La situazione della sicurezza nel Tigray rimane disastrosa e sono state segnalate ostilità e combattimenti in varie aree”.
Queste le parole di Pekka Haavisto che lunedì scorso ha comunicato in videoconferenza con i ministri degli esteri UEriportando il resoconto della situazione attuale in Tigray ed in Etiopia visitati tra il 3 ed il 10 aprile come suo secondo viaggio.
Haavisto, ministro degli esteri finlandese ed inviato speciale per l’ UE, aveva già visitato Etiopia ed i cmapi di rifugiati in Sudan nel febbraio scorso per una prima fase di monitoraggio sul campo.
E’ degno di nota sottolineare il fatto che, in questo suo secondo viaggio, Haavisto ha avuto accesso a Mekelle nella sua visita in Tigray, ma non si è spinto oltre.
Ha definito “terribile” il contesto che ha riscontrato: combattimenti in corso, pulizia etnica e abusi di genere, violenze sessuali su donne e ragazze.
“Il numero crescente di persone che sono state sfollate con la forza dal Tigray occidentale è allarmante e lo sfollamento avviene principalmente per motivi etnici”, ha sottolineato.
“Anche la violenza sessuale e di genere è stata usata sistematicamente”, ha aggiunto.
L’ accesso degli aiuti umanitari è “migliorato” negli ultimi due mesi, ma “Tuttavia, la situazione umanitaria rimane molto difficile, con crescenti bisogni”.
Ha continuato affermando che “La situazione instabile e gli scontri sul campo continuano a limitare la risposta umanitaria. Resta un forte bisogno di sollecitare tutte le parti sulla necessità di rispettare il diritto internazionale umanitario e il diritto internazionale sui rifugiati”.
Ha aggiunto che ha trovato una parvenza di apertura da parte del governo che qualche tempo prima aveva negato notizie di combattimenti su larga scala e di persone che muoiono di fame nel Tigray.
Dopo l’incontro di Haavisto con il presidente etiope Sahle-Work Zewde e il vice primo ministro e ministro degli esteri Demeke Mekonnen, ha continuato:
“Le discussioni, anche su questioni delicate, sono state costruttive. Tutti gli interlocutori hanno espresso la volontà di continuare il dialogo con l’UE“.
Il ministro finlandese ha sottolineato nuovamente, come aveva già riferito nel primo resoconto a febbraio, che i combattimenti e l’ instabilità in Etiopia potrebbe creare una nuova fase migratoria verso l’ Europa, un aumento del numero di migranti.
“La situazione nel Tigray e nelle regioni limitrofe rimane una delle principali preoccupazioni per la stabilità dell’Etiopia e c’è il rischio di una crisi complicata e protratta che porta a un disastro umanitario”, ha detto.
“A causa del conflitto, ci sono sia sfollati interni che rifugiati nei paesi vicini. È fondamentale prevenire una possibile crisi migratoria all’inizio”.
I commenti di Pekka Haavisto sono stati ripresi dal Capo degli Affari Esteri UE Josep Borrell per dichiarare alla stampa diBruxelles che le forze di difesa eritree stanno attualmente combattendo in Tigray, anche se qualche tempo fa i governi etiope ed eritreo avevano negato la loro presenza sul territorio.
Haavisto ha discusso anche di “soluzioni politiche” per la risoluzione del conflitto e della crisi in Tigray.
In risposta Josep Borrell ha proposto di inviare una missione di osservazione elettorale, se le condizioni di sicurezza lo permettessero.
Borrell ha aggiunto che alle elezioni ci dovrebbe essere la premessa di un “dialogo nazionale” sulla guerra attuale in Tigray, ma che nella migliore delle ipotesi, visto la condizione di insicurezza, instabilità e di distruzione che regna in questa Regione, non ci potrebbero essere alcune elezioni.
In considerazione di questo presupposto si apprende come conferma dal NEBE – National Electoral Board of Ethiopia, che su circa 48.000 seggi circa la metà, 24.000, non sono attivi causa insicurezza ed instabilità in Tigray.
Molti dei partiti oppositori non solo dal Tigray hanno minacciato, come già fatto dall’ OLF – Oromia Liberation Front a dicembre 2020, la rinuncia alla campagna politica ed alla corsa per il governo etiope.
Non meno importante il monito del Capo degli Affari Esteri UE, Josep Borrell che ha minacciato di imporre il divieto di visto e il congelamento dei beni ai funzionari etiopi se avessero bloccato l’accesso ai lavoratori delle Nazioni Unite che portavano cibo e forniture mediche.
Riguardo invece agli aiuti economici il 19/04/2021 si apprende da un comunicato che la UE ha annunciato in tal giorno un nuovo finanziamento di 53,7 milioni di euro in aiuti umanitari per le persone più vulnerabili in Etiopia, comprese quelle colpite dal conflitto nella regione del Tigray.
Questo finanziamento sarà dedicato ad affrontare i bisogni acuti delle persone colpite da conflitti e shock climatici, comprese le popolazioni sfollate e le comunità che ospitano i rifugiati. Ciò si aggiunge ai finanziamenti aggiuntivi per la crisi del Tigray dello scorso anno, che ha portato il finanziamento totale dell’UE per i partner umanitari in Etiopia a oltre 63 milioni di euro nel 2020.
Intanto, si è appreso dalla denuncia di MSF East Africa che dal 21 aprile si registra la mancanza di beni e scorte sanitarie.
MSF, che sta supportando anche gli ospedali di Axum, indica che hanno 27 pazienti che necessitano di ossigenoterapia e hanno una media di sette interventi chirurgici al giorno che richiedono ossigeno.
Purtroppo le scorte si esauriranno nei prossimi giorni se non cambia la situazione.
Al momento non sono in grado di fornire un’ adeguata gestione del dolore per i casi post-operatori ad Axum a causa della mancanza di farmaci.
In caso di emergenza, come un incidente di massa, l’ospedale farà fatica a trattare adeguatamente i pazienti.
Fanno appello alle autorità politiche e militari in Tigray ed Ethiopia per consentire il trasporto di beni essenziali da Adigrat per Axum il prima possibile.
Per i pazienti che necessitano di supporto medico salvavita il tempo ormai sta finendo.
Un po’ nerd, un po’ ciclista con la voglia di tornare a girare l’ Etiopia