che ha messo sotto attacco il Mekelle General Hospital e un campo IDP, campo per sfollati interni.
L’ 1 settembre è scoppiato un nuovo fronte di guerra tra Eritrea con il supporto militare etiope contro le forze tigrine.
Il 13 settembre un ulteriore attacco aereo a Mekelle che ha preso di mira l’area del Campus Adi Haki, Mekelle University e la stazione televisiva Dimtsi Woyane.
Il 14 settembre due raid aerei in area residenziale della città di Mekelle. Epilogo di diversi feriti e 12 morti tra i civili.
Il 16 settembre è avvenuto un bombardamento aereo nella città di Shire. Purtroppo non si hanno maggiori informazioni se non alcune foto condivise tramite social.
Il 17 settembre, Kindeya Gebrehiwot, ex presidente della Mekelle University e portavoce del governo del Tigray, segnala che:
“Il regime Abiy Ahmed Ali continua a sganciare bombe contro le residenze civili delle città del Tigray. Questa mattina, c’è stato un altro attacco di droni vicino a Mekelle Hospital e Catherine Hamlin Fistula Hospital. Di quale altra prova ha bisogno il mondo per dichiarare la natura genocida di questo regime?
Ci sono stati più attacchi di droni da parte del regime contro civili anche nelle città di Wukiro e Shire nel Tigray. Le persone vengono uccise, ferite e terrorizzate. La vera natura del regime è genocida e il mondo dovrebbe chiamarlo con il suo nome.”
Anche Tigrai TV denuncia l’attacco con un comunicato che riportiamo integralmente:
“Il regime fascista di Abiy Ahmed lo sa e continua finora il suo massacro deliberato contro i civili.
Mentre il popolo e il governo del Tigray sono pronti per la pace, il gruppo fascista ha respinto l’aspirazione alla pace del popolo del Tigray e continua a massacrare i civili.
Il gruppo fascista ha effettuato attacchi di droni nella città di Mekelle da solo per tre giorni nella prima settimana dall’inizio del nuovo anno 2015 EC.
Il 3 settembre 2015 è stato effettuato un attacco ai media pubblici Dimtsi Weyane con l’intenzione di impedire deliberatamente alla popolazione del Tigray di ricevere informazioni.
Poi, il 4 settembre, gli attacchi dei droni nelle aree residenziali hanno portato il bilancio delle vittime a 12 civili e molti altri sono rimasti gravemente feriti.”
Nei giorni precedenti altre attività degne di essere monitorate e ricordate.
Il 13 settembre sono stati tracciati diversi voli partiti dalla capitale etiope Addis Abeba, con scalo a Lalibela, regione Amhara per giungere ad Asmara, capitale eritrea. Voli di linea nazionale dell’Ethiopian Airlines: alcuni osservatori e OSint hanno ipotizzato potenziali mobilitazioni di armi e truppe.
Il 16 settembre la BBC segnala la mobilitazione militare di massa dell’Eritrea nel mezzo della guerra regionale in Etiopia.
Il 15 settembre infatti molti uomini si sono mobilitati in poche ore dalla capitale Asmara per spingersi verso il confine col Tigray hanno riferito delle fonti al media. Hanno aggiunto che i riservisti fino all’età di 55 anni sono stati richiamati.
Da altre fonti sono pervenute indiscrezioni alla BBC News Tigrina che gli avvisi di mobilitazione oltre nella capitale, sono stati distribuiti anche a Keren, nella città occidentale di Tessenai e in altre aree. Coloro che non rispettano la chiamata alle armi sono stati avvertiti di gravi conseguenze, ma alcuni sembra che abbiano ignorato l’ordine.
Gli Stati Uniti nel 2021 hanno imposto sanzioni alle forze di difesa eritree e al partito al governo PFDJ in risposta al loro coinvolgimento nel conflitto della guerra etnica e genocida del Tigray, ma nonostante questo, ancora oggi il regime dittatoriale di Isaias Afwerki continua le sue attività di guerra in prima linea.
