Trascrizione parziale dell’ intervista di Radio Vaticana sulla situazione in Tigray ed in Etiopia fatta a Pino Schirripa – docente di antropologia culturale presso l’Università La Sapienza
NOTA: le parole tra parentesi sono aggiunte che ho inserito personalmente per dare più scorrevolezza e comprensione del testo di seguito riportato.
Innanzi tutto mi permetta di ringraziare ancora una volta Radio Vaticana perché ha una copertura sul conflitto che purtroppo gli organi di stampa e radiotelevisivi italiani non hanno allo stesso modo.
E’ anche una cosa abbastanza dolorosa pensando ai rapporti storici che legano l’Italia e l’Etiopia.
Mi chiedo se anche questo sia dovuto ad un imbarazzo della nostra politica estera.
Comunque, venendo alle cose che lei dice.
Io partirei con una piccola precisazione.
Non è che voglio fare il professore, ma è importante per comprendere il conflitto.
NON chiamiamoli guerriglieri: quello è l’esercito regionale del Tigray.
Lo Stato etiope è uno stato federale di 10 stati ognuno dotato di un proprio esercito e poi esiste un esercito nazionale, la cui spina dorsale erano i soldati tigrini.
Ora, lo ridico brevemente, ma è cosa risaputa.
Nell’ ottobre del 2020 contro il volere del governo centrale in Tigray si sono tenute le elezioni regionali che hanno confermato, come avviene da quando c’è, (da quando) è stato formato il gruppo della forza federale d’Etiopia (con) al potere il Tigray People’s Liberation Front (nella coalizione del Fronte Democratico Rivoluzionario del Popolo Etiope – EPRDF – 27 anni di governo precedenti al nobel per la pace Abiy Ahmed Ali)
(il TPLF) E’ un partito.
Il nome viene dal fatto che era un gruppo guerrigliero ed è il principale gruppo guerrigliero insieme all’ Eritrea People’s Liberation Front che ha guidato la lotta (vincendo nel 1991) contro la dittatura del DERG (e del dittatore genocida Mènghistu Hailé Mariàm, detto il Negus Rosso.)
Ora.. questo è importante da precisare perché ora c’è un conflitto forte tra istanze federaliste, istanze centrifughe molto forti ed istanze centraliste rappresentate da Abiy.
L’ arrivo al potere di Abiy Ahmed Ali significava un passaggio verso un maggiore centralismo.
Pino Schirripa – docente di antropologia culturale presso l’Università La Sapienza
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia