Il terzo vertice del partenariato Turchia-Africa si svolgerà a Istanbul il 17-18 dicembre 2021.
Il vertice, che sarà ospitato dal presidente Recep Tayyip Erdoğan, dovrebbe avviare una nuova fase nelle relazioni della Turchia con l’Unione Africana e i paesi africani.
Come si apprende da African Business, la data dell’evento è stata annunciata dal ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavusoglu durante una visita in Turchia di Moussa Faki Mahamat, presidente della Commissione dell’Unione africana, a fine settembre. Intervenendo in una conferenza stampa il 30 settembre, Çavusoglu ha affermato che l’approccio della Turchia all’Africa si basa sul principio delle “soluzioni africane ai problemi dell’Africa”.
“Miriamo a sostenere gli sforzi di sviluppo dell’Africa e ad aumentare le relazioni commerciali, culturali e umane tra di noi”, ha affermato, osservando che la Turchia è stata un partner strategico dell’Unione africana (UA) dal 2008.
Il vertice si svolgerà sotto il tema “Partenariato rafforzato per lo sviluppo comune e la prosperità“.
Intanto la Turchia, armata di droni, sta esplorando ed entrando nel mercato della difesa in Africa. Il modello TB2 Bayraktar è molto richiesto dopo che è stato accreditato di aver cambiato il destino dei conflitti in Libia e nella regione separatista dell’Azerbaigian del Nagorno-Karabakh negli ultimi anni. I droni sono realizzati dalla società privata Baykar, gestita da uno dei generi di Erdogan.
“Ovunque vada in Africa, tutti mi chiedono degli UAV” si è vantato Erdogan dopo una visita in Angola, Nigeria e Togo a ottobre 2021.
Il vertice di due giorni sulla partnership Turchia-Africa che inizia venerdì è successivo al forum di affari di alto livello svoltosi ad ottobre 2021 focalizzato su investimenti e commercio.
Leader e alti ministri di 39 paesi, tra cui vari presidenti, hanno confermato la presenza, con Erdogan pronto a tenere un discorso sabato. Secondo Jeune Afrique saranno presenti 20 capi di stato africani, tra cui Félix Tshisekedi, attuale presidente dell’Unione africana, Macky Sall del Senegal, Nana Akufo-Addo del Ghana, in rappresentanza di Ecowas, Paul Kagame del Ruanda e Emmerson Mnangagwa dello Zimbabwe.
Ankara ha già una base militare in Somalia e, secondo quanto riferito, Marocco e Tunisia hanno ricevuto la prima consegna di droni da combattimento turchi a settembre.
I droni turchi in Etiopia e Marocco
Ad Agosto 2021, con un’ Etiopia già destabilizzata al tempo da quasi un anno, la Turchia ha firmato un accordo di cooperazione militare con il primo ministro etiope Abiy Ahmed, che dopo qualche mese sarebbe andato al fronte a comandare il suo comparto militare contro i partigiani del TDF – Tigray Defence Forces.
Federico Donelli, ricercatore di relazioni internazionali presso l’Università di Genova, in una intervista del 14 dicembre 2021 ad AFP ha dichiarato:
“Il settore più importante è il settore della difesa perché è un nuovo asset. La Turchia ha spinto molto questo settore, in particolare i droni”.
Ne fa menzione il giornalista Fulvio Beltrami in un suo approfondimento citando il recente accordo di compra vendita tra Turchia e Marocco, per un valore di 78,6 milioni di dollari.
Secondo SIPRI – Stockholm International Peace Research Institute, tra il 2015 ed il 2019 sarebbe stata la Russia capofila sull’ economia della difesa in Africa, ma ad oggi verrebbe scalzata dalla Turchia.
Aumento delle vendite di droni
Le esportazioni della Turchia per la difesa e l’aviazione in Etiopia sono aumentate da circa 235.000 dollari tra gennaio e novembre 2020 a 94,6 milioni di dollari nello stesso periodo di quest’anno.
Le vendite in Angola, Ciad e Marocco hanno registrato incrementi simili.
I droni della Turchia hanno preso visibilità internazionale subito dopo che il governo di Ankara ha firmato accordi con il governo libico in materia di difesa marittima e sicurezza nel 2019: i droni sono stati messi in campo subito dopo per bloccare le forze ribelli.
La Turchia ha firmato accordi anche con l’Azerbaigian, consolidando ancor più la credibilità dei suoi droni come strumento per scopo bellico di difesa.
Il Ricercatore Federico Donelli su questo aspetto a dichiarato che:
“Ora la Turchia con i droni ha più carte da giocare quando deve contrattare con altri paesi. Questa è un’ottima merce di scambio per la Turchia.”
Espansione del network
“Ci teniamo al settore della difesa e alle nostre relazioni con l’Africa”, ha detto all’AFP Nail Olpak, capo del Consiglio per le relazioni economiche estere della Turchia.
Il capo del consiglio ha aggiunto:
“Ma vorrei sottolineare che se consideriamo il settore della difesa solo come armi, razzi, pistole, carri armati e fucili, sarebbe sbagliato”
Ha messo quindi in evidenza i veicoli turchi per lo sminamento in Togo, che si qualificano come vendite dell’industria della difesa.
Concorde anche il ricercatore italiano Donelli che ha confermato riguardo ai piani sulla difesa del Togo per il rafforzamento delle Forze Armate Togolesi (FAT) con l’appoggio della Turchia attraverso l’addestramento e veicoli corazzati, armi e altri tipi di equipaggiamento,
L’obiettivo ultimo affermato dal premier turco Erdogan è quello di triplicare il volume di fornitura annuali con il continente africano per un valore di 75 miliardi di dollari. Per il perseguimento di tale obiettivo la Turchia ha istituito una rete di 37 uffici militari in tutta l’Africa.
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia