Nove camion del WFP – World Food Programme che che erano in viaggio per distribuire aiuti alimentari in direzione Mekelle in Tigray e Semera, in Afar, sono stati bloccati e costretti a tornare nella zona di North Wollo in Amhara.
La notizia è stata rilanciata da Addis Standard che ha appreso la notizia condivisa da Ethiopia Insider, un media online indipendente amarico.
I camion sono stati costretti a stazionare per tre giorni nella zona di North Wollo, precisamente a Filakit Gergera nella Woreda Meket.
Le autorità locali si sono rifiutate di lasciarli passare e solo oggi, 9 Luglio 2021, gli hanno permesso di proseguire le loro attività per aiuti umanitari ed alimentari nelle aree per cui si erano organizzati.
Berihun Terefe, l’amministratore di Meket Woreda, ha detto che i veicoli con il logo della WFP – World Food Programme, sono arrivati nel distretto l’ altro ieri.
I veicoli sono stati fermati a Felaket Gergera, la capitale del distretto, per volontà dei cittadini locali, come afferma lo stesso Berihun all’ Ethiopia Insider.
“Poiché c’era la sensazione che (i veicoli di passaggio) fossero inappropriati, abbiamo usato la nostra struttura di sicurezza e li abbiamo fermati per tenerli al sicuro” ha continuato.
“(i veicoli) non potevano passare; la comunità locale non li lascia passare; saranno in pericolo” ha dichiarato l’amministratore descrivendone così le circostanze.
Berihun ha aggiunto ed affermato che sono stati dei giovani locali ad impedire il passaggio dei mezzi perché per la loro visione quegli stessi aiuti avrebbero dovuto essere distribuiti tra i tanti sfollati interni del loro distretto.
Secondo l’amministratore, attualmente infatti, nella zona di North Wollo sono ospitate oltre 200.000 persone sfollate da varie parti dell’Etiopia, di cui oltre 2.500 nel solo distretto di Meket.
I ragazzi hanno chiesto il perché tali aiuti non dovrebbero essere destinati anche alla loro zona, visto che si tratta di aiuti internazionali.
L’ amministratore ha descritto l’atto ed i giovani come “radicali”: sotto forma di “comitato informale” anno tentato di scaricare le merci stoccate nei camion per distribuirli tra gli sfollati.
La conseguenza è stato che le autorità locali in veste di Wodege Mekonnen, il comandante di polizia di Meket Woreda, hanno sequestrato i camion e li hanno parcheggiati in una “stazione di polizia” con la volontà di garantire la sicurezza dei veicoli e del loro contenuto.
Wodege ha continuato dicendo che i camion erano partiti da Gondar ed avevano altri 2 veicoli di scorta che stavano operando senza alcun problema nella città di Felaket Gergera.
Sebbene sia l’amministratore che il comandante di polizia abbiano motivato il fermo dei camion e degli aiuti per salvaguardare la loro stessa sicurezza, è giunta la dichiarazione di un altro funzionario del distretto che ha affermato che Berihum Terefe ha ricevuto esplicito ordine di fermare i mezzi direttamente dal’ ufficio di pace e sicurezza dalla zona di North Wollo.
Berihun ha negato e dichiarato “Non abbiamo ricevuto alcun ordine”.
Altro personale dell’ufficio comunicazioni della zona di North Wollo ha parlato della segnalazione di camion fermati a Mekit Woreda per tre giorni, confermando le dichiarazioni dell’ amministratore del distretto.
Il capo ufficio del distretto di Mekit ha dichiarato che non hanno un mandato per perquisire i camion e le merci trasportate: “I camion appartengono a un’organizzazione umanitaria internazionale, quindi è la polizia federale che dovrebbe fare le perquisizioni.”
Il comandante della polizia ha confermato che i veicoli mentre erano fermi, parcheggiati e confiscati per la loro sicurezza non sono stati perquisiti.
Questo caso è degno di nota e mette in evidenza una parte delle gravi problematiche che aiuti ed operatori umanitari si trovano ad affrontare per lavorare e per supportare le vite delle persone bisognose.
Il Tigray ed il suo popolo oggi sono in costante ed altalenante blackout elettrico e comunicativo, i confini sono presidiati e chiusi: il blocco di camion con aiuti alimentari ed umanitari anche al di fuori della stessa Regione del Tigray, come in questo caso, fa capire molto bene la gravità della situazione, la catastrofe umanitaria in corso nella Regione tigrina, ma fa trasparire anche situazioni problematiche ed in altre aree pregresse alla guerra che sta perdurando ormai da 8 mesi.
Bisogna dare priorità a far lavorare in sicurezza e su tutto il territorio gli operatori umanitari.
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia