La situazione attuale in Tigray è ben diversa da quella dichiarata attraverso i comunicati dal Premier etiope Abiy Ahmed.
Potrebbe apparire una considerazione molto forte, purtroppo le evidenze dei fatti, delle indiscrezioni e delle testimonianze che escono da quel territorio in maniera complicata e utilizzando canali alternativi al mainstream, descrivono una realtà ben diversa.
Il Primo Ministro Abiy ha avuto continue e pressanti richieste dai player internazionali di far uscire le truppe eritree occupanti il Tigray.
Il 26/03/2021 ha avuto la prima visita diplomatica ufficiale ad Asmara con il Premier eritreo Isaias Afwerki e condivide il report del colloquio in cui si legge che di comune accordo l’esercito eritreo occupante il Tigray verrà ritirato, ma sarà realmente così? O dovremmo aspettarci che venga assimilato dall’ ENDF?
Il 02/04/2021 circolano diversi tweet con foto che riprendono alcuni camion ad Adigrat, camion con a bordo molto materiale (descritto come saccheggiato da case ed edifici di civili tigrini) e con persone in divisa riconducenti ai colori dell’esercito eritreo.
Personalmente ricevo un messaggio da contatto fidato in loco che conferma la situazione.
Ad oggi abbiamo solo la dichiarazione del Premier riguardo all’ uscita delle truppe eritree dal Tigray, purtroppo non ci sono stati ancora comunicati ufficiali da parte dell’ Eritrea a riguardo e non sono state esplicitate delle tempistiche.
Il 03/04/2021 da parole del Premier Abiy si apprende che dopo quattro mesi dal suo comunicato in cui diceva che la guerra era finita con la vittoria sul TPLF, torna sui suoi passi e dice che intensi combattimenti stanno continuando in Tigray.
Continua:
“La giunta che avevamo eliminato in tre settimane si è ora trasformata in una forza di guerriglia, si è mescolata agli agricoltori e ha iniziato a spostarsi da un posto all’altro”, ha detto riferendosi al TPLF.
“Ora, non siamo in grado di eliminarlo entro tre mesi”, ha aggiunto.
“Eliminare un nemico visibile ed eliminare un nemico che si nasconde e opera assimilandosi agli altri non è la stessa cosa. È molto difficile e faticoso.”
In Etiopia si sta combattendo su 8 fronti, il Tigray è solo uno di questi.
Intanto trapelano nuove ipotesi di massacro di centinaia di civiliper mano di truppe eritree a Selekleka, a 30km circa ad est di Shire: come per il rapporto della BBC, che abbiamo riportato anche qui su Focus On Africa, anche in questo nuovo caso orribile e disumano il tempo ci dirà la verità, per ora possiamo solo attendere che chi ha il potere di agire, possa lavorare per rendere giustizia a tutte le persona che stanno soffrendo e che hanno bisogno di supporto ed aiuto, per il cibo, per l’acqua e dal lato sanitario e umano.
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia