L’accordo di Pretoria siglato il 2 novembre ha formalizzato i negoziati di cessazione delle ostilità tra governo dell’Etiopia e rappresentanti del Tigray, stato regionale settentrionale etiope.
L’accordo dovrebbe sancire un cessate il fuoco e un deposito delle armi verso la guerra genocida scoppiata nella regione tigrina il 4 novembre 2020. Erano già presenti in quella data in prima linea le truppe eritree. Esercito alleato tacitamente con l’ENDF – Ethiopian National Defence Forces.
Approfondimento: Etiopia, secondo incontro (a Nairobi) per la pace in Tigray tra le alte cariche militari etiopie tigrine.
Guerra dichiarata dal premier etiope come veloce “azione di polizia” utilizzando ogni mezzo ed a ogni costo per bloccare, arrestare il partito TPLF – Tigray People’s Liberatin Front dichiarato dissidente e quindi da perseguire come i suoi membri e sostenitori.
Due anni di guerra che ha scoperchiato il vaso di Pandora, che ha rimesso sul piatto tensioni etno-socio-politiche pregresse mai risolte, come per esempio i rapporti di “non guerra” tra Etiopia Eritrea dalla guerra 1998/2000. All’epoca come capo coalizione al governo etiope c’era il TPLF che ha governato per 27 anni.
La guerra del Tigray è stata definita la più atroce degli ultimi anni. Le stime parlano di più di 500.000 vittime. Centinaia di migliaia di abusi, violenze e stupri come arma di vendetta verso le donne di ogni età di etnia tigrina. Delle morti per fame, per mancanza di cibo o cure non si hanno contezza, ma sarebbero centinaia di migliaia sull’orlo della carestia e altrettante starebbero vivendo in stato di grave malnutrizione.
La comunità internazionale ha denunciato per crimini tutte le forze in prima linea. Guerra in cui si sono sistematicamente perpetrati crimini sulla società civile, sul popolo del Tigray. Blocco all’accesso umanitario per mesi, il più lungo blocco della storia sulle comunicazioni, telefono ed internet, blocco dei conti correnti bancari, arresti forzati ed illegali, anche di massa, su base etnica verso le persone tigrine. Distruzione e saccheggio del 90% degli ospedali, stupri e fame per volontà politiche come armi di guerra.
Sabato 19 novembre 2022 arrivano due notizie tiepidamente positive riguardo all’accesso umanitario.
ICRC Ethiopia riporta che:
“Per via aerea e su strada, ICRC ha consegnato oggi forniture mediche urgenti nella città di Shire in Tigray.
Insieme a Croce Rossa Etiopia 20 tonnellate di aiuti saranno distribuite a persone bisognose.”
In aggiunta WFP Ethiopia annuncia che:
“2 convogli del WFP sono arrivati in Tigray oggi. Il primo a Mekelle incluse 2 autocisterne e carico per conto dei partner. Il secondo ha consegnato cibo a Shire e ieri abbiamo inviato forniture mediche critiche per via aerea”
Aggiornamenti umanitari di lunedì 21 novembre 2022
Unicef Ethiopia segnala che:
“La prima consegna di aiuti umanitari UNICEF dalla data dell’accordo di pace (2 novembre) è arrivata oggi in Tigray. Questo supporto salvavita è fondamentale per le donne e i bambini. Più rifornimenti saranno consegnati a tutte le aree colpite dal conflitto, comprese Afar e Amhara.”
ICRC Ethiopia segnala che:
“Sei camion ICRC sono arrivati a Mekelle la scorsa notte con cibo e forniture mediche aggiuntive poiché i bisogni umanitari rimangono immensi. La scorsa settimana, i team di ICRC Ethiopia e Croce Rossa Ethiopia
nel Tigray hanno distribuito forniture mediche urgenti a 9 strutture sanitarie dentro e intorno alla città”
Approfondimenti:
- Etiopia, la disastrosa situazione umanitaria del Tigray
- Immagini satellitari confermano soldati e artiglieria pesante eritrei in Tigray
Oggi, nonostante l’accordo di cessazione ostilità, l’ago della bilancia è dato all’invasione eritrea.
L’Eritrea ha rivendicato la sua presenza come difensiva: pensiamo a cosa può accadere se l’Ucraina invasa dalla Russia, sconfinasse in territorio russo per rivendicare la sua posizione difensiva.
L’Eritrea negli ultimi mesi, a partire dal 24 agosto, data di inizio dell’ultima grande offensiva in Tigray, ha intensificato l’arruolamento forzato in patria.
Tigray TV sabato 19 novembre segnala che il 28 ottobre le truppe eritree avrebbero massacrato 63 civili di etnia tigrina in Egela: tra le vittime 32 donne, anziane e bambini tra cui almeno 10 bambini (alcuni di pochi mesi).
Desta Haileselassie Hagos riferisce che sarebbero 3000 i civili tigrini uccisi tra il 25 e il 31 ottobre 2022 da parte delle truppe eritree nella zona intorno a Shire, indicandone anche i vari luoghi: Gobo-Soria, Adi-Senay, Adi-Weli, Hadush- Adi, Keyih-Ziban, May-Agam, May-Beles, Daero-Kuako, Daero-Weyni, Genbeb, and Endabagerima (Gosos and May-Kola).
E’ compito dell’ENDF proteggere i civili dalle “forze straniare” nelle aree sotto il suo controllo, come indicato nell’accordo di Pretoria. Dai fatti sul campo e dalle notizie riportate sembra non averne capacità o volontà.
L’accordo prevede un sistema di monitoraggio per controllare che tutto si sviluppi secondo i “buoni propositi” siglati e dovrebbe essere operativo a giorni.
Dalla pagina facebook del TPLF viene condiviso un comunicato in cui vengono denunciate le attività di abuso e di violenza perpetrate dai militari eritrei. In aggiunta viene chiesto alla comunità internazionale di fare pressione per far rispettare la ritirata degli eritrei dalla regione.
Le forze eritree stanno “commettendo aggressioni sessuali e violenze contro le donne nella loro forma peggiore, massacrando brutalmente civili” e stanno “saccheggiando e portando le risorse e le proprietà del popolo e del governo del Tigray in veicoli in Eritrea mentre distruggono e bruciano ciò che non può essere prese”
Anche il patrimonio del Tigray, comprese antiche reliquie e manufatti del Tigray, viene saccheggiato o distrutto su larga scala dall’esercito eritreo, secondo la dichiarazione.
Viene segnalato anche da Tigrai TV:
“Invece di ritirare le sue forze dal Tigray, il regime eritreo che non è contento dell’accordo di pace firmato sta inviando nuove unità dell’esercito nel territorio del Tigray e commettendo innumerevoli atrocità contro il nostro popolo”.
Il TPLF fanno particolare appello:
“Il governo del Tigray invita anche la comunità internazionale, in particolare l’Unione Africana, le Nazioni Unite, gli Stati Uniti d’America e l’Unione Europea, a mettere sanzioni adeguate e a prendere misure concrete contro il regime dittatoriale di Isaias Afewerki.”
Domenica 20 novembre il Prof. Kindeya Gebrehiwot, ex direttore della Mekellé University e portavoce dell’ufficio esteri del Tigray segnala che le truppe eritree hanno saccheggiato il St. Mary Hospital di Axum. Avrebbero rubato anche materiale ed attrezzature dell’impianto idrico di Egela.
L’ospedale era già sotto attacco dal novembre 2020, come dimostra il video condiviso da HRW – Human Right Watch.
Lo stesso giorno di domenica Tigrai TV condivide per mezzo video le dichiarazioni dei portavoce del Tigray, Getachew Reda e Tsadkan Gebretensae, totalmente in lingua tigrina.
I punti degni di nota segnalati e dichiarati dai due portavoce tigrini.
Il motivo principale per la firma dell’accordo sulla cessazione delle ostilità era fermare l’aggravarsi della crisi umanitaria nel Tigray.
Sebbene fosse necessario firmare l’accordo, il TDF – Tigray Defence Forces non si disarmerà a meno che la sicurezza della popolazione del Tigray non sia garantita in modo affidabile.
Il Tigray continuerà pacificamente a perseguire la ricerca di modificare i termini dell’accordo, in particolare quelli che sono sfavorevoli al popolo del Tigray.
Una minaccia fondamentale per l’attuazione dell’accordo di pace è il governo eritreo.
Il governo etiope ha la responsabilità principale per l’attuazione dell’accordo, compresa la garanzia che le forze eritree si ritirino dalla regione.
Moussa Faki Mahamat, Presidente della Commissione dell’Unione Africana, in una recente intervista di sabato 19 novembre si è trovato imbarazzato nel nominare l’esercito eritreo, infatti alla domanda del giornalista le cita come “forze straniere”.
Giornalista: “Per quanto riguarda l’Etiopia, è stato quindi appena firmato un accordo promosso dall’Unione Africana tra il governo etiopico e i ribelli del Tigray. Prevede il ritiro di tutte le forze straniere dalla regione. Tuttavia, l’esercito eritreo è ancora presente. Il comportamento dell’esercito eritreo sarà essenziale per il successo di questo accordo?
