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Etiopia, raid aereo nel Tigray: 80 morti in un mercato. Fermati i soccorsi

23 Giugno 2021 by Davide Tommasin

Togoga Tigray
Un eccidio tra i più gravi dall’inizio del conflitto nel Tigray. Almeno ottanta le vittime civili in un mercato nel nord della regione.
La notizia dell’attacco giunge nel periodo dei più feroci combattimenti da quando il conflitto è cominciato a novembre. Un portavoce del primo ministro dell’Etiopia al momento non ha risposto a te una richiesta di commento.
L’attacco è avvenuto nel pomeriggio, un convoglio di ambulanze che provava a raggiungere Togoga, circa 25 chilometri a ovest di Mekel, è stato rimandato indietro da soldati vicino Tukul, riferiscono alcuni operatori sanitari. E diverse altre ambulanze sono state mandate indietro successivamente durante il giorno e anche mercoledì mattina, ma un gruppo di personale medico è riuscito a raggiungere il posto martedì sera tramite un cammino diverso. Due medici e un infermiere a Mekele, capoluogo regionale del Tigray, hanno detto ad Associated Press che non sono in grado di confermare quante persone siano state uccise, ma un dottore ha fatto sapere che operatori sanitari sul posto, coperti dall’anonimato, riferiscono appunto di “oltre 80 civili morti”.

Alcuni pazienti feriti che vengono curati nell’ospedale Ayder di Mekele hanno raccontato che un aereo ha sganciato una bomba sulla piazza del mercato di Togoga. Tra i 6 feriti c’è un bambino di 2 anni con un trauma all’addome e uno di 6, ha riferito l’infermiere. Inoltre fra i morti c’è un bambino: un’ambulanza che lo trasportava a Mekele mentre era ferito è stata bloccata per due ore e il bimbo è morto per strada. Le notizie giungono mentre l’Etiopia lunedì ha tenuto elezioni federali e regionali: il voto è stato pacifico nella maggior parte del Paese, ma non si è votato in Tigray. Il voto era stato ritardato l’anno scorso a causa della pandemia di Covid-19 e della tensione alta fra governo federale e Tplf (Fronte popolare di liberazione del Tigrè), che è andato avanti con le sue elezioni regionali a settembre.

Un cittadino statunitense incaricato di gestire un progetto di monitoraggio del voto sui social media in Etiopia, John Marsh, e’ morto. Lo ha confermato l’organizzazione statunitense pro-democrazia Carter Center, spiegando che l’attivista e’ morto inaspettatamente ad Addis Abeba lunedi’, quando si sono tenute le elezioni legislative, mentre la Commissione elettorale etiope ha precisato che Marsh e’ intervenuto solo come ospite e non era un osservatore ufficiale del processo di voto. Impegnato dal 2005 al 2008 nelle attivita’ del Carter Center per sostenere il dialogo democratico in Etiopia, il decesso di Marsh non e’ stato collegato dal suo organismo a cause sospette, pur non essendo al momento chiara la ragione del decesso. Avviate lunedi’, le operazioni di voto per le elezioni parlamentari in Etiopia sono proseguite ieri per il secondo giorno oggi a causa dei problemi logistici riscontrati in alcune aree del Paese, mentre in alcune aree ci sono state violenze: almeno tre persone sono morte in seguito ad un attacco armato avvenuto in un un seggio elettorale della citta’ di Ambo, nella regione dell’Oromia, dove i principali partiti di opposizione hanno chiesto il boicottaggio del voto in contestazione con il premier Abiy Ahmed.
Davide Tommasin
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