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Etiopia e Tigray: un’informazione equa non censura alcuna notizia

6 Settembre 2021 by Davide Tommasin

Ci saremmo aspettati un comunicato stampa in via prioritaria sui canali ufficiali dell’ USAID – della notizia che ha destato tanto scalpore la scorsa settimanae che abbiamo segnalato anche su Focus On Africa.
Sean Jones, funzionario di USAID in Etiopia invece l’ha dichiarato alla TV di Stato EBC – Ethiopian Broadcasting Corporation dicendo che “Credo che il TPLF sia stato molto opportunista. Forse stanno rubando ai cittadini, non ne abbiamo prove.”
“Quello di cui abbiamo la prova è che molti dei nostri magazzini sono stati saccheggiati e completamente svuotati nelle aree, in particolare ad Amhara, in cui sono entrati i soldati del TPLF”.
Come Focus on Africa, sia per deontologia, etica ma anche per buon senso, non possiamo e non vogliamo arrogarci della veste di giudice per lanciare sentenze e giudicare chi ha ragione o torto, ma vorremmo cercare di segnalare le notizie degne di nota in maniera imparziale come ogni buon media dovrebbe fare.
Non ci è dato sapere purtroppo ulteriori dettagli in merito alle accuse di Sean Jones riguardo ai saccheggi da parte del TPLF, o meglio del TDF – Tigray Defence Forces, a parte le sue parole alla TV EBC.
Sappiamo però, dato di fatto di questi mesi, che la guerra diplomatica ed all’informazione tra gli attori in gioco in Etiopia e nella comunità internazionale è serrata ed in alcuni casi rasenta la propaganda: in questo contesto è difficile capire chi ha fatto cosa e perché a meno di non aver vissuto e vivere sul campo h24 ed in prima linea, considerando anche fatti e situazioni pregressi al novembre 2020.
Di esempi ce ne sono molti, ma pensiamo al più eclatante ovvero alle denunce delle migliaia di casi di stupro sistematici da parte di militari, per la maggior parte truppe eritree, occupanti il Tigray da 10 mesi (non sporadici come “potrebbero capitare quotidianamente in tutto il mondo”). I report prodotti da Amnesty sono stati screditati dal governo etiope accusando la stessa Amnesty di aver fatto un lavoro nella raccolta delle prove definito fazioso, pericoloso visto la metodologia usata per la raccolta di testimonianze e prove: ci si chiede però come si può nascondere la violenza fisica sui corpi di donne, su migliaia di donne di ogni età?
Riguardo alle dichiarazioni di accusa al TPLF da parte del funzionario USAID Etiopia, Sean Jones, bisognerebbe cercare di contestualizzare le sue parole, magari provando a porci delle domande: come mai le accuse le ha riportate attraverso un’intervista e non, come consono fare, principalmente attraverso comunicato nei canali ufficiali di USAID Etiopia?
Nella guerra di propaganda sappiamo che uno degli strumenti utilizzati è la decontestualizzazione delle dichiarazioni: quindi per cercare di confutare le parole del funzionario USAID, potremmo chiederci come mai oggi dopo 10 mesi in un contesto di embargo umanitario in Tigray?
Da sottolineare in concomitanza anche l’andamento sempre più marcato e palpabile attraverso il “rumore” nei social media, per cui si notano sempre più tweet e post a sfondo propagandistico, faziosi, per cercare di mettere sullo stesso piano vittima e carnefice da una parte, dall’altra condividendo mezze verità ergo decontestualizzando.
In tutto questo gran parte dei media internazionali che naturalmente perseguono il politically correct possono cadere nella trappola di rilanciare tali notizie che vogliono invece mascherare la realtà dei fatti con l’obiettivo di canalizzare la narrazione.
Purtroppo non abbiamo la verità in tasca, per ovvi motivi già citati, ma speriamo che questo articolo possa essere fonte di ispirazione per chi volesse capire meglio ed approfondire il contesto in cui sta vivendo il Tigray e l’Etiopia da parte di chi segue Focus On Africa. La percezione che ha l’occidente della quotidianità africana è ben altra cosa della vita in Africa.

Davide Tommasin
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