Da un recente aggiornamento di MSF del 22/04/2021 si apprende che la situazione è allarmante non solo in Tigray, ma nel resto d’Etiopia e nel vicino Sudan.
MSF lancia un appello a tutte le organizzazioni umanitarie e chiede di intensificare immediatamente le loro risposte per soddisfare le esigenze delle persone.
In Tigray, prima della guerra iniziata il novembre 2020, da stime della Nazioni Unite, si contavano 5,5 milioni di persone, tra cui 100.000 sfollati e 96.000 rifugiati che erano già supportati dagli aiuti alimentare.
MSF e Tigray
La guerra ha prodotto nuovi sfollati, il cui numero non è noto.
Ad inizio marzo 2021 si è assistito ad un incremento massiccio dell’ afflusso nelle principali città come Shire, Adwa, Axum, Adigrat e Abyi Adi.
MSF nel suo aggiornamento indica che in alcuni siti come Shire e Axum il numero di persone residenti si era moltiplicato per un fattore di 5 volte: nella ultime settimane di aprile si è visto un discreto rallentamento.
La maggior parte degli sfollati, delle persone con pochi beni, molti solo con i vestiti sulla schiena.
C’è scarsità di ripari sicuri, servizi igienici, acqua pulita e soprattutto risorse di cibo.
Anche se l’assistenza internazionale è presente, la risposta umanitari rimane lenta in quanto ostacolata dalla guerra e dai suoi strascichi.
Delle 106 strutture sanitarie, ospedali, valutate tra dicembre 2020 e marzo 2021 sono stati attaccate, saccheggiate e distrutte l’ 87% rendendole inservibili.
Il supporto umanitario non arriva ad operare nella maggior parte dei casi fuori le principali città su citate e le persone nelle zone rurali si nascondono ancora.
Quotidianamente arrivano segnalazioni di nuove o pregresse violenze, abusi, stupri, uccisioni sui civili in Tigray testimoniate sia dal personale di MSF che da altre realtà internazionali come Amnesty e HRW – Human Rights Watch.
Vengono segnalati ancora conflitti e scontri nelle zone centrale, orientale, nordoccidentale, sudorientale e meridionale.
Al 13 aprile, più di 62.500 persone sono entrate in Sudan come rifugiati. Sebbene il numero di nuovi arrivi sia notevolmente diminuito nelle ultime settimane, a causa delle sfide che i rifugiati devono affrontare per attraversare il pesante confine militarizzato, ci sono ancora nuove persone che arrivano ogni giorno.
MSF continua con l’aggiornamento dicendo che quasi 14.000 rifugiati si trovano nell’area di transito e di confine di Hamdayet, dove riparo, accesso al cibo, servizi igienici e acqua potabile continuano a essere un problema.
La maggior parte dei rifugiati ad Hamdayet, specialmente quelli senza rifugio, vive in tutto il villaggio all’interno della comunità ospitante. MSF è presente ai valichi di frontiera e ai centri di transito nel villaggio di Hamdayet e Hashaba.
Da Hamdayet, le persone vengono lentamente trasferite a Um Rakuba e Al-Tanideba, i due campi permanenti nello stato di Gedaref, nel Sudan meridionale.
MSF è ancora preoccupata per i servizi molto limitati nei campi permanenti, che si trovano in una parte molto remota del Sudan e dove molti dei bisogni umanitari – riparo, acqua e cibo – non vengono soddisfatti.
MSF lancia un appello a tutte le organizzazioni umanitarie e chiede di intensificare immediatamente le loro risposte per soddisfare le esigenze delle persone.
Sono particolarmente preoccupati per l’imminente stagione delle piogge e per la situazione ad Al-Tanideba; il campo è costruito su suolo di cotone nero, che non assorbe l’acqua. Questo, in combinazione con le piogge, potrebbe significare un disastro per le persone che vivono nelle tende, soprattutto se la zona è allagata. Le latrine permanenti e le reti idriche (per sostituire gli autotrasporti dell’acqua) devono essere predisposte e funzionanti con urgenza.
MSF ed il suo lavoro in Tigray
Tigray orientale
Tigray centrale
Tigray nordoccidentale
Tigray occidentale
Tigray meridionale
L’ operato di MSF in Sudan
Hamdayet
Campo di Hashaba
Um Rakuba
Al-Tanideba
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia