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Etiopia, il Governo sospende per 3 mesi le attività di Medici Senza Frontiere

4 Agosto 2021 by Davide Tommasin

Martin Griffiths, il capo degli aiuti delle Nazioni Unite, martedì ha dichiarato che le accuse avanzate dalle autorità etiopi secondo cui gli operatori umanitari starebbero supportando anche con la fornitura d’armi il TDF – le forze di difesa tigrine, sono accuse “pericolose”.

“Le accuse generali (contro) gli operatori umanitari devono cessare… Devono essere supportate da prove, se ce ne sono e, francamente, è pericoloso” ha sottolineato.

Le forze del Tigray che, sconfinando la regione, si sono spinte a sud ed a ovest nella regione Amhara hanno sfollato 200.000 civili, mentre ad est, nella Regione di Afar sarebbero 54.000 le persone sfollate.

Gizachew Muluneh, il portavoce della regione Amhara, ha confermato il numero di sfollati.

Ahmed Koloyta, il portavoce della regionale dell’Afar, i portavoce del primo ministro e una task force del governo sul Tigray non hanno risposto a una richiesta di commento a Reuters per poter confutare il dato.

Ned Price, il portavoce del Dipartimento di Stato americano, ha invitato le forze del Tigray a ritirarsi dalle regioni Amhara ed Afar; alle forze militari Amhara e dell’ Eritrea ha ribadito la richiesta di ritirare le loro truppe dal Tigray occidentale. In aggiunta ha chiesto l’ operatività e l’accesso senza ostacoli per gli aiuti umanitari.

MSF- Medici Senza Frontiere ha fatto sapere martedì 3 Agosto 2021 che il governo centrale d’Etiopia ha sospeso le attività di MSF – Medici Senza Frontiere olandese: MSF ha dichiarato di aver ricevuto il 30 luglio una lettera da parte del governo centrale etiope che sospendeva le loro operazioni per 3 mesi.

In una nota MSF ha affermato:

“Stiamo cercando urgentemente chiarimenti dalle autorità sui motivi e sui dettagli di questa sospensione”.

Jeremy Taylor, il responsabile della comunicazione per l’Africa orientale e lo Yemen del Norwegian Refugee Council (NRC), ha dichiarato che hanno ricevuto ordini simili a MSF olandese.

Taylor ha confermato all’ Agenzia Efe che il 30 luglio hanno ricevuto un ordine dalle autorità etiopi di sospendere immediatamente tutte le loro operazioni nel paese, sostenendo che l’organizzazione aveva diffuso “false informazioni sui social network”.

NCR è stata anche accusata di non aver ottenuto i “permessi appropriati” per il suo personale internazionale.

“Crediamo di aver rappresentato correttamente i bisogni del popolo etiope, con l’intenzione di facilitare la consegna di aiuti umanitari alle persone bisognose, e di aver rispettato tutte le regole e i regolamenti precisi”, ha sottolineato Taylor.

Al di là di queste accuse, non sono stati forniti ulteriori dettagli, né è stato chiarito se le accuse siano direttamente collegate alla situazione critica nel Tigray.

A questo proposito, il portavoce della NRC – organizzazione che ha operato in sei regioni etiopi (Tigray, Oromia, Benishangual Gumuz, Gambella, Regione Somala e Regione delle Nazioni, Nazionalità e Popoli del Sud) – ha indicato di essere “in dialogo con le autorità “per avere” maggiore trasparenza.

Oltre il numero di sfollati in aumento, l’ ONU ha affermato che ci sono 400.000 civili, persone che vivono in condizioni di carestia nel Tigray; nel contempo il 90% della popolazione totale della regione tigrina è in stato di emergenza ed ha bisogno di supporto alimentare.

“Abbiamo bisogno di 100 camion al giorno che vadano in Tigray per soddisfare i bisogni umanitari”, ha detto Griffiths ai giornalisti ad Addis Abeba.

Griffiths ha anche sottolineato che il numero è un “bisogno calcolato” e non “sovrastimato” ed ha aggiunto che in questi ultimi giorni sono entrati solo 122 camion in Tigray.

La scorsa settimana l’ UNICEF ha segnalato che più di 100.000 bambini in Tigray sarebbero a rischio di malnutrizione grave che metterebbe a repentaglio le loro vite nei prossimi 12 mesi: un andamento 10 volte superiore rispetto alle condizioni prima dell’inizio della guerra, ormai 9 mesi fa.

Davide Tommasin
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