Moussa Faki Mahamat: “La cosa positiva è che le parti si sono sedute intorno a un tavolo. Era alla fine del mese scorso in Sud Africa. Hanno firmato questo importante accordo sulla cessazione delle ostilità. Comunque ci sono gli attori… le parti stesse sanno di cosa si tratta. La nostra preoccupazione è accompagnarli poiché sono impegnati (nel perseguire una tregua n.d.r.). È necessario che queste forze, ad un certo momento, se ne vadano perché è concordato tra le parti.”
Sono più di 6 milioni in Tigray ad attendere supporto umanitario, cibo, medicine e cure. In tutto il nord Etiopia che comprende le regioni Amhara e Afar sono 13 milioni le persone bisognose.
L’Italia che ha votato per le sanzioni alla Russia per l’invasione in Ucraian, continua con le sue politiche di accordi e progetti di cooperazione internazionale supportando Paesi che vìolano il diritto umanitario. Pensiamo al rinnovo recente del memorandum con Libia, o che sono implicati in guerre genocide e che hanno perpetrato crimini di guerra e contro l’umanità come l’Etiopia.
Così si legge nel comunciato via social dell’Ambasciata Italiana in Etiopia:
“L’Ambasciatore Agostino Palese ha incontrato il sindaco di Addis Abeba, Adanech Abiebie. Accoglienza calorosa e tanti i temi toccati: collaborazioni per promuovere città sostenibili e renderle in grado di rappresentare contesti ideali per lo sviluppo socio-economico e culturale oltre che per l’innovazione tecnologica.”
Sostegno economico per un ammontare di 5 milioni di euro.
Nel giugno 2022 fu per mano dell’ex ministro degli esteri Luigi di Maio che, in piena guerra in Tigray, l’Italia siglò un accordo per 22 milioni di euro con il governo etiope per “crescita e sviluppo economico”.
Finanziamenti legittimi quelli dei progetti di cooperazione internazionale, ma che in parte rischiano di essere dirottati per la continuazione della guerra santa del premier etiope in nome della “sicurezza nazionale” in Tigray con il supporto di Isaias Afwerki e del suo esercito.
L’ 11 ottobre 2022 il Ministero dell’ Agricoltura ha donato 81,6 MLN di birr (circa 1,5 MLN di Euro) per l’ ENDF – Ethiopian National Defence Forces.
Il 21 settembre 2022 il Ministero dell’ Educazione ha finanziato l’esercito etiope con una donazione di 211 Milioni di birr (circa 5 milioni di euro)
Parte della società civili e la diaspora tigrina in Italia continua a chiedere verità, giustizia e trasparenza per il popolo del Tigray. La redazione di Focus On Africa si è fatta promotrice di dare voce a chi non ha voce ed è inascoltato da 2 anni dalle istituzioni inviando l’appello alle sedi governative. Siamo ancora in attesa di risposte.
Queste le domande per richiesta di trasparenza:
(A) Quanti soldi ha speso il governo italiano per lo sviluppo internazionale per le persone nella regione del Tigray tra il 25 settembre 2021 e il 25 settembre 2022;
(B) Qual è la ripartizione di (A) per programmi e progetti che hanno ricevuto il finanziamento, indicando quanto ha ricevuto ciascun programma o progetto;
(C) qual è la posizione del neo governo sulla recente ripresa dei combattimenti in Tigray;
(D) qual è la posizione del neo-governo sul raid aereo che ha preso come target un asilo nido in Tigray il 26 agosto 2022;
(E) il precedente governo ha rilasciato dichiarazioni direttamente al governo etiope in merito a (C) o (D) e, in tal caso, quali sono i dettagli e, in caso negativo, perché no;
(F) il governo sta valutando sanzioni contro qualsiasi persona o entità in Etiopia in relazione alle azioni intraprese nel Tigray e, in tal caso, quali persone o entità vengono prese in considerazione;
(G) il governo ha fatto offerte al governo etiope o a qualsiasi altra parte per mediare nel conflitto nel Tigray e, in tal caso, quali sono i dettagli;
(H) qual è la comprensione del governo della situazione relativa al fatto che l’esercito eritreo sia attivo o meno nel Tigray, (I) il governo ha presentato dichiarazioni al governo dell’Eritrea in merito al conflitto, (J) il governo sta valutando sanzioni contro qualsiasi persona o entità in Eritrea in relazione alle azioni intraprese nel Tigray e, in tal caso, quali persone o entità vengono prese in considerazione e (K) il governo ha parlato o sollevato domande sulla situazione nel Tigray in qualsiasi forum internazionale, e in tal caso , quali sono i dettagli, tra cui per ogni istanza la (i) data, (ii) il forum in cui è stato sollevato, (iii) chi ha parlato o sollevato domande, (iv) un riepilogo di ciò che è stato chiesto o detto?
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia