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Davide Tommasin ዳዊት

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Etiopia, i bambini nei campi per sfollati in Tigray attaccati dalle iene

Pubblicato il 23/10/25, 6:13 pm

Etiopia, sfollati del Tigray abbandonati e bambini attaccati dalle iene.

La popolazione dello stato regionale del Tigray, nell’Etiopia settentrionale a confine con l’Eritrea, ha subìto violenza e orrori di una guerra genocida provocando più di 600.000 morti tra il nov2020 e il nov2022. In seguito è arrivato l’accordo di cessazione ostilità siglato a Pretoria.

Un atto dovuto per far cessare le armi, ma solo formale per quanto riguarda i diritti e la giustizia per gli individui e le vittime di quella guerra, definita la più sanguinaria tra quelle del XXI secolo.

Oggi, ott2025 i quasi 7 milioni di residenti ne stanno pagando ancora le conseguenze: sia della guerra, sia dell’accordo di cessazione ostilità non del tutto attuato.

Oltre il fatto di scuola ed ospedali che stentano a ripartire per mancanza di risorse, il prezzo più alto, oltre a quello dell’economia ancora instabile, è quella che stanno pagando quasi un milione di sfollati della regione. Il sistema sanitario all’epoca della guerra è stato distrutto per più dell’85%. Le scuole sono state convertite a campi per rifugiati.

Il Tigray occidentale è ancora sotto occupazione amhara che ne rivendica giurisdizione politica e storica. Ancor oggi l’accordo di tregua non ha saputo sanare la situazione. In questo contesto gli sfollati tigrini si trovano a vivere in un limbo giuridico/sociale.

All’epoca della guerra genocida è stato confermata pulizia etnica sulla popolazione tigrina in quell’area. Oggi persiste la sostituzione etnica sistematica: cambio d’identità da parte delle strutture amhara, rivendicazione ed espropiazione di terreni ai tigrini in quanto appartenenti a qull’etnia.

L’accesso ed il supporto umanitario nel 2025 sta ancora facendo fatica ad accedervi. Mancano statistiche, dati ed informazioni aggiornate sulla situazione reale di tutte queste persone.

Così come nella parte occidentale, così anche nell’estremo oriente del Tigray, nell’area di Irob: la minoranza etnica omonima, sta cercando di sopravvivere. Anche da qui non arrivano notizie di attualità: sembra che il tempo si sia fermato al periodo in cui l’area era sotto occupazione eritrea, che ne aveva rivendicato il territorio.

In tutto questo anche a Mekelle, capoluogo regionale, la situazione è drammatica e disumana: gli sfollati dopo tre anni di “cessazione ostilità” vivono di espedienti aspettando un supporto che non arriva. Anzi, sono in balia degli eventi politici ed ambientali.

Dal punto di vista politico persistono tensioni e faide tra l’IRA – Interim Regional Administration del Tigray e le opposizioni.

Le iene attaccano gli sfollati

Dal punto di vista ambientale la notizia drammatica riportata da Wegahta Facts indica l’attacco di una iena e il ferimento di una bambina:

Una bambina di nove anni è rimasta ferita dopo essere stata attaccata da una iena nel campo per sfollati interni di 70 Kare a Mekelle, capoluogo del Tigray.

Kisanet Kahsay Reda è stata morsa intorno all’1:20 di giovedì 16ott all’interno del campo per sfollati interni alla periferia di Mekelle. Gli abitanti del campo hanno dichiarato che la iena l’ha morsa prima che gli abitanti si precipitassero ad aiutarla. Kisanet è stata portata in ospedale per le cure, ma non si conoscono ulteriori dettagli sulle sue condizioni.

70 Kare a Mekelle, attacco di iena a bambina di 9 anni.

Questo è il secondo attacco di una iena in un campo per sfollati.

Il precedente attacco mortale è avvenuto il 23sett in un campo del Tigray occidentale ed ha causato la morte di Naod Haileselassie, bambino di 1 anno e 4 mesi: è stato prelevato dalla residenza della sua famiglia nel centro per sfollati di 70 Square.

Secondo i residenti, le iene avevano ripetutamente attaccato le case della zona, predando soprattutto polli, ma questa era la prima volta che un bambino veniva ucciso. Hanno descritto il rifugio come insicuro e privo di protezione, avvertendo che altri bambini avrebbero potuto subire una sorte simile se non fossero state prese misure urgenti.

La Tsilal Civil Society of Western Tigray ha descritto l’incidente come:

“un sintomo di una crisi umanitaria ignorata da troppo tempo”

Nel suo appello urgente, il gruppo ha affermato:

“È un imperativo morale che la comunità internazionale fornisca aiuti umanitari immediati, garantisca una reale sicurezza per questi campi vulnerabili e si impegni per una soluzione duratura per la popolazione del Tigray Occidentale. È il momento di agire.”

Mentre il 24sett la Welkait Civil Society ha rilasciato una dichiarazione in cui descriveva l’attacco come una tragica conseguenza dello sfollamento e del blocco dell’attuazione dell’accordo di pace di Pretoria. il gruppo ha esortato il governo federale ad “attuare immediatamente e pienamente” l’accordo di pace per consentire il ritorno in sicurezza delle famiglie sfollate, aggiungendo:

“Non si è trattato di un incidente casuale e tragico. È la conseguenza diretta di essere stati costretti a vivere per anni in rifugi temporanei e insicuri”,

Il gruppo fa appello per un intervento urgente da parte del governo, delle Nazioni Unite e della comunità internazionale per migliorare la sicurezza e le condizioni dei campi profughi fino a quando le famiglie non potranno tornare a casa.

Tigray situazione sfollati 2025 - disastrosa e mancanza di supporto

La situazione degli sfollati in Tigray nel 2025

La situazione umanitaria nella regione etiope del Tigray “rimane disastrosa“, secondo un rapporto dell’Ethiopia Emergency Shelter e dell’NFI Cluster (apr2025), con oltre 760.000 sfollati (IDP) che vivono in condizioni sempre più precarie . Sebbene i dati sugli sfollati siano rimasti relativamente stabili, il rapporto osserva che “il deterioramento delle risorse e il sovraffollamento dei rifugi” stanno ulteriormente erodendo gli standard di vita.

Il report ha individuato le zone nord-occidentali e centrali come le più colpite, ospitando rispettivamente 309.906 e 196.229 sfollati. Ha aggiunto che la capacità di accoglienza rimane criticamente bassa, con le famiglie sfollate “costrette a vivere in spazi congestionati”.

La crisi sta avendo un impatto anche sull’istruzione, afferma il report, poiché le scuole continuano a essere utilizzate come rifugi, lasciando migliaia di bambini senza accesso all’istruzione. Il rapporto mette in guardia dalle “crescenti tensioni” tra le comunità ospitanti e gli sfollati interni, poiché i servizi essenziali, in particolare l’istruzione, sono sottoposti a una pressione crescente.

Tigray, un limbo per centinaia di migliaia di persone che tentano di sopravvivere da anni tra né vita né morte, con l’indifferenza delle istituzioni e del resto del mondo.

Davide Tommasin
Davide Tommasin

Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia

http://www.tommasin.org

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