La guerra in Tigray, attualmente in corso ed iniziata il novembre 2020, è stata denunciata dal segretario americano Blinken, come una potenziale azione di pulizia etnica.
Tutte le informazioni ed i vari report condivisi dai media e dagli attori internazionali (MSF, Amnesty, Governo USA, ONU…) sono credibili, ma vanno confutati sul campo da investigazione indipendente per poter darne garanzia di veridicità.
Tuttavia le indiscrezioni che di giorno in giorno escono dai confini del Tigray e dell’ Etiopia, denotano una situazione di escalationrispetto alla ritorsione etnica da parte degli eserciti governativo etiope ed eritreo e dalle milizie Amhara verso le popolazioni in Tigray.
Il perché di questo attacco etnico si può spiegare ripercorrendo gli accadimenti di questi mesi.
La guerra di novembre scorso era iniziata con l’ obiettivo da parte del Primo Ministro Abiy Ahmed come azione di polizia per bloccare, catturare e destituire l’amministrazione sovversiva ed i membri del TPLF dal Tigray.
Nel primo mese di guerra, ci sono state molteplici testimonianze di tigrini che hanno recriminato il loro licenziamento (noto è il caso di Ethiopian Airlines che allontanò dal posto di lavoropersonale tigrino; molti di questo gruppo etnico si sono visti chiudere anche il conto corrente perché appartenenti a tale etnia).
Nel corso dei mesi la guerra tra Governo etiope e TPLF, così ormai idealizzata per l’opinione pubblica, sembra sempre più paventare l’ ipotesi di attacco etnico per diverse ragioni:
1. il Premier Etiope Abiy Ahmed in una recente dichiarazione ha detto che non distingue più chi sia il suo reale nemico (03/04/2021):
“La giunta che avevamo eliminato in tre settimane (nel novembre 2020 n.d.r.) si è ora trasformata in una forza di guerriglia, si è mescolata agli agricoltori e ha iniziato a spostarsi da un posto all’altro”, ha detto riferendosi al TPLF.
“Ora, non siamo in grado di eliminarlo entro tre mesi”, ha aggiunto.
“Eliminare un nemico visibile ed eliminare un nemico che si nasconde e opera assimilandosi agli altri non è la stessa cosa. È molto difficile e faticoso.”
2. le truppe eritree ancora presenti in Tigray non stanno uscendo dalla regione tigrina, come da promessa e parole di Abiy Ahmed dopo la visita ufficiale di fine marzo 2021 dal PM eritreo Isaias Afwerki , ma bensì starebbero aumentando di numero.
Sono presenti anche in Oromia per cercare di contrastare i vari conflitti in quell’area d’ Etiopia, forse per mancanza di unità dell’ ENDF, delle forze di difesa etiopi.
Sappiamo anche che l’ Eritrea ha un conto aperto con il Tigray, la rivendicazione territoriale di confine dalla guerra del 1998-2000.
L’ Eritrea avrebbe tutto da guadagnarci dall’attuale alleanza militare con l’ Etiopia.
Si hanno notizie quotidiane di truppe eritree, soldati in divisa eritrea, setacciare case e strutture civili, saccheggiarle e fare violenza verso i civili tigrini.
3. le milizie amhara alleate all’ ENDF, le forze di difesa etiope, alcune settimane fa hanno rivendicato la paternità territoriale del Tigray meridionale ed attualmente l’area è da loro amministrata: zone che hanno riconquistato da precedenti conflitti.
4. In un recente report di AP – Access Press si può leggere che ad Humera, città nord occidentale del Tigray ed attualmente sotto la gestione Amhara, il tigrino Seid Mussa Omar si è visto convertire la sua carta di identità da diciture e scritte in tigrino totalmente in lingua amarica, timbro amhara ed anche la scritta Tigray era scomparsa.
Queste sono solo esempi, ma danno la tendenza degli eventi.
Ricordiamo che l’etnia tigrina non è l’unica abitante la Regione del Tigray.
Sono presenti due minoranze etniche, il popolo Irob e Kunama.
Gli Irob vivono nell’ area semiarida e montuosa nella parte nord orientale dell’ Etiopia, in zona di confine con l’Eritrea e la suapopolazione si stima sia compresa tra 30000 e 40000 persone.
La seconda minoranza etnica presente in Tigray sono i Kunama: si trova principalmente nella regione Gash-Barka dell’Eritrea tra i fiumi Gash e Setit, nelle regioni occidentali e nord occidentali del Tigray e in piccole aree del Sudan.
Ci sono circa 260200 Kunama, con la maggioranza che vive in Eritrea e rappresentano il 2% della popolazione di questo Paese.
Ad oggi invece in Tigray si stima che ci siano circa 10000 Kunama. Questo rende il Kunama uno dei più piccoli gruppi etnici in tutta Etiopia.
Irob e Kunama hanno la loro storia, la loro cultura, la religione, le loro regole sociali e le loro lingue, tigrino e saho per gli Irob e lingua nilo-sahariana per i Kunama.
La storia Kunama, di cui si conosce poco, viene tramandata tradizionalmente per via orale.
La guerra di confine Etiopia Eritrea del 1998-2000 ha visto l’occupazione violenta dell’esercito eritreo nei confronti degli Irob che utilizzano le stesse dinamiche che stanno attuando nell’ attuale guerra in corso:
– molestie, percosse ed uccisioni di civili ed abusi di genere su donne e ragazze;
– saccheggi, confisca e distruzione di proprietà private, scuole, centri sanitari e chiese;
– bestiame massacrati, coltivazioni distrutte;
Nella guerra di fine millennio, molti eritrei Kunama sono stati accusati di complicità con le forze di difesa etiopi e per questo oltrepassarono il confine per rifugiarsi in Tigray.
Dall’ inizio della guerra di novembre 2020 i campi profughi nel Tigray sono stati attaccati ed il campo di Shimelba, che ospitava molti rifugiati eritrei di Kunama, è stato completamente distrutto.
Questo porta all’ ipotesi che Irob e Kunama rischiano realmente di scomparire come popoli, di venir assorbiti da una situazione geo politica che li uniformerà ad un’unica bandiera (quale?), facendo scomparire i loro usi e costumi senza che il mondo ne abbia piena coscienza.
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia