Attualmente i beni di prima necessità e i servizi non sono disponibili sul mercato o sono poco accessibili alla maggior parte della popolazione. Inoltre, la mancanza di carburante e di risorse finanziarie, associata alle sanzioni imposte dal governo federale etiope, ha ridotto la distribuzione degli aiuti umanitari in diversi distretti e città della regione del Tigray.
“Esorto, ancora una volta, tutti i partner a continuare a fornire aiuti umanitari alle persone colpite dalla guerra nel Tigré (Tigray), per rispondere insieme all’immenso bisogno del popolo del Tigray”.
E’ l’appello urgente del Direttore diocesano del Segretariato Cattolico di Adigrat, Abba Abraha Hagos, (ADCS), in una nota pervenuta all’Agenzia Fides.
Dal 21 giugno 2022, dopo la tregua umanitaria, promossa dal Presidente del Consiglio, Abiy Ahmed, – grazie alla quale la popolazione ha avuto un minimo di accesso a generi alimentari, medicinali e pochi altri servizi – il trasporto aereo è stato nuovamente paralizzato, aggravando di conseguenza il situazione del Tigray.
Attualmente i beni di prima necessità e i servizi non sono disponibili sul mercato o sono poco accessibili alla maggior parte della popolazione. Inoltre, la mancanza di carburante e di risorse finanziarie, associata alle sanzioni imposte dal governo federale etiope, ha ridotto la distribuzione degli aiuti umanitari in diversi distretti e città della regione del Tigray.
Sono bloccati anche tutti i servizi di base come telecomunicazioni, internet, banche, trasporti e collegamenti tra Tigre e altre regioni dell’Etiopia.
I continui assedi della regione da parte del governo federale etiope isolano la popolazione del Tigré dal resto del mondo da oltre 600 giorni. Milioni di persone, secondo la dichiarazione, sono esposte a grave malnutrizione, fame e scarsità; tutte queste persone vivono in centri per sfollati, all’interno di diverse città, paesi e aree rurali del Tigré, senza cibo, senza riparo e senza acqua, medicine e altri beni di prima necessità, portandoli alla disperazione, alla malattia e alla morte.
Pertanto, il direttore Abba Abraha Hagos invita tutti i partner e le organizzazioni umanitarie a “dare voce alla popolazione del Tigré, affinché abbia accesso illimitato agli aiuti umanitari, attraverso il trasporto aereo e terrestre, e a garantire loro il diritto a una vita dignitosa e sicura”. Secondo lui la situazione è drammatica, al punto da diventare una minaccia esistenziale per la popolazione della regione etiope del Tigray”.
Da gennaio 2021 la Chiesa cattolica in Etiopia, insieme al Segretariato cattolico diocesano di Adigrat (ADCS) e alle congregazioni religiose operanti nell’Eparchia cattolica di Adigrat, si impegnano a soddisfare i bisogni prioritari della popolazione colpita dalla guerra. Grazie al sostegno finanziario e materiale, i programmi di risposta alle emergenze del Segretariato hanno salvato la vita a centinaia di migliaia di persone.
Tuttavia, sebbene il Segretariato diocesano di Adigrat e le Congregazioni religiose stiano raccogliendo fondi e mobilitando risorse da diversi partner, le continue vessazioni nella regione del Tigré continuano a influenzare l’attuazione di tali programmi e limitare gli sforzi per raggiungere i più bisognosi.
*Con Agenzia Fides
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia