Armi sofisticate cinesi, riesportate dagli Emirati Arabi Uniti (UAE), sono state sequestrate a Khartoum e utilizzate nel Darfur, in palese violazione dell’embargo sulle armi imposto dalle Nazioni Unite, ha dichiarato Amnesty International in seguito a una nuova indagine.
Analizzando immagini e video che mostrano le conseguenze degli attacchi delle Forze di Supporto Rapido (RSF), Amnesty International ha identificato bombe guidate GB50A e obici AH-4 da 155 mm cinesi. È la prima volta che le bombe GB50A vengono documentate in uso attivo in un conflitto a livello mondiale. Le armi sono prodotte dal Norinco Group, noto anche come China North Industries Group Corporation Limited, un’azienda di difesa statale cinese. Le armi sono state quasi certamente riesportate in Sudan dagli Emirati Arabi Uniti.
La Cina, in quanto Stato parte del Trattato sul Commercio delle Armi (ATT), deve adottare misure urgenti per impedire la diversione di armi verso il Sudan. Continuando a fornire tali armi agli Emirati Arabi Uniti – uno Stato che vanta una lunga storia di fornitura di armi a conflitti in cui si verificano regolarmente crimini di guerra e violazioni del diritto internazionale umanitario – la Cina rischia indirettamente di fornire armi al conflitto.
Gli Emirati Arabi Uniti, in quanto firmatari dell’ATT, ne hanno costantemente minato l’oggetto e lo scopo. Tutti gli Stati dovrebbero interrompere il trasferimento di armi agli Emirati Arabi Uniti fino a quando questi ultimi non potranno garantire che nessuna di esse verrà riesportata in Sudan o verso altre destinazioni soggette a embargo, e che tutte le violazioni passate degli embarghi sulle armi del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite saranno oggetto di un’indagine approfondita e i responsabili saranno chiamati a risponderne.
Lo scorso anno, il briefing di Amnesty International ” Le nuove armi alimentano il conflitto in Sudan” (opens in a new tab) ha documentato come armi di recente fabbricazione provenienti da paesi come Cina, Russia, Turchia ed Emirati Arabi Uniti fossero state trasferite in Sudan e nei suoi dintorni, spesso in flagrante violazione dell’embargo sulle armi in Darfur. Amnesty International ha anche rivelato come sistemi d’arma di fabbricazione francese (opens in a new tab) venissero utilizzati sui campi di battaglia in Sudan.