Il 5 settembre la BBC denuncia che:
“Membri delle truppe del governo eritreo sono entrati nella chiesa Medhane-Alem ad Akrur sabato mattina (3 settembre 2022 n.d.r.) e hanno rapito i giovani che stavano pregando”
Avevamo condiviso la notizia attraverso Facebook. (Fonte: Cosa è successo alla chiesa del Salvatore sull’Alem ad Akrur? – ኣብ ቤተክርስትያን መድሃኔ-ኣለም ኣኽሩር እንታይ እዩ ተፈጺሙ? )
In seguito la notizia viene rilanciata in Italia da Paolo Lambruschi su Avvenire in cui viene citato Don Mussie Zerai che denuncia:
“Una palese violazione del diritto universale di libertà religiosa”
Il 7 settembre infatti era giunta notizia che il coinvolgimento eritreo nella guerra era ancora attivo e protagonista. Lo aveva annunciato il portavoce del governo del Tigray, Getachew Reda:
“Forze eritree che prendono posizioni offensive nei fronti di Rama , Tserona , Zalambessa e Dallol . Hanno bombardato la periferia di Adigrat tutto il giorno. Le nostre forze combattono da 2 settimane le forze eritree ed etiopi di Abiy Ahmed sul fronte occidentale. #TigrayShallPrevail!”
L’ 8 settembre esce un servizio di Tigrai TV che conferma la denuncia del portavoce del TPLF:
“Bombardamenti pesanti ad Adigrat : Conferma di cinque civili uccisi nei bombardamenti delle forze eritree ad Adigrat.”
Lo stesso giorno viene denunciato l’attacco nell’ area delle città di Sheraro e Shire, Tigray nord occidentale, soggetta a bombardamenti pesanti da parte delle forze militari eritree.
L’attivista per i diritti umani Meaza G. Gebremedhin sottolinea:
“Questi attacchi hanno lasciato la città in fiamme, con molti civili che sono morti sul colpo, inclusa una madre di due gemelli.”
Stime delle Nazioni Unite parlano di più di 230.000 sfollati interni a causa dell’ultimo fronte di guerra in zona Sheraro e Tahiti Adiabo: oggi senza riparo e senza supporto.
L’Eritrea non è stato il solo Paese del Corno d’Africa ad essere coinvolto nella guerra in cui si sono svolte attività di pulizia etnica verso il popolo del Tigray, ma Isaias Afwerki ha deciso di inviare al fronte anche cadetti somali. Migliaia in formazione già dal 2019, alcuni morti per le condizioni disumane di addestramento e di vita militare, molti altri morti in una guerra non loro e che non sapevano nemmeno di dover combattere.
Il 12 settembre, all’interno di tutto questo contesto di atrocità e disumanità, di diritti violati e violenze sistematiche a sfondo etnico, si inserisce un documento di Amnesty International.
“Etiopia: ONU e UA devono dare priorità a giustizia, verità e riparazioni in Etiopia”
L’ incipit riassume il senso di questo appello:
“Questa dichiarazione pubblica invita le Nazioni Unite (ONU), l’Unione Africana (UA) e gli Stati membri dell’UA a dare priorità alla giustizia, alla verità e alle riparazioni in Etiopia. Nello specifico, Amnesty International chiede al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (UNHRC) di estendere il mandato della Commissione internazionale di esperti in materia di diritti umani sull’Etiopia (ICHREE).”
La situazione umanitaria nel nord Etiopia resta di crisi grave, per il Tigray è catastrofe: le stime dei partner umanitari dell’ONU parla di circa 13 milioni di persone tra Tigray, Amhara e Afar che oggi dipendono dal supporto umanitario. I civili del Tigray sono ancora sotto i bombardamenti e confinati nella regione.
Il governo etiope si dice pronto a procedere con i negoziati di pace senza precondizioni, ma ribadisce la riattivazione dei servizi di base per i milioni di persone in Tigray dopo un cessate il fuoco, continuando su una linea diplomatica difensiva nei confronti dell’occidente.
La comunità occidentale continua a preoccuparsi attraverso i suoi comunicati.
L’opinione pubblica interessata ad una risoluzione di pace e giustizia per tutti gli etiopi presi di mezzo a questa catastrofe umanitaria aspettano ancora azioni concrete da parte di USA ed Europa che ancor oggi purtroppo si fanno attendere.
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia