
Etiopia, la guerra genocida iniziata nello stato regionale del Tigray il novembre 2020 e formalmente chiusa con un accordo di “cessazione ostilità” firmato a Pretoria il novembre 2022 ha continuato a perpetrare attraverso i suoi attori, le forze amhara ed eritree (alleate dell’ ENDF – Ethiopian National Defence Forces, l’esercito nazionale etiope) occupanti abusivamente la regione, violenze, pulizia etnica (anche attraverso la “sostituzione etnica dmografica”) e violazioni dello stesso accordo.
Contesto
La guerra si è svolta nel completo blackout elettrico e comunciativo, una regione di oltre 6 milioni di persone bloccate e confinate in quel territorio senza potere di scappare (a parte i primi 70.000 etiopi di origine tigrina che sono riusciti a mettersi in salvo nelle prime settimane di guerra sconfinando e accolti dal Sudan, oggi per altro sconvolto dalla sua guerra tra gli ex janjaweed istituzionalizzati nella milizia RSF – Rapid Support Forces, golpisti contro il SAF – Sudan Army Forces, l’esercito sudanese).
La guerra è stata subito marchiata come genocidio visto la moltitudine di evidenze e prove dalla prima linea, dal campo di battaglia, come inferno in terra, in cui sono stati utilizzati fame (blocco alimentare umanitario) per volontà politica e stupri come mezzo ed atto di cancellazione su una stima di 120.000 donne di ogni età e ceto sociale (bambine, donne di chiasa…)
I giornalisti, i media internazionali bloccati, censurati e diversi reporter repressi, minacciati ed estradati dal governo etiope: solo la stampa nazionale e accreditata dallo stato poteva condividere la propaganda di stato.
Le agenzie umanitarie, gli operatori e volontari presi di mezzo a repressione politica, ma anche ad attacchi aerei, massacri ed uccisioni. Questo è capitato a 3 operatori di MSF – Medici Senza Frontiere: Maria Hernandez Matas, Tedros Gebremariam e Yohannes Halefom Reda, ammazzati mentre svolgevano il loro lavoro: supportare le persone bisognose di cure e salvare vite.
Questo di MSF – Medici Senza Frontiere è stato il caso più emblematico (ne avevo scritto anche io al tempo e anche dopo il macrabo assassinio) ma ce ne sono stati molti altri, troppi. Maria, Tedros e Yohannes, come MSF e le loro famiglie sono ancora in cerca di giustizia. Il governo etiope aveva dichiarato di occuparsene, aveva dichiarato di perseguire verità, responsabili e sentenziare responsabilità.
La comunità internazionale indignata come sempre, ha lanciato diversi appelli di sdegno per l’atto criminale che hanno subìto gli operatori umanitari, purtroppo però, come al solito sono passati al prossimo caso, dimenticandosi di continuare a dare azioni conccrete per perseguire il “mai più”: sembra ormai evidente che i carrozzoni degli enti politici, governativi internazionali nati per la tutela e salvaguardia dei diritti dell’ individuo OGGI siano sempre più sostituiti nella tutela di quelle che sono le risorse, gli interessi mascherati da progetti, collaborazioni e accordi anche con quei governi macchiati di crimini di guerra e contro l’umanità come quello etiope, il gov. regionale amhara e quello dell’ Eritrea nel contesto del genocidio del Tigray.
Approfondimenti:
- Etiopia, SOSPESE MSF e altre 2 O.N.G.
- Etiopia, Medici Senza Frontiere costretta a sospendere la maggior parte dell’ assistenza sanitaria
- Etiopia, un anno fa il delitto di 3 operatori di MSF in Tigray che attendono ancora giustizia
- La presidente di MSF Spagna in Etiopia per discutere sull’assassinio dei 3 colleghi in Tigray
- MSF non è in grado di accedere al Tigray
- Etiopia, colpito un camion umanitario del WFP da un attacco drone in Tigray
Di seguito riporto il comunicato di MSF – Medici Senza Frontiere:
Dopo 3 anni la giustizia non è arrivata
Oggi tre anni dopo i brutali omicidi dei nostri colleghi, Maria Hernandez Matas, Tedros Gebremariam e Yohannes Halefom Reda, che sono stati uccisi mentre fornivano supporto salvavita alle comunità colpite dal conflitto nella regione del Tigray in Etiopia.
Durante questo periodo, MSF ha continuato a impegnarsi con vari rappresentanti della Repubblica Federale d’Etiopia (FDRE), e ci hanno informato in diverse occasioni che è in corso un’indagine sulle uccisioni dei nostri colleghi. Mentre riconosciamo che tale processo richiede completaaccuratezza, rigore e tempo, rimaniamo fiduciosi che i risultati saranno disponibili presto. È fondamentale garantire che le famiglie di Maria, Tedros e Yohannes ricevano un resoconto credibile e trasparente di ciò che è accaduto, per riconoscere, onorare e rendere giustizia alla loro memoria e contribuire ad alleviare il dolore delle loro famiglie.

Purtroppo, l’anniversario degli omicidi dei nostri colleghi arriva in un momento in cui gli attacchi contro gli operatori umanitari sono in aumento a livello globale, anche in contesti come Gaza e Sudan. In Etiopia, due operatori umanitari sono stati uccisi in incidenti separati il 24 maggio e il 9 giugno di quest’anno, come altri prima di loro nei tre anni da quando Maria, Yohannes e Tedros hanno perso la vita.
Una risoluzione recentemente approvata dal Consiglio di sicurezza dell’ONU (n. 2730) Esorta gli Stati a svolgere indagini complete, rapide e imparziali sulle violazioni contro gli operatori umanitari nel loro territorio. Il completamento delle indagini sull’uccisione di Maria, Tedros e Yohannes si allineerebbe a questa chiamata. Più che mai, c’è un urgente bisogno di garantire un accesso umanitario sicuro, rapido e senza ostacoli per raggiungere le persone bisognose.
FONTE:
- https://www.msf.org/ongoing-investigation-killings-maria-tedros-and-yohannes
- https://archive.ph/utTic