Bombardamento aereo sul giardino d’infanzia Paradise a Mekelle, capitale del Tigray, stato regionale settentrionale in Etiopia. Attacco avvenuto a mezzogiorno del 26 agosto 2022.
Lo avevamo anticipato su l’analisi di ieri: Etiopia, raid aereo a Mekelle e guerra internazionale sul carburante per il Tigray
Sono stati uccisi atrocemente civili tigrini, adulti e bambini.
Il governo etiope aveva confermato che era stato colpito solo un obiettivo militare.
Kibrom, Direttore Esecutivo dell’Ayder Comprehensive Specialized Hospital conferma il contrario:
“Un attacco aereo in un quartiere civile contro il parco giochi per bambini di Mekelle ha ucciso 2 persone, ferendone 8. Le ambulanze stanno ancora portando altre vittime”
Poi il Dr. Amanuel ne da il triste epilogo:
“13 persone sono giunte all’ Ayder: 4 già morte, 9 ferite. 4 persone sono state portate all’ospedale di Mekelle (3 morti e 1 ferito).” Tra cui 3 bambini di 3,6 e 10 anni.
Il dott. Fasika Amdeslasie denunica che:
“Non abbiamo medicine e forniture essenziali nel nostro pronto soccorso e stanno arrivando vittime di attacchi aerei, donne e bambini. Non possiamo salvarli. Come si chiama questa situazione? Che nome puoi dargli? Assediato e bombardato.”
Approffondimento : Il Tigray è assediato senza servizi di base – Etiopia invitata dalla UE a ricollegare la regione del Tigray al mondo – l’appello di Janez Lenarčič
Kindeya Gebrehiwot, portavoce del governo del Tigray:
“A mezzogiorno, un aereo (…) ha sganciato bombe su una zona residenziale e un asilo nido a Macallè. Civili sono rimasti uccisi e feriti”
Poco dopo, il governo federale ha annunciato in un comunicato che, pur rimanendo “pienamente preparato” a tenere colloqui incondizionati con i ribelli del TPLF, intendeva “eseguire azioni contro le forze militari (…) contrarie alla pace”. Ha invitato la popolazione che vive nel Tigray “a stare lontana dalle aree in cui si trovano attrezzature militari ribelli e strutture di addestramento”.
Giulia Paravicini, giornalista di Reuters, condivide su Twitter la dichiarazione del portavoce di governo etiope:
“Il portavoce del governo Legesse Tulu ha affermato che la notizia delle vittime civili era “bugie e drammi inventati” e ha accusato le autorità del Tigrai di “aver scaricato sacchi per cadaveri”. Ha negato che gli attacchi del governo abbiano colpito strutture civili e ha affermato che hanno preso di mira solo siti militari.”
Purtroppo però il servizio di Tigrai TV non lascia dubbi sull’accaduto: ha immortalato le atrocità disumane di corpi esanimi e dilaniati.
NOTA: per rispetto alla sensibilità dei lettori di Focus on Africa e per non essere partecipi alla solita “pornografia dell’orrore” condividiamo le immagini meno cruente.
Non c’è dubbio anche che l’unica forza militare che ha potenza di fuoco tramite aerei e droni è l’ ENDF – Ethiopian National Defence Forces, l’esercito etiope.
Degno di nota è la foto satellitare pubblicata dall’OSint Wim Zwijnenburg:
“La fine della tregua tra le Forze di Difesa etiopi e del Tigray ha provocato attacchi aerei e morte di civili a Mekelle. Testimoni hanno dichiarato che sono stati coinvolti droni. L’immagine mostra un TB-2 Bayraktar di origine turca all’aeroporto di Samera il 25 agosto 2022.”
Attacco aereo che avviene in Tigray dopo la partenza di una nuova grande offensiva militare iniziata il 25 agosto 2022.
Ennesimo attacco aereo su area civile che è solo uno dei tanti purtroppo che hanno seminato morte tra migliaia di civili adulti, bambini di etnia tigrina come anche rifugiati eritrei presi di mira nei campi IDP del Tigray occidentale. L’attacco è avvenuto in pieno giorno e in area urbana: stessa dinamica di altri attacchi.
Approfondimento: Etiopia, attacchi aerei droni con centinaia di morti tra i civili in Tigray
Come formalmente e doverosamente bisogna fare per mantenere una certa posizione di buon vicinato, arrivano molteplici i messaggi da parte delle realtà della comunità internazionale, di America ed Europa tramite i loro alti funzionari: messaggi di cordoglio e di denuncia ed appelli di cessate il fuoco con richieste per iniziare quanto prima i negoziati di pace.
Purtroppo la partenza di un nuovo fronte di guerra sposta ancora più in la i negoziati per una risoluzione pacifica tra governo etiope e TPLF – Tigray People’s Liberation Front. Anche l’ Unione Africana con la mediazione Olusegun Obasanjo si fanno attendere.
In tutto questo bisognerà scongiurare che sia una pace di facciata, sinonimo di tregua pacifica a tempo determinato come avvenuto con l’accordo di pace tra Etiopia ed Eritrea conseguente alla guerra di confine del 1998/2000. La speranza invece che per i milioni di etiopi e di persone che stanno soffrendo da troppo per le atrocità di abusi e violenze, è che possa essere pace con la P maiuscola, quella che determina una società in cui le persone possano vivere nel rispetto del prossimo anche se di opinioni differenti.
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia