Martedi 28 Settembre 2021 si aprirà la manifestazione Sea Future 2021 a La Spezia.
Cos’è Sea Future? Rete Italiana Pace e Disarmo la descrive così com’è:
La manifestazione “SeaFuture 2021” di La Spezia è diventata la nuova esibizione navale-militare in sostituzione della Mostra navale bellica che si teneva a Genova negli anni ottanta: un evento promosso dal comparto militare navale e una piattaforma di affari per le aziende del settore “difesa e sicurezza” ammantato di sostenibilità ambientale e innovazione tecnologica.
Il comunicato di Rete Pace e Disarmo esplicita la sua contrarietà verso un evento che, iniziato come espositivo, è finito per creare un catalizzatore per la sola economia militare con tutte le conseguenze che questo comporta.
In questo contesto incoerente di spaccio di tematiche legate ad innovazione, ecologia ed ambiente, è l’humus adatto per gli affari sulle armi da aprte di partner e finanziatori lo stesso evento come Fincantieri, Leonardo tra quelli di spicco.
Il comunicato continua con una nota che dovrebbe far riflettere, se consideriamo lo stato di instabilità in Etiopia da quasi un anno e la catastrofe umanitaria in atto in Tigray iniziata con una guerra genocide il novembre 2020: gli strascichi sono ancora in atto.
Excursus: Milioni di persone sfollate, avvenuti massacri sui civili di etnia tigrina, stupro sistematico di gruppo, su donne tigrine di ogni età e ceto sociale, e la fame indotta dall’ uomo (scelte politiche governative stanno tutt’oggi bloccando l’accesso al supporto umanitario in Tigray) hanno già ucciso troppe persone, troppi tigrini che nulla avevano a che fare con questa guerra. Personalmente ho cercato di aggiornare fin dal’ inizio sulla guerra genocida iniziata in Tigray e le sue conseguenze interne ed implicazioni geopolitiche internazionali.
Riteniamo inaccettabile l’invito a partecipare all’evento rivolto dagli organizzatori ai rappresentanti delle Forze armate di paesi esteri belligeranti, responsabili di gravi violazioni dei diritti umani, delle libertà democratiche e del diritto internazionale umanitario.
Ecco che dalla mappa visibile a piè pagina sul sito ufficiale di Sea Future 2021 compare anche il puntaspilli sull’ Etiopia
Consideriamo anche che l’ Italia, il governo italiano qualche mese prima dello scoppio della guerra del novembre 2020 in Tigray ha portato a termine siglando, firmando bilateralmente col governo centrale etiope un accordo militare.
Come si può leggere in un recente articolo di Elisabetta Burba che intervista su il Panorama @TigrayItalia, rappresentante su Twitter i giovani italiani di origini tigrine:
Stipulato tra il nostro Ministero della Difesa e quello etiope, prevede la formazione e l’addestramento militare dell’esercito federale etiope (articolo 3), il supporto ad attività commerciali relative ai prodotti per la «Difesa» (articolo 4), l’approvvigionamento di equipaggiamento militare (articolo 9) e la creazione di un quadro legale necessario per sottoscrivere intese supplementari (articolo 12)»
Seppur la marina etiope possa non aver un ruolo cosi strategico, sicuramente è di dubbio gusto l’invito a Sea Future 2021. Da ricordare anche la concomitanza di atti e prese di posizioni del governo italiano dopo mesi di immobilità e intimazioni.
Ad aprile 2021 il Direttore Mistretta aveva ipotizzato la pianificazione per un viaggio diplomatico di Luigi Di Maio in Etiopia (arrivato 16 mesi dopo)(volendo ricalcare la strada per es. degli USA di Joe Biden che ha inviato diverse figure di rappresentazna per verificare e intrattenere colloqui diplomatici con il governo etiope.).
Dopo mesi dall’annuncio di Mistretta, ha fatto prima il governo etiope a spedire in Italia un suo rappresentante per portare un messaggio e la narrazione di governo di Abiy Ahmed Ali e del PP – Prosperity Party, il partito della prosperità.
Terza cosa di dubbio gusto, forse più sconcertante dell’invito alla Marina Etiope a Sea Future 2021 e il mutismo, immobilismo del governo italiano nei confronti della catastrofe umanitaria in Tigray è il finanziamento di 400.000 Euro per sostenere le elezioni dichiarate libere e democratiche in Etiopia: a tutt’oggi l’organizzazione tramite il NEBE, dichiarazioni e prove di schede rubate, trafugate, riutilizzate per le votazioni, diverse Regioni etiopi che si sono dissociate… e diversi alri dettagli forniscono la realtà dei fatti non propriamente in linea con la volontà tutta italiana di esportare democrazia donandola sotto forma di finanziamento all’ Etiopia.
Come ha scritto l’Ambasciata d’Italia ad Addis Abeba il 3 giugno 2021, «il Governo italiano (…) concede all’Agenzia delle Nazioni Unite un finanziamento di 400.000 Euro». E precisa che sarà gestito «in collaborazione con la sede di Addis Abeba dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS)»
Di tutto questo il coinvolgimento e l’invito a Sea Future di una Marina di un Paese che attualmente è all’ interno di una guerra in cui i vari attori sono accusati e sono sotto indagini congiunte tra dell’ EHRC – Ethiopia Human Right Commission e UNHCR – Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani per aver perpetuato per mesi crimini di guerra e contro l’ umanità, sicuramente è minimo di dubbio gusto e lascia esterefatti in quanto esiste una normativa internazionale che sembra regolamentare legalmente i diritti umani, ma smebra che la stessa normativa sia sterile per quanto riguarda la giustizia, fare le cose giuste, rispettare in via prioritaria i diritti dell’individuo e della vita.
Non è retorica ma realtà dei fatti: i soldi e l’economia (come quella delle “armi per la difesa”) sono prioritarie per la vita dell’ individuo, anche a discapito dell’individuo stesso.
